CONFARTIGIANATO SARDEGNA–ASSEMBLEA REGIONALE-Maria Amelia Lai riconfermata Presidente Regionale per il prossimo biennio. Le richieste alla Politica
SSEMBLEA REGIONALE CONFARTIGIANATO SARDEGNA – Maria Amelia Lairiconfermata Presidente Regionale per il prossimo biennio.
Presentati numeri del “patrimonio” delle piccole e medie imprese
sarde: 109mila realtà con quasi 250mila dipendenti: il 20% sono
artigiane. Ecco le linee dell’Associazione per i prossimi 2 anni e le
richieste alla Politica Regionale: insularità, incentivi, energia e
verifica dell’attività politica. La Presidente: “Necessaria maggiore
attenzione alle imprese più piccole e fragili”. Al via anche il
“rating”, il misuratore degli impegni della Politica sarda.
L’Assessora all’Industria Pili: “Lavoriamo insieme per potenziare e
sostenere le imprese anche sbloccando la Legge 949. La settimana
prossima tavolo tecnico sull’energia e sul fondo da 70milioni”.
Maria Amelia Lai, imprenditrice di Ozieri del settore delle
costruzioni, è stata confermata Presidente Regionale di
Confartigianato Sardegna, Associazione che guiderà anche nel prossimo
biennio.
Lo hanno deciso i delegati artigiani, riuniti questa mattina nella
67esima Assemblea Regionale a Siamaggiore, durante il convegno sullo
stato di salute delle 109mila piccole e medie imprese sarde, di cui
34mila artigiane, con quasi 250mila addetti, che operano nelle
costruzioni, autotrasporto e autoriparazione, servizi alla persona e
digitali, alimentazione e ristorazione, moda, pulizie e tutela del
paesaggio e tipico e tradizionale, rappresentando il 20% della forza
produttrice dell’Isola e il 13% del valore aggiunto regionale,
equivalente a quasi 4 miliardi di euro.
Un patrimonio di tradizione, conoscenza, innovazione, talento,
capacità, resilienza e lavoro che le micro, piccole, medie imprese e
le artigiane offrono alla Sardegna, al resto d’Italia e d’Europa per
la crescita economica e lo sviluppo competitivo del tessuto produttivo
e per il progresso sociale di cittadini e imprenditori.
“I dati e il sentiment dei territori dicono come il comparto sia
cresciuto nei numeri, nella mentalità e nella visione del futuro –
commenta la Presidente – realtà dinamiche e, allo stesso tempo,
fragili; alla Regione chiediamo che queste abbiano una attenzione
maggiore e più “particolare”, per la loro tenuta e crescita che
influisce su tutta l’economia regionale”. “Per questo – prosegue –
abbiamo bisogno che la Legge Regionale 949, quella degli artigiani
sardi, diventi strutturale. Lo strumento, in 3 anni, con il nostro
contributo, ha erogato oltre 42milioni di euro di sostegni alle
imprese sarde del settore ma è tuttora bloccata dalla burocrazia. Alla
Regione chiediamo certezza e celerità sulla riapertura dello sportello
per soddisfare le richieste delle realtà produttive”.
Analogo appello alla Regione contro il caro energia. “La Giunta, anche
grazie alle nostre richieste – continua – a gennaio mise a
disposizione 70 milioni di euro per euro per supportare imprese e
famiglie nell’autoproduzione dell’energia ovvero sul fotovoltaico. Uno
stanziamento importante per il quale è necessario avere chiarimenti su
tempi e procedure: non c’è tempo da perdere. Non si può chiudere a
causa delle bollette”.
Poi il passaggio sull’insularità, tema caro alle imprese. “Vogliamo
rimanere isola ma non vogliamo più l’isolitudine – sottolinea la
Presidente – la Sardegna non deve più rimanere prigioniera di maggiori
costi e gap competitività. Ci batteremo fino a quando l’Insularità non
sarà tangibilmente applicata”.
Infine, l’Associazione, in vista delle prossime elezioni regionali, ha
annunciato il rilancio del “rating”, il consueto strumento di
Confartigianato che servirà a monitorare, verificare e valutare la
qualità dei provvedimenti politico-sindacali dei futuri Amministratori
regionali che andranno a incidere sulle attività artigiane e sul
territorio. Con tale progetto e metodo, i Candidati Presidenti e
Consiglieri potranno sottoscrivere il “manifesto” dell’Organizzazione
Artigiana con le proposte delle piccole e medie realtà e,
successivamente se eletti, verranno monitorati con un sistema,
indipendente e certificato di controllo dei risultati raggiunti.
