Bene nascita progetto ‘Il Grugno’ per riunire settore e affrontare nuovi mercati
Il settore suinicolo sardo – per rilanciarsi dopo le buone notizie arrivate sul fronte dell’eradicazione della Peste suina africana –
potrà fare affidamento su un nuovo progetto di filiera.
Coldiretti Sardegna: suino, credere nelle filiere e in marchi riconoscibili per affrontare il post ‘Psa’
Questa “è una strada primaria per aggregare le varie componenti del comparto che potrebbe avere grandi opportunità nei mercati; sia con il suino pesante che con il suinetto tipico della tradizione sarda”.
Coldiretti Sardegna plaude all’iniziativa del progetto Il Grugno:
la prima filiera agroalimentare del suino pesante da macelleria lavorato nell’isola, presentato a Sanluri; che riunisce allevatori, produttori di alimenti zootecnici, nutrizionisti, veterinari, agronomi e addetti alla lavorazione della carne.
Coldiretti
“Su progetti come questo che interessano tutta la filiera di un settore che ha grandi potenzialità in Sardegna, Coldiretti non può che essere favorevole e dare il suo sostegno –
sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –
bisogna continuare a coinvolgere sempre più aziende, a partire da quelle che con grande tenacia sono riuscite a stare in vita dopo anni così difficili.
Anche per questo sarà importante portare all’interno di questa filiera tanti nuovi giovani imprenditori che possono credere in un comparto che può offrirgli grandi opportunità –
conclude Cualbu – ma vorremmo provare a valorizzare anche il suinetto sardo che rappresenta un prodotto altrettanto importante per la Sardegna”.
Secondo il direttore Coldiretti Sardegna, Luca Saba, inoltre “è giusto credere fortemente nelle filiere del suino in previsione della gestione del post Peste suina africana, perché vuol dire lanciare una sfida non solo per il mercato della Sardegna ma anche per quello nazionale – sottolinea – avere in questo settore una filiera strutturata vuol dire garantire che questo prodotto possa attraversare la Sardegna con più forza e dirigersi anche nel mercato dell’export – conclude – il tutto rafforzato dalla creazione di un marchio condiviso e di filiera che è facile da ricordare e che può raccontare una Sardegna diversa dal passato”.
Filiera
Secondo i numeri emersi dall’incontro di presentazione avvenuto nelle Cantine ‘Su Entu’ a Sanluri, attualmente la la Sardegna importa, tra carni suine fresche e trasformate, circa l’80% del prodotto da mercati nazionali ed esteri, riuscendo ad offrire alla piazza isolana soltanto il 20% di carni provenienti da animali allevati e macellati nel territorio (I consumi medi reali, pro capite, di carne suina in Sardegna sono leggermente superiori rispetto a quelli nazionali (17 kg) e si attestano intorno ai 18 kg).
Complessivamente, davanti a un consumo medio di 300 mila quintali di carni suine all’anno, la Sardegna risponde con una produzione di 55 mila quintali. A causa della Peste suina africana e al blocco conseguente delle esportazioni, la Sardegna ha perso importanti quote di mercato tanto che dal 2010 a oggi l’isola ha perso oltre il 60% della produzione suinicola e di conseguenza anche il 60% del reddito potenziale generato dal comparto.
Infine, l’orientamento produttivo predominante, è emerso ancora dai lavori, è quello del suinetto da latte (6-10 Kg.) e del magrone (90-110 Kg.) che rappresentano rispettivamente il 67% e il 24% delle macellazioni del 2022. Risulta invece quasi inesistente la produzione del suino pesante (130-160 Kg).