Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani sottolinea attraverso una nota “l’intollerabilità della situazione che verrà a crearsi in prospettiva delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie in materia di mobilità”. Di seguito il comunicato a firma del presidente, prof. Romano Pesavento
«Anche quest’anno, dopo otto anni dalla legge 107/2015, secondo una facile previsione dei dati reperibili dagli uffici scolastici provinciali delle regioni del Mezzogiorno, la classe di concorso A046 – Discipline giuridiche ed economiche avrà pochissimi posti a disposizione nelle assegnazioni interprovinciali.Sollecitiamo il Ministero dell’Istruzione e del Merito a prendere atto del perdurare di tale emergenza. È necessario intervenire urgentemente per porre fine alla gravissima discriminazione cui sono sottoposti i docenti di ruolo della suddetta classe di concorso.
È veramente vergognoso verificare quanto siano ignorate la qualità della vita e le problematiche relazioni familiari dei docenti fuorisede A046.
Ricordiamo l’impatto economico devastante per nuclei familiari, spesso monoreddito. Tenere bloccato il turnover sulla mobilità così a lungo non è da Stato civile.
Se i docenti della classe di concorso A046 non riescono a tornare a casa dipende da una politica scellerata tesa a falcidiare la materia. Siamo di fronte a un’emergenza sociale, in termini di crisi dei valori; eppure Diritto ed Educazione civica continuano a essere penalizzati».
Anzianità di servizio vS età più avanzata: «Il merito non dipende dall’anagrafe»
«Non si comprende inoltre perché, a parità di punteggio e di precedenze, sia preferito il docente più anziano, a prescindere dall’autentico servizio prestato. Il merito non dipende dall’anagrafe. L’anzianità di servizio non coincide necessariamente con un’età più avanzata.
Anzi, molto spesso chi da giovane ha cercato di realizzare le proprie aspettative di lavoro, sacrificando i propri affetti, per anni lontano dalla propria sede di residenza, si ritrova scavalcato in graduatoria da chi, più attempato, ha evitato troppi disagi, rimanendo a casa sua.
Un esempio chiarirà meglio la questione: se un docente ha 50 anni e 20 anni di servizio e un altro ne ha invece 51 con 3 anni di servizio, a parità di precedenze, sarà “premiato” l’ultimo.
Il CNDDU chiede che una simile distonia rispetto ai valori del merito e dell’ “apostolato professionale” venga corretta da nuove indicazioni e criteri da applicare già nella mobilità 2023/2024.
Chiediamo l’istituzione urgente di un comitato di esperti presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito che possa elaborare un piano strategico funzionale alla risoluzione delle gravissime criticità rilevate da troppo tempo».
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