All’incontro ha partecipato anche l’Assessora Regionale all’Industria
Anita Pili, che ha anticipato per la settimana prossima ci sarà la
convocazione delle Associazioni imprenditoriali sul problema
dell’energia e sul fondo da 70 milioni di euro stanziato dalla Giunta
per l’autoproduzione (fotovoltaico). Inoltre, la Pili ha dichiarato di
voler lavorare insieme alle imprese, soprattutto quelle artigiane, per
potenziarle e sostenerle e quindi si è impegnata a intervenire per
risolvere il problema che blocca la Legge 949.
L’Assemblea Regionale di Confartigianato ha confermato anche la
vicepresidenza al Vicario Fabio Mereu, 44enne imprenditore di Cagliari
del trasporto persone, che verrà supportato dagli altri 2
VicePresidenti: Giacomo Meloni, imprenditore edile di Olbia e Giuseppe
Pireddu, autoriparatore di Macomer. Della Giunta faranno parte, oltre
a Presidente e VicePresidenti, anche Norella Orrù e Salvatore Loi (Sud
Sardegna), Sandro Paderi e Antonio Matzutzi (Oristano), Giuseppe Tatti
(Nuoro), Marco Rau (Sassari) e Marina Manconi (Gallura).
La Presidente Lai, continuando i lavori, ha voluto subito annunciare
come, in preparazione delle elezioni regionali dell’anno prossimo,
Confartigianato stia avviando le iniziative territoriali relative al
consueto “rating”, il misuratore degli impegni della Politica nei
confronti delle aziende, per pesare, comunicare e valutare i benefici
derivanti dalle decisioni e dalle politiche regionali per le attività
artigiane e il territorio. Con tale progetto e metodo, i Candidati
Presidenti e Consiglieri potranno sottoscrivere il “manifesto” di
Confartigianato con le proposte degli artigiani e, successivamente se
eletti, verranno monitorati con un sistema, indipendente e certificato
di verifica dei risultati raggiunti, con il quale le aziende potranno
verificare e valutare la qualità dei provvedimenti politico-sindacali
dei nuovi Amministratori regionali. Un esempio dell’influenza che il
“rating” ha avuto sulle politiche regionali è quello relativo alla
Legge 949; una delle proposte artigiane del 2018, sottoscritta da
numerosi candidati, riguardò proprio la richiesta di incremento della
percentuale del fondo perduto dal 10 al 40%, aumento che si è
tramutato in realtà nei mesi successivi.
Successivamente, la riconfermata Presidente, attraverso il dossier “La
nuova era delle imprese artigiane sarde: innovare per resistere e
costruire un nuovo futuro”, ha voluto presentare e analizzare i dati,
attuali e dell’ultimo decennio, del settore e ragionare sulle numerose
condizioni che, soprattutto negli ultimi 3 anni, hanno modificato
aspettative e visione prospettica delle attività produttive isolane
ribadendo, inoltre, il proprio impegno e quello di Confartigianato
Sardegna nel continuare il dialogo con la Regione, le Istituzioni, le
Amministrazioni e la Politica, per dare coraggio, energia, credito e
opportunità alle circa 34mila imprese artigiane sarde e agli oltre
64mila addetti, e sostenere concretamente il tessuto produttivo delle
piccole e micro realtà sarde.
“Usciamo da quasi un triennio che ha segnato profondamente, la
mentalità, la visione prospettica e la propensione alla crescita delle
imprese sarde, soprattutto di quelle più piccole – commenta Maria
Amelia Lai, Presidente Regionale di Confartigianato Sardegna – non
neghiamo che per gli imprenditori ci sia un evidente ritardo nel
recuperare i livelli pre-pandemia. Ci sono forti squilibri sociali
anche perché finora abbiamo sottovalutato le conseguenze della crisi
demografica. Abbiamo sia una bassa natalità, sia una bassa occupazione
femminile che condizionano la ripresa”. “Per questo – prosegue – è
necessario che le realtà che rappresentiamo, organismi fragili e che
operano in un contesto economico delicato, continuino ad avere una
attenzione “particolare” riguardo le pari opportunità di crescita
rispetto al contesto nazionale e internazionale, come per esempio per
i finanziamenti, l’accesso al credito, la riduzione degli oneri
fiscali, il taglio della burocrazia ma anche per l’infrastrutturazione
e i trasporti”.
