Nuoro, il consiglio comunale approva l’odg proposto dai comitati sardi di difesa della sanità pubblica
Oggi il consiglio comunale di Nuoro ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal coordinamento dei comitati sardi per la difesa della sanità pubblica, con cui l’assemblea ha espresso:
la contrarietà al finanziamento pubblico alla sanità privata; il rifiuto di qualunque atto aziendale che non persegua gli obiettivi finalizzati al rilancio del sistema sanitario –
(tra i quali, un numero di medici di famiglia, pediatri, guardie mediche in ogni comunità proporzionato al numero di abitanti, il potenziamento di poliambulatori, case della salute e case di comunità, un’equa distribuzione delle risorse umane sul territorio regionale, il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario);-
la contrarietà alla gestione dei pronto soccorso da parte di società che si avvalgono di medici in affitto.
Nuoro, il consiglio comunale approva l’odg proposto dai comitati sardi di difesa della sanità pubblica
«Ringrazio il coordinamento perché ancora una volta ci consente di prendere posizione a difesa della salute – ha dichiarato il sindaco Andrea Soddu nel suo intervento -.
È un documento che abbiamo approvato con convinzione, che ci consente, insieme alle altre amministrazioni civiche, di manifestare il disagio e la necessità di porre rimedio allo stato attuale della sanità.
Oggi è difficile essere ottimisti guardando la situazione della sanità pubblica non solo a Nuoro, ma in tutta Italia.
I sindaci dell’intero Paese manifestano e protestano per le stesse problematiche: mancano i medici di famiglia, chiudono i pronto soccorso, non ci sono pediatri, reparti a ranghi ridotti, ospedali che non ricadono nelle aree metropolitane sempre a rischio di chiusura e le strutture dei grandi centri sovraccariche a discapito della qualità dei servizi.
Situazione aberrante
Per fare un esempio, se oggi ci si prenota per una visita urologica, viene fissata tra un anno e mezzo e questo accade a Nuoro, ma anche a Cagliari, Sassari e Olbia.
È una situazione aberrante, considerato anche che se si va in intra moenia o ci si rivolge a un privato, magari uno stesso medico che lavora in ospedale la mattina, viene fissata dopo un giorno. Quindi stiamo introducendo per la risposta ai bisogni di salute una classificazione basata sul censo, stiamo eliminando di fatto il sistema sanitario nazionale.
Ciò costringerà i cittadini che possono farlo, a stipulare delle assicurazioni che copriranno le spese della sanità privata e in parte è ciò che sta già accadendo. Non so se ci sia una volontà precisa per fare in modo che questo accada; sicuramente le scelte fatte dalla politica nazionale e regionale stanno portando in questa direzione. Noi siamo per il sistema sanitario pubblico, perché non conosce distinzioni di censo.
Le proteste collettive hanno avuto una certa influenza
Quello che abbiamo fatto fino a oggi non è bastato per risolvere tutte le criticità:
ma se oggi hanno bandito i concorsi per il San Francesco per coprire alcune direzioni di struttura complessa, vuol dire, evidentemente, che le nostre proteste collettive hanno avuto una certa influenza. Così pure per quando riguarda i concorsi di prossima pubblicazione per ematologi, oncologi e altre figure; nonché l’apertura di un altro reparto di chirurgia, a seguito della nostra contestazione all’atto aziendale.
Non basta, certo. Come amministratori locali possiamo e dobbiamo fare di più in questa battaglia per i diritti per i cittadini; ma di questi risultati ottenuti grazie alle proteste delle associazioni, dei cittadini e delle amministrazioni locali, ne dobbiamo essere consapevoli.
Insieme ad associazioni e tutti i cittadini, dobbiamo studiare forme di protesta e proposta di maggiore incisività, che passano sia per una presenza sulle piazze e opera di sensibilizzazione della comunità.
Negli ultimi anni abbiamo svolto consigli comunali aperti, abbiamo ottenuti la convocazione in forma permanente della commissione Sanità; siamo andati a protestare sotto il Consiglio regionale portando il nostro gonfalone all’interno del palazzo; abbiamo interloquito con assessori regionali, commissari Asl, Ats e tutti i vertici possibili e immaginabili; lo scorso anno abbiamo ricevuto in Comune l’allora viceministro della Salute Andrea Costa. Tutto questo, rispetto a un fenomeno molto complesso, ha prodotto alcuni risultati, ma altre problematiche rimangono aperte.
La sanità pubblica è una grande conquista della democrazia, dello stato di diritto, legata all’articolo 3 della nostra Costituzione. Valori in cui crediamo e in difesa dei quali ci batteremo fino allo spasmo».