Dopo una nottata piuttosto tranquilla le condizioni di Berlusconi sono peggiorate in mattinata. Se n’è andato questa mattina alle 9.30. Poco dopo la dipartita sono arrivati in ospedale il fratello Paolo e i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio.
Sono tanti i messaggi di cordoglio che arrivano dal mondo politico: da quelli della Presidente del Consiglio Meloni, a quelli del Presidente del Senato La Russa. Arrivano messaggi anche da parte dei molti avversari come Renzi e Fratoianni che nonostante la lontananza di idee riconoscono l’importanza che il senatore ha avuto per la storia del nostro Paese.
È difficile pensare all’Italia senza pensare anche a Silvio Berlusconi. Protagonista della politica degli ultimi 30 anni, ma non solo; il senatore ha rivoluzionato la società, la cultura e il modo di pensare degli italiani. Con la rete Mediaset, tra veline, spot e show televisivi ha contribuito a plasmare i mores nazionali e, a detta di molti, ad appiattire l’opinione pubblica ponendo i focus su frivolezze e populismo.
Il Prima e il Dopo Berlusconi
Berlusconi scende in campo alla fine della Prima Repubblica, determinata dalla crisi conseguente alla indagine del pool di Milano Mani Pulite sulla corruzione presente nei partiti; in precedenza aveva sostenuto il Partito Socialista di Bettino Craxi. Nel 93 a sorpresa dichiara la sua preferenza nei confronti di Gianfranco Fini, ancora membro dell’MSI, come sindaco di Roma contro Francesco Rutelli di Alleanza Democratica. Rivoluzionario perché in precedenza nessuno pubblicamente si era impegnato a sostenere un partito post-fascista.
Ma lo spartiacque è da collocarsi al 26 gennaio del 94, quando con il famoso discorso “L’Italia è un paese che amo” Berlusconi si inserisce nelle pieghe degli affari politici italiani con il suo partito di Centro Destra Forza Italia. Questo “uomo nuovo” cambia sistematicamente il modo di fare e di vedere la politica: grazie alla sua conoscenza dei mezzi di informazione Berlusconi diviene un vero e proprio pifferaio magico in grado di conquistare gran parte degli elettori italiani. E mentre tutti ci scherzano e i sondaggi non lo prendono sul serio il senatore si allea al Nord con la Lega di Umberto Bossi e al Sud con Fini e con una parte dell’ex DC. La sua strategia si rivelerà vincente e ciò lo porterà a divenire Capo del Governo senza passare dalle consultazioni.
Tra primo e secondo Governo Berlusconi
Il primo Governo Berlusconi non ebbe lunga durata a causa della differenze di vedute con il senatore Umberto Bossi, suo alleato nella compagine di governo. Le elezione successive lo videro sconfitto fino alle elezioni del 2001. Sempre accanto ai vecchi alleati l’ex Primo Ministro risultò vincente alle elezioni guidando poi il Governo più longevo della storia repubblicana. In questi anni il Governo approvò la legge Bossi-Fini sull’immigrazione nel 2002, le varie leggi ad personam come le Rogatorie nel 2001 o il decreto contro il Falso in bilancio che permette a Berlusconi di salvarsi dai suoi processi, 5 all’epoca.
Nonostante la sconfitta ottenuta alle elezioni del 2006, Berlusconi sarà nuovamente a Palazzo Chigi un paio di anni dopo. Nel 2008 infatti a Milano annuncia lo scioglimento di Forza Italia, suo partito storico, e la nascita del Popolo della libertà, recipiente dei partiti moderati di centro destra. Vi confluirà anche l’alleato storico Fini, segretario di Alleanza Nazionale erede di un MSI spogliato dall’identità simbolica fascista che lo caratterizzava.
Gli scandali e l’uscita dalla politica
Seguì un gran trionfo per il nuovo partito, interrotto però dalle numerose inchieste giudiziarie che orbitavano attorno a Berlusconi. Tutto è una novità per la politica italiana. Scoppiano i casi delle cene ad Arcore, il “bunga bunga” e il caso Ruby del 2010, che lo porterà alla rottura con Fini.
Il 2011 sarà il suo ultimo anno da premier. Nel 2013 verrà espulso dal Senato per la condanna in Cassazione per frode fiscale, che porrà un freno alle sue mire elettorali per i 5 anni successivi. Ma Berlusconi promette di non ritirarsi, e così sarà. Nel 2014 sigla con Matteo Renzi “il Patto del Nazareno” e nel 2016 con una mossa da negromante riesuma l’ormai mummificato partito di Forza Italia, dando l’addio al Pdl.
Il 2018 segna la fine della leadership di Berlusconi nel centro destra e l’avvento delle forze nuove, quelle di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Gli anni successivi sono segnati dai ricoveri, anche a causa del Covid che lo colpisce nel 2020.
Nonostante l’iniziale contrasto al partito di Giorgia Meloni, il senatore si unisce alla coalizione vincente spingendo per la nomina di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato.
La malattia e il decesso
Il 5 aprile Berlusconi era stato ricoverato per 45 giorni al San Raffaele in terapia intensiva a causa di un’infezione polmonare. La diagnosi non è però buona, si tratta di leucemia mielomonocitica. Dopo il ricovero il rientro a casa, la convocazione di un vertice ad Arcore che non si è potuto svolgere a causa delle sue condizioni. Silvio Berlusconi era stato nuovamente ricoverato venerdì scorso ma questa volta non ce l’ha fatta. Mercoledì alle 15 si celebreranno i funerali di Stato al Duomo di Milano.
Umberto Zedda
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