Ed è proprio sugli svantaggi legati all’insularità che la Presidente
ha voluto tracciare la via dell’Associazione: “La Sardegna ha
necessità di un “ponte” che la colleghi al resto dell’Italia; questo
può essere costruito solo partendo dall’abbattimento dell’isolamento
per arrivare al riconoscimento della condizione di insularità.
Vogliamo rimanere isola ma non vogliamo più l’isolitudine, non
vogliamo più rimanere prigionieri di gap in termini di maggiori costi
e competitività, come quelli legati al credito, alla burocrazia, alle
infrastrutture, all’energia, ai trasporti e alla produttività, che
costringono le medie, piccole e micro imprese della Sardegna ad
arrancare rispetto agli altri competitor italiani, europei e del
bacino del Mediterraneo”. “Come Associazione – continua la Lai – ci
batteremo fino a quando l’Insularità non verrà tangibilmente
applicata. È necessario, perciò, un lavoro di squadra per riuscire a
consolidare un livello elevato di attenzione sulla questione. Siamo, e
saremo in futuro, di fianco al Comitato nelle azioni che poterà avanti
e in tutte le attività che saranno utili a sensibilizzare imprese e
cittadini”.
Poi l’appello alla Regione affinché la Legge 949, che sostiene le
imprese artigiane della Sardegna, possa diventare strutturale.
Infatti, una spinta fortissima al settore è stata data dagli oltre 42
milioni di euro di finanziamenti erogati, negli ultimi 3 anni, della
Regione e degli Assessorati al Bilancio e Artigianato, dietro le
richieste di Confartigianato Sardegna. In circa 3 anni di attività,
sono state soddisfatte le necessità di finanziamento oltre 2.352
aziende, che hanno ricevuto una media di 18mila euro. Questo circuito
virtuoso ha messo in moto un meccanismo di moltiplicazione attraverso
il quale ogni 1 euro messo a disposizione dalla Legge, ha generato 2,5
euro. Investimenti che sono andati a spalmarsi sui territori e sulle
altre categorie produttive e di servizi.
“C’è necessità che la Norma diventi strutturale, perché grazie ai
cospicui finanziamenti, alla sua snellezza burocratica, al fondo
perduto fino al 40% e all’abbattimento dei costi di interesse questa
era diventata sinonimo di crescita delle imprese artigiane isolane –
sottolinea la Presidente – però, in questo momento, benché
rifinanziato, lo strumento è a rilento anche a causa delle modifiche
procedurali dei mesi passati, per l’istruttoria e la liquidazione
delle pratiche; inoltre si è in attesa della riapertura dello
sportello, per i quali confidiamo in tempi certi e celeri il riavvio
delle procedure”.
La Presidente ha poi toccato anche l’argomento del caro bollette e del
sostegno della Regione a imprese e famiglie per l’autoproduzione.
“A inizio anno plaudimmo l’iniziativa della Regione, in particolare
dell’Assessorato all’Industria, per lo stanziamento in Finanziaria di
70 milioni di euro per supportare imprese e famiglie
nell’autoproduzione dell’energia – prosegue la Presidente di
Confartigianato – ci fece piacere perché avvenne dopo una nostra
proposta, prima in Commissione poi in Assemblea, nella quale
chiedemmo, e ottenemmo, anche il fondo perduto”. “Come imprenditori, e
come cittadini, guardiamo con particolare attenzione quelle risorse
che andrebbero a supportare doppiamente le attività produttive:
direttamente, con l’autoproduzione di energia, e indirettamente,
tramite i cittadini che dovrebbero rivolgersi agli installatori e
impiantisti. Anche su tale stanziamento, chiediamo tempi certi e
celeri e procedure snelle”. Su tale argomento Confartigianato Sardegna
ricorda come il prezzo dell’energia nell’Isola continui a essere
elevato e a far segnare +68,2% rispetto al costo pre-conflitto (2021).
Nonostante a livello nazionale i valori all’importazione si stiano
attenuando, al contrario la dirompente azione del caro energia, anche
nella nostra Isola, pare non avere fine. Nella seconda metà del 2022,
l’escalation dei prezzi di elettricità e gas provocò una impennata dei
costi che toccò un +147,1% rispetto al 2021”.
