Sughericoltura. Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio. La cura e la valorizzazione del bosco riconquisti la sua centralità ambientale ed economica
Sassari, 4 luglio 2023 – “La cura e la valorizzazione delle sugherete, e quindi dei boschi della tipica quercia mediterranea, è bene che riconquisti in Sardegna la sua centralità ambientale ed economica con interventi capaci di assicurare valore aggiunto alle aziende agricole e nuovo slancio occupazionale in tutta la filiera: dall’estrazione fino alla trasformazione e alla vendita”. L’appello arriva dal presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, proprio quando la campagna della raccolta in tutta l’Isola è entrata nel vivo con le estrazioni iniziate a fine maggio e in chiusura a fine agosto. “Negli ultimi 20 anni – ha proseguito il presidente provinciale – è mancata nella nostra Isola una politica forestale efficace.
Questo ha determinato uno scadimento qualitativo e quantitativo generale delle sughere dovuto all’abbandono o alla poca cura delle terre, agli incendi e agli attacchi dei parassitari, in un quadro complessivo esacerbato dal cambiamento climatico. L’auspicio è che la Regione sappia dare un nuovo corso alla gestione delle foreste e alla valorizzazione del sughero, garantendone una continuità nel tempo. Se le risorse, che potranno provenire dal Piano strategico nazionale (il vecchio Programma di sviluppo rurale) e da apposite linee di finanziamento nazionale e comunitario, verranno impiegate in iniziative estemporanee, occasionali e generiche, il rischio concreto è quello di perdere l’ennesima opportunità e di non incidere positivamente sul futuro del comparto”.
Incontro in Regione.
Proprio dello stato di salute della sughericoltura sarda si è discusso qualche giorno fa in un incontro convocato a Cagliari, nell’assessorato dell’Agricoltura, dall’assessora Valeria Satta. Ai lavori, oltre ai vertici di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, hanno partecipato rappresentanti del ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste (Masaf), dell’Università di Sassari, delle agenzie regionali Agris Sardegna e Forestas, del mondo della trasformazione, del servizio fitosanitario dell’Assessorato e parlamentari sardi.
Coraebus undatus.
Il faccia a faccia è entrato subito nel vivo quando si è parlato dei problemi che sta generando il Coraebus undatus, il coleottero che intacca e scava la corteccia delle piante, danneggiando irreparabilmente il sughero. La situazione è al vaglio del Servizio fitosanitario e dell’Università di Sassari che stanno cercando di costruire un report con dati certi. Al momento attuale l’infestazione è circoscritta nei territori di Tempio Pausania, Calangianus, Aggius; Luras e, in maniera minore, a Monti. “Sulle modalità di eradicazione e contrasto di questo parassita; ha precisato Taras; il confronto è aperto da tempo, ma dall’incontro cagliaritano è emerso che la bollitura non può essere considerata uno strumento di lotta.
Può essere, semmai, un intervento da valutare ulteriormente per quanto riguarda la movimentazione del sughero; in quanto potrebbe evitare di diffondere il parassita al di fuori del territorio in cui si trova. Sono però indispensabili ulteriori rilevamenti e studi per comprendere quando sarebbe eventualmente utile eseguirla. L’unico stadio fenologico dell’insetto suscettibile alla bollitura è, infatti, quello di pupa; agire una volta che questo è sfarfallato, rischia di rendere tale procedura del tutto inefficace. Ecco perché è indispensabile completare i rilevamenti nei siti infestati”, ha concluso il presidente provinciale.