Il Parlamento dichiara l’avvenuta eradicazione in Sardegna della Peste Suina Africana e ne chiede il riconoscimento alla Commissione Europea
Accolto emendamento PD, risoluzione unanime in commissione agricoltura, ora la Regione faccia la sua parte.
Il Parlamento dichiara l’avvenuta eradicazione in Sardegna della Peste Suina Africana e ne chiede il riconoscimento alla Commissione Europea
Le dichiarazioni di Silvio Lai (Pd)
Il Parlamento dichiara l’avvenuta eradicazione in Sardegna della Peste Suina Africana e ne chiede il riconoscimento alla Commissione Europea
Il Parlamento dichiara l’avvenuta eradicazione in Sardegna della Peste Suina Africana e ne chiede il riconoscimento alla Commissione Europea
Roma 26 luglio 2023 – “Ora è la Regione che deve fare la sua parte; il Parlamento ha ottemperato in maniera unitaria sancendo che la PSA in Sardegna è eradicata dal 2019, grazie alla campagna voluta nel 2014 dalla Giunta Pigliaru.”
Così dichiara il parlamentare dem Silvio Lai.
“Nella risoluzione Bruzzone 7-00084 (poi 8-00016) presentata nel mese di aprile scorso e approvata dopo 3 mesi di discussione per rafforzare e indirizzare il lavoro del commissario nazionale contro la PSA e dei competenti ministeri dell’agricoltura e della sanità è stato approvato l’emendamento PD presentato a firma Lai – Vaccari (capogruppo PD in commissione agricoltura che impegna il Governo “n)
a profondere ogni sforzo affinché la Commissione europea riconosca pienamente e senza ulteriori ritardi l’avvenuta eradicazione della PSA dalla Sardegna, considerato che già dal 2019 non sono ulteriormente riscontrabili evidenze in merito alla sussistenza di virus vivi, ma solo di anticorpi;”.
“Un passo in avanti importante”
“Si tratta di un passo in avanti importante perché con il voto unanime della commissione si dichiara l’avvenuta eradicazione della PSA in Sardegna; il cui piano di eradicazione viene considerato il modello di riferimento nella lotta alla peste suina, richiamato nel piano di eradicazione delle regioni e di quello nazionale.
Questo permette un’azione congiunta tra Governo e Regione e richiama la Giunta Regionale sarda ad assumere iniziative coerenti con questa dichiarazione; aiutando a superare l’attuale divisione del territorio regionale e consentendo finalmente la mobilitazione totale dei prodotti”.
Hanno dichiarato Lai e Vaccari.
“Si tratta di un dato ancora più importante per la Sardegna; se confrontato con la diffusione della malattia in diverse regioni italiane che erano state sinora indenni.”
La Sardegna non è sola
Peraltro, e proprio per questo, la Sardegna non è sola perché :
“il commissario straordinario per la peste suina africana è chiamato a coordinare:
i servizi veterinari delle Asl competenti per territorio, le strutture sanitarie pubbliche, le strutture amministrative e tecniche regionali; nonché gli enti territorialmente competenti e a verificare la regolarità dell’abbattimento e distruzione degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse di suini; nonché le procedure di disinfezione svolte sotto il controllo della Asl competente;”
e “il Ministero della salute ha adottato il piano nazionale di sorveglianza della Psa, approvato e cofinanziato dalla Commissione europea per il 2023, con l’obiettivo di proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus Psa nelle zone libere, e limitarne la diffusione sui territori infetti, riducendo le aree di circolazione virale”.
Eliminazione delle zone di restrizione
“Per questo motivo la Regione deve chiedere alla Commissione Europea, insieme al Governo, l’eliminazione delle zone di restrizione dichiarando chiusa la lunga storia di peste suina in Sardegna. Dall’altro lato deve rispettare il nuovo piano nazionale ed non tollerare comportamenti “buonisti” illegali (leggi pascolo brado) che possano far riprecipitare l’isola nel baratro di un sistema produttivo cancellato in cui è stata per decenni: solo a queste condizioni e con una posizione chiara della Regione, la Commissione Europea non avrà più scuse per adeguarsi alla richiesta del Governo Italiano. Per questo tocca alla Regione uscire dall’ambiguità ne fare il suo dovere.” Ha concluso Silvio Lai.
La situazione nazionale
Al 6 giugno 2023, – si legge nella risoluzione della commissione agricoltura –
nell’Italia continentale si riscontrano un totale di 847 casi in tutta la penisola di cui:
440 in Piemonte (Alessandria); 318 in (Genova-Savona); 56 nel Lazio (Roma) di cui 1 su altri suidi, Campania 16 (Salerno), Reggio Calabria 9 di cui 2 su altri suidi…
….anche se i contagi sono concentrati in diverse aree del