“C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi
import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese
– ha proseguito – anche in questa fase di discesa dei prezzi
nell’import, nell’Isola le nostre imprese pagano ancora il 68,2% in
più rispetto la media del 2021. Situazione che il Governo deve
modificare”. “Le imprese e le famiglie sarde – ha continuato – pur in
una situazione di favore rispetto al resto del Paese, scontano oltre
25 punti percentuali in più nei confronti della media UE. Situazione
che amplifica il gap di competitività esploso nella fase acuta della
crisi energetica. Ancora una volta l’efficienza straordinaria che gli
imprenditori artigiani isolano raggiungono all’interno dei loro
laboratori si infrange sulla inefficienza esterna. Questa volta non si
tratta di strade ma di una infrastruttura ancora più importante,
l’energia”.
E sul PNNR, l’Associazione Artigiana auspica il pieno coinvolgimento
delle PMI e progetti e bandi a misura di piccole e medie realtà che,
altrimenti, rischierebbero di rimanere ai margini.
“Il successo del Piano dipenderà anche dalla capacità di coinvolgere
tutti gli attori del nostro tessuto produttivo, a partire dagli
artigiani e dalle piccole imprese – rimarca – c’è la necessità di
superare le carenze nei processi decisionali e nelle procedure della
Pubblica amministrazione che stanno ritardando l’attuazione dello
Strumento. La piena realizzazione di questo va garantita anche
attraverso la capacità di rinegoziazione delle risorse e di revisione
delle linee di investimento che vanno integrate con la nuova politica
di coesione 2021-2027. La nostra Associazione, per questo conferma un
deciso impegno per sostenere gli sforzi degli imprenditori, alle prese
con le minacce dell’inflazione e degli incrementi dei costi aziendali.
E’ una sfida sulla quale il Governo ma anche la Regione Sardegna e i
Comuni devono concentrare ogni iniziativa per non perdere
un’opportunità irripetibile per il nostro Territorio e per tutto il
Paese”.
La Presidente ha poi annunciato di voler puntare sui giovani.
“Attraverso il Movimento Giovani Imprenditori – continua – occorre
investire sulle nuove leve dell’imprenditorialità e siamo impegnati a
costruire prospettive di sviluppo per le giovani aziende,
incoraggiando la creatività e la passione delle nuove generazioni”.
“Incentiveremo questa loro forza – ha ripreso – anche per ridare
energia a una regione che non si arrende alla crisi, anzi reagisce in
modo costruttivo, facendo impresa e dando così vita a nuovi posti di
lavoro e opportunità di sviluppo con la forza della creatività, con la
costanza e con l’impegno quotidiano”.
Stesso discorso per l’internazionalizzazione delle imprese: “E’
importante proseguire nel percorso avviato anni fa, visto interesse
delle imprese nei mercati esteri – prosegue – i prodotti della
Sardegna sono apprezzati ed è fondamentale che le nostre realtà
produttive continuino a essere messe nelle condizioni ottimali per
ampliare i loro mercati. Per questo condividiamo la strategia portata
avanti dalla Regione e il potenziamento degli strumenti”.
Tra le priorità dell’Associazione Artigiana anche lo sviluppo della
“Impresa 4.0”. “Crediamo fortemente che gli artigiani possano essere
veri protagonisti dell’innovazione – rimarca la Presidente – a
condizione che sappiano portare avanti un modo di innovare che si
integri con il valore artigiano”. “E’ proprio “l’artigianalità”
l’elemento distintivo fondamentale che rappresenta la forza di un
sistema imprenditoriale, fatto di intelligenza, innovazione e coraggio
– ha rimarcato – che anche in Sardegna muta si evolve. Per questo
qualità, ricerca stilistica, flessibilità e personalizzazione, non
solo possono convivere, ma anche rafforzarsi reciprocamente, dando
vita a un modello vincente”. “Innovazione e valore artigiano –
conclude la Lai – nella nostra Isola possono, e debbono, rafforzarsi
reciprocamente, dando vita a un modello vincente. L’innovazione è
ormai al centro di tutte le strategie di crescita dell’Italia e della
Sardegna, con strumenti concreti che possono finalmente riportare
l’economia regionale a livelli competitivi. Anche per questo siamo
pronti a questa nuova sfida”.
Il profilo dell’artigianato della Sardegna
Nell’Isola le micro-piccole imprese attive con meno di 50 addetti
insieme alle imprese artigiane attive sono 109.028 mila, il 99,7%
delle imprese totali del territorio e occupano 254.638 addetti,
l’82,0% dei lavoratori totali (310.479). Delle micro e piccole imprese
presenti sull’Isola una su quattro (25,2%) è artigiana. La dimensione
media delle imprese artigiane dell’Isola è di 2,3 addetti per impresa.
