“Come deve procedere la ricostruzione? In montagna priorità alla viabilità e suddivisione degli interventi in tre grandi macro aree. Le grandi frane che richiedono studi approfonditi, interventi di ripristino della viabilità che richiedono interventi strutturali localizzati, ripristini mediante movimento terra con utilizzo di mezzi meccanici.
Gestione del territorio con massima attenzione alle tecniche colturali non sempre consone alla geomorfologia dei versanti. Costante mappatura e aggiornamento dei dissesto eseguita da geologi con classificazione e definizione delle priorità. Immediato avviso della revisione della carta del dissesto e nuove modalità di classificazione delle frane.
Cosa è necessario fare invece per i Fiumi e il rischio alluvioni. Un grande Piano per il rifacimento delle arginature e dove possibile spostarle allargando il corso del fiume per dare nuovo spazio alle acque, consolidare le vecchie arginature e renderle idonee a resistere ai sormonti delle piene affinché non si rompano. Ricostruire i ponti con una unica arcata, rivedere il piano casse di espansione favorendo lo spostamento degli argini e recuperando le aree di laminazione naturali per aumentare lo spazio a disposizione delle acque, conservazione integrale delle foreste come primo presidio per trattenere le acque”.
Lo ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.
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