Riforma Cartabia, a Catanzaro dal seminario Fsp Polizia nuovo allarme. “Non si è tenuto conto delle esigenze per la sicurezza”. Ferro: “Volontà del governo di difendere la giustizia”
Grande partecipazione, ieri a Catanzaro, al seminario sul tema “La Riforma Cartabia in sede penale e gli effetti sull’attività della Polizia giudiziaria. Riflessioni pratiche sull’attività delle Forze di polizia”. L’incontro, organizzato dalla Segreteria provinciale Fsp Polizia di Stato di Catanzaro, si è svolto presso la Sala conferenze polifunzionale della Polizia di Stato e si è aperto con i saluti del Questore, Maurizio Agricola; di Rocco Morelli, Segretario provinciale Fsp Catanzaro; e Rocco Pardo, Segretario regionale Fsp Calabria.
Ha introdotto i lavori Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato poi, moderati dal Vice Presidente Fsp, Franco Maccari, sono intervenuti: il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio; il sostituto Procuratore generale di Catanzaro, Marisa Manzini; Felice Fioresta, Consigliere dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro; e il Sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro. Le conclusioni, infine, sono state di Giuseppe Brugnano, Segretario nazionale Fsp Polizia.
Si è trattato di “un’importante riflessione a più voci – ha detto il sottosegretario Ferro -, che mette in rilievo le storture che avevamo annunciato nel precedente mandato votando contro la riforma Cartabia e che sono state in parte corrette al Senato il 17 di maggio attraverso il ‘salvataggio’ dei dispositivi che in qualche modo erano stati tolti alla magistratura come strumenti per combattere la criminalità. Io credo che sia evidente la volontà da parte del governo Meloni di far sì che non ci sia una giustizia di cui nessuno più riconosce l’autorevolezza. Giusti strumenti ai magistrati, giusti strumenti alle forze dell’ordine e nello stesso tempo salvaguardare i cittadini sani e onesti che sono sempre di più alla ricerca della sicurezza”.
Una riforma che ha innescato un confronto serrato e che “avendo modificato fortemente l’impianto normativo del codice di rito penale incide in via immediata e diretta anche sull’attività di polizia giudiziaria” ha spiegato il procuratore Curcio, centrando poi i punti più problematici: anzitutto le modifiche apportate al regime di procedibilità di alcuni reati, tali per cui molti reati che un tempo eran perseguibili d’ufficio, ora sono diventati perseguibili a querela di parte.
“Questo ha inciso in via immediata e diretta anche sull’attività di polizia giudiziaria, così come altre norme, per esempio in tema di possibilità di procedere all’arresto obbligatorio nelle ipotesi di flagranza, poiché preliminare all’arresto c’è la presentazione della querela e laddove la persona offesa non è rintracciabile non si ha querela e quindi la polizia giudiziaria non poteva procedere all’arresto”.
“Proprio in questi giorni – ha aggiunto il procuratore – con legge del 24 maggio scorso, la n. 60, che entrerà in vigore il prossimo 16 giugno, è stato apportato un primo correttivo alla riforma Cartabia sul tema, prevedendo la possibilità per la polizia giudiziaria, rispetto a reati rientranti nelle tipologie per cui è previsto l’arresto obbligatorio, di procedere all’arresto dell’indagato pur in mancanza della querela che comunque deve sopravvenire entro 48 ore”.
Una riforma dibattuta, insomma, per molti aspetti avversata dal Sindacato come ha spiegato Mazzetti parlando di un provvedimento che “ha un impatto fondamentale sulla sicurezza e quindi su tutti i cittadini. Come attori protagonisti in questo settore non possiamo non richiamare l’attenzione su una serie di problematiche, prima fra tutte il mutamento di una lunga serie di delitti che prima venivano perseguiti d’ufficio, mentre oggi, con la riforma, si è ritenuto di scaricare sulle spalle dei singoli cittadini la responsabilità di procedere o meno, rendendoli perseguibili solo a querela di parte.
Questo in astratto può essere considerato un aspetto ‘democratico’, in realtà non tiene conto delle difficoltà economiche che possono avere i cittadini, né tantomeno delle difficoltà di chi vive in un ambiente più degradato e quindi subisce anche psicologicamente le pressioni dell’eventuale aggressore. Dell’aspetto della sicurezza in questo provvedimento non si è tenuto conto affatto”.
E, del resto, il tema del confronto è stato scelto proprio raccogliendo le istanze “di moltissimi poliziotti che quotidianamente si trovano a confrontarsi con i tanti problemi che ha generato una riforma epocale, e che devono dare le prime risposte ai cittadini” ha concluso Brugnano, ringraziando il Questore per la sua grande attenzione all’attività del Sindacato, e infine regalando un lungo e appassionato ricordo del collega Benito Scarfone, poliziotto e storico sindacalista drammaticamente venuto a mancare a gennaio, a cui si è scelto di dedicare la Segreteria provinciale della Fsp Polizia di Catanzaro.
Anche a seguito della commossa telefonata del Capo della Polizia, Vittorio Pisani, al Segretario provinciale Fsp con cui ha comunicato rammaricato di non poter presenziare all’intitolazione dell’amico Benito per precedenti impegni, è stato deciso di rinviare la cerimonia ufficiale a una data prossima in cui anche Pisani potrà partecipare.
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