Sull’Isola i 64 mila addetti che operano nelle realtà artigiane
rappresentano il 20,7% del numero totale di occupati sul territorio.
In particolare, operano nell’artigianato sardo il 42,2% dei lavoratori
del Manifatturiero esteso, il 57,2% dei lavoratori delle Costruzioni e
l’11,8% dei lavoratori dei Servizi.
In Sardegna al I trimestre 2023 le imprese artigiane registrate sono
34.191, si tratta di un’impresa su cinque presente sull’Isola
(171.277). Le nuove iscrizioni nei primi tre mesi dell’anno sono state
568 e le cessate non d’ufficio 593, valore più basso dell’intera
serie; la nati-mortalità di impresa determina un saldo negativo di 25
unità.
Va assolutamente tenuto conto che l’analisi degli ultimi dati
Movimprese, riferiti al I trimestre 2023, sono ancora in parte
condizionati da quanto determinato dalla crisi Covid-19.
Composizione settoriali dell’artigianato sardo
Prendendo a riferimento il numero di imprese artigiane registrate al I
trimestre 2023 a livello di divisione Ateco 2007 tra quelle più
rappresentative del comparto – con numero di imprese registrate che
pesano sullo stock totale di imprese al I trimestre 2023 più dell’1% –
se ne individuano 16 in cui si concentra il 90,1% dell’artigianato
dell’Isola: Lavori di costruzione specializzati con 7.830 imprese,
pari al 22,9% del totale artigianato, Costruzione di edifici, con
5.052 imprese, pari al 14,8% del totale, Altre attività di servizi per
la persona con 3.727 imprese, pari al 10,9% del totale, Commercio
all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli
con 2.315 imprese, pari al 6,8% del totale, Trasporto terrestre e
trasporto mediante condotte, con 1.986 imprese, pari al 5,8% del
totale, Attività dei servizi di ristorazione con 1.960 imprese, pari
al 5,7% del totale, Industrie alimentari con 1.399 imprese, pari al
4,1% del totale, Attività di servizi per edifici e paesaggio con 1.271
imprese, pari al 3,7% del totale, Fabbricazione di prodotti in metallo
(esclusi macchinari e attrezzature) con 1.217 imprese, pari al 3,6%
del totale, Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero
(esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da
intreccio, con 941 imprese, pari al 2,8% del totale, Riparazione di
computer e di beni per uso personale e per la casa, con 727 imprese,
pari al 2,1% del totale, Altre industrie manifatturiere con 724
imprese, pari al 2,1% del totale, Riparazione, manutenzione ed
installazione di macchine ed apparecchiature con 678 imprese, pari al
2,0% del totale, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di
minerali non metalliferi con 575 imprese, pari all’1,7% del totale,
Altre attività professionali, scientifiche e tecniche con 355 imprese,
pari all’1,0% del totale e Attività dei servizi d’informazione e altri
servizi informatici con 332 imprese, pari all’1,0% del totale. Tra
questi principali 16 settori si rileva un peso più elevato
dell’artigianato sul totale imprese operanti nel settore per: Altre
industrie manifatturiere (84,6%), Riparazione di computer e di beni
per uso personale e per la casa (80,7%), Lavori di costruzione
specializzati (74,0%), Industria del legno e dei prodotti in legno e
sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e
materiali da intreccio (71,8%), Altre attività di servizi per la
persona (71,6%), Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi
macchinari e attrezzature) (66,8%), Riparazione, manutenzione ed
installazione di macchine ed apparecchiature (64,8%), Trasporto
terrestre e trasporto mediante condotte (64,4%) e Industrie alimentari
(61,6%). La dinamica di lungo periodo (10 anni) – I trimestre 2013-I
trimestre 2023 – mostra per i principali settori dell’artigianato
dell’Isola trend di crescita per: Riparazione, manutenzione ed
installazione di macchine ed apparecchiature (+49,0%), Attività di
servizi per edifici e paesaggio (+12,2%) e Altre attività di servizi
per la persona (+12,0%); e, all’opposto, trend di decrescita più ampi
per: Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i
mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio
(-33,5%), Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (-29,8%),
Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non
metalliferi (-26,0%), Altre attività professionali, scientifiche e
tecniche (-24,0%), Costruzione di edifici (-23,8%), Riparazione di
computer e di beni per uso personale e per la casa (-21,3%),
Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e
attrezzature) (-21,2%) e Altre industrie manifatturiere (-20,6%).
Nell’ultimo anno – I trimestre 2022-I trimestre 2023 – variazioni
tendenziali positive si rilevano per: Riparazione, manutenzione ed
installazione di macchine ed apparecchiature (+3,8%), Altre attività
di servizi per la persona (+2,9%), Attività dei servizi d’informazione
e altri servizi informatici (+1,2%), Lavori di costruzione
specializzati (+1,1%) e Attività di servizi per edifici e paesaggio
(+0,9%); e negative, più accentuate, per: Industria del legno e dei
prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di
articoli in paglia e materiali da intreccio (-4,9%), Trasporto
terrestre e trasporto mediante condotte (-4,7%), Riparazione di
computer e di beni per uso personale e per la casa (-4,1%), Altre
industrie manifatturiere (-3,3%) e Fabbricazione di altri prodotti
della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,2%).
Imprese artigiane gestite da giovani
In Sardegna nel 2022 sono 2.616 le imprese artigiane gestite da under
351 ., pari al 7,6% del numero complessivo di imprese artigiane
presenti sul territorio e al 18,0% del numero totale di imprese
gestite da giovani imprenditori (14.553). Di queste il 26,3% è gestito
da giovani donne e la restante quota del 73,7% da uomini under 35 e il
5,8% da stranieri con meno di 35 anni.
Il 37,1% delle imprese artigiane gestite da under 35 sono imprese del
comparto Servizi alle persone, il 35,1% sono imprese delle
Costruzioni, il 13,7% sono imprese del settore Manifatturiero e il
12,9% sono imprese dei Servizi alle imprese. Le imprese giovanili
rappresentano il 10,5% dell’artigianato nei Servizi alle persone, il
7,2% in quelli alle imprese, il 7,1% nelle Costruzioni e il 5,2% nel
Manifatturiero. Nello specifico, le prime 5 divisioni per numero di
imprese artigiane registrate gestite da giovani – settori in cui si
concentra il 70,1% dell’artigianato gestito da under 35- sono: Lavori
di costruzione specializzati (con 559 imprese artigiane gestite da
under 35), Altre attività di servizi per la persona (530), Costruzione
di edifici (349), Attività dei servizi di ristorazione (254) e
Attività di servizi per edifici e paesaggio (142).
Focus giovani e futuro
Pensare al futuro ignorando la demografia è impossibile. Il declino
demografico è prossimo e la decrescita della componente giovanile nei
prossimi 40 anni, trend più accentuato proprio nella nostra regione
(-41,0%), è espressione dell’elevata denatalità odierna (2022 anno
record per minor numero di nascite). Ciò innesca meccanismi che
deragliano il processo di crescita economico e sociale. Alcune
evidenze le abbiamo già sotto gli occhi. In un contesto di “declino”,
come quello che si prospetta se non si inverte il trend demografico,
la crescita decelera determinando una domanda di lavoro poco dinamica
e di bassa qualità che attiva, velocizza e spinge un altro fenomeno
sfavorevole per la penisola tutta, e in particolare per la nostra
Isola, quello della “fuga di cervelli”: per la Sardegna il tasso di
migratorietà, calcolato rapportando il saldo estero di laureati 25-39
anni su 1.000 giovani 25-39 anni, è di -0,81, valore che la posiziona
al centro alla classifica nazionale. Si tratta di un fenomeno per
nulla positivo che negli ultimi 10 anni non ha cessato di crescere.
L’ampliamento, in valori assoluti, del saldo negativo (iscritti <
cancellati laureati 25-39 anni), nel 2021 rispetto al 2011, per la
nostra Isola è stato di 130 unità. Questo fenomeno da conferma che i
giovani di oggi sono cittadini del mondo e che quando pensano al loro
futuro hanno lo sguardo lungo che prevarica i confini nazionali. Ciò
chiede al Paese tutto, e alla nostra regione in modo particolare, uno
sforzo in più per far sì che anche restare può rappresentare una buona
scelta. Questo fenomeno del brain drain impoverisce il capitale umano
e riduce la creazione d’impresa. Anche per flussi migratori interni al
paese di giovani laureati, che si spostano da regione a regione, la
Sardegna mostra un saldo negativo (-2,05). Sul fronte lavoro il
segmento giovani è quello che più ha recuperato, a livello nazionale,
i livelli pre-pandemia. Il tasso di occupazione 15-34 anni si attesta
per la nostra regione al 37,5%, valore superiore a quello rilevato per
il Mezzogiorno (31,7%) ma inferiore a quello nazionale (43,7%). Tra le
regioni però è quella che recupera meno i livelli del 2019, difatti il
tasso raggiunge i livelli pre-pandemia (+0,1%) senza superarli. Per
apertura delle imprese verso la platea giovanile under 30, misurata
con riferimento alla quota di entrate previste dalle imprese di figure
con meno di 30 anni, la Sardegna si posiziona ultima con una quota del
3,6%. È invece tra le prime regioni (5^) per quota di Neet, indicatore
che misura il “grande spreco” della risorsa giovani poiché si tratta
di coloro che non risultano inseriti né in percorsi di studio né in
percorsi di lavoro. Tale quota risulta però in contrazione, come in
tutte le altre regioni, nel 2022 rispetto al 2021, di 2,2 punti.
Seppur la dinamica demografica da già i suoi effetti sull’occupazione
autonoma artigiana che vede ridursi la platea di riferimento di
under35 – che nel 2021, ultimo dato disponibile, conta 3.528 unità –
del 12,1% fare impresa resta ancora per il 48,2% degli under 30
italiani un’opzione di scelta post studi, quota di quasi dieci punti
superiore al 38,7% della media Ue a 27. Sono complessivamente oltre 14
mila le imprese gestite da under 35 in Sardegna che hanno un peso sul
totale imprese dell’8,5%, valore inferiore al peso delle imprese
giovanili rilevato per il Mezzogiorno (10,2%), ma in linea con quello
nazionale (8,7%). Per l’artigianato l’incidenza dell’imprenditoria
giovanile si attesta al 7,6%, valore inferiore sia a quello del
Mezzogiorno (10,2%) che a quello nazionale (9,7%). Il peso delle vere
nuove imprese ‘capitanate’ da un giovane imprenditore, sinonimo
dell’attivazione dei giovani in campo imprenditoriale, mostra per la
nostra regione un valore pari al 31,4% inferiore a quello rilevato per
il Mezzogiorno (34,9%) e anche a quello medio nazionale (32,7%), che
la posiziona 16^ nella classifica regionale. Per orientare i giovani
nella scelta post studi ricoprono ruolo centrale le esperienze di
qualità nelle imprese attraverso tirocini/stage e alternanza
scuola-lavoro (oggi PCTO). La Sardegna figura però tra le regioni che
collaborano meno con istituti scolastici attraverso tirocini/stage
(9,0%< valore nazionale 12,5%) e attraverso percorsi di PCTO (3,2%<
valore nazionale 7,2%). Ciò comporta una difficoltà maggiore nella
comunicazione scuola-impresa tenendo lontani due mondi che troppo
spesso viaggiano su binari paralleli. Molti delle variabili appena
descritte stanno alla base dell’Indice Younth Friendly Confartigianato
mediante il quale viene misurato il grado di apertura verso i giovani
dei territori italiani. Il nostro territorio presenta un habitat poco
favorevole per i giovani difatti, per valore dell’indice pari a 384
punti sotto del 38,7% rispetto alla media nazionale, figura tra le
regioni meno attrattive posizionandosi penultima nella classifica, fa
peggio solo il Molise.
Imprese artigiane gestite da donne
Le imprese artigiane gestite da donne2 in Sardegna nel 2022 sono
5.994, pari al 15,1% delle imprese artigiane presenti nel territorio e
al 17,5% del totale imprese femminili (39.646). Di queste imprese
dell’artigianato l’11,5% è gestito da giovani donne under 35, il 5,7%
da donne di nazionalità straniera e lo 0,7% da donne giovani
straniere.
Il settore dei Servizi alle persone è quello in cui si concentra la
maggior quota di imprese artigiane femminili, pari al 57,1% delle
5.994 imprese gestite da donne nell’artigianato; seguito dal settore
Manifatturiero (21,4%), da quello dei Servizi alle imprese (15,3%) e
dalle Costruzioni (5,8%). Sul totale artigianato il peso
dell’imprenditoria femminile è maggiore nel settore dei Servizi alle
persone (36,9% del totale artigianato del settore), seguito dai
Servizi alle imprese (19,6%), dal Manifatturiero (18,5%) e dalle
Costruzioni (2,7%).
Nello specifico le prime 5 divisioni Ateco 2007 per numero di imprese
artigiane gestite da donne – settori in cui si concentra il 72,3%
dell’artigianato femminile- sono: Altre attività di servizi per la
persona (con 2.542 imprese artigiane gestite da donne), Attività dei
servizi di ristorazione (637), Industrie alimentari (492), Attività di
servizi per edifici e paesaggio (459) e Confezione di articoli di
abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia (202).
MPI e artigianato proiettati alla sostenibilità ambientale e al centro
della metamorfosi digitale La transizione green del sistema delle
imprese è caratterizzata da una domanda di lavoro con una diffusa
richiesta di competenze sul risparmio energetico e la sostenibilità
ambientale, un orientamento che si delinea più marcato nelle micro e
piccole imprese (MPI). L’analisi dei dati del Sistema informativo
Excelsior di Unioncamere e ANPAL evidenzia che nel 2022 le imprese
sarde richiedono come necessarie le competenze green, ovvero
l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale,
per 117.700 posizioni, pari all’82,2% delle entrate previste nel 2022.
Tale quota è in aumento di 3,7 punti rispetto all’anno precedente,
quando le competenze green erano richieste al 78,4% delle entrate
previste. Alta importanza delle competenze green è più marcata nelle
MPI – Nel 46,5% delle entrate le imprese richiedono la presenza di
competenze green con un elevato grado di importanza (medio[1]alto e
alto), quota in aumento rispetto al 45,4% rilevato l’anno precedente.
Il peso delle entrate con questa marcata caratterizzazione di
competenze green è più elevato nelle micro e piccole imprese (MPI)
dove è pari al 50,6%. Nel complesso le MPI richiedono 106mila entrate
di cui per 53mila, pari al 50,6%, vi è una elevata importanza delle
competenze per il risparmio energetico e un minore impatto ambientale
dell’attività dell’impresa; anche per le MPI questa caratterizzazione
delle competenze green è in aumento di 2,8 punti rispetto al 47,8%
rilevato l’anno precedente. La quota scende al 34,8% per imprese con
oltre 50 dipendenti. Nel complesso la quota delle MPI è di 15,9 punti
superiore a quella calcolata per le medie e grandi imprese. L’analisi
per settore evidenzia che il comparto delle Costruzioni,
caratterizzato da interventi incentivati per ridurre il consumo
energetico delle abitazioni, registra la quota più elevata di
lavoratori per cui deve essere più marcata l’attitudine al risparmio
energetico e alla sostenibilità ambientale, pari al 49,8%, seguito dal
Manifatturiero con il 46,8% e dai Servizi con il 46,0%. Per virare
verso questa direzione gioca un ruolo non secondario la transizione
digitale che attraverso tecnologie sempre più efficienti si dimostra
in grado di ridurre i consumi di energia e allo stesso tempo i
quantitativi di scarti di materiale impiegato per la produzione. Ciò
pone al centro gli investimenti e le competenze. Le piccole realtà
produttive e dell’artigianato sarde sono anch’esse coinvolte in questo
percorso di ‘metamorfosi digitale’: la quota di MPI che nel 2022 ha
effettuato almeno un investimento in ambito digitale si attesta al
66,2%. Fino ad ora però sono risultate più orientate ad introdurre in
azienda Internet alta velocità (vi hanno investito nel 2022 il 47,8%
delle MPI sarde), Sicurezza informatica (42,7%), Strumenti software
per l’acquisizione e la gestione di dati (38,2%) e IoT (Internet delle
cose), tecnologie di comunicazione machine-to machine (32,2%), tutti
asset digitali fondamentali ma poco sofisticati – ad oggi si attesta
al 24,3% di MPI hanno investito nell’utilizzo di big data per
analizzare i mercati – nel supportare e velocizzare il cambiamento
digitale e conseguentemente green delle imprese, per tale motivo è
richiesto, ancora una volta, e sempre con insistenza maggiore a loro,
alle piccole, un impegno maggiore. La formazione e le competenze sul
fronte green come su quello digitale non sono secondarie soprattutto
nelle piccole realtà spesso molto acerbe su entrambi o su uno solo dei
due temi. La quota di imprese che hanno effettuato o intendono
effettuare attività di formazione con corsi nel 2022 nell’ambito
tematico della transizione green e sostenibilità ambientale si attesta
al 30,5% (>27,9% nazionale) e nell’ambito della digitalizzazione si
attesta invece al 34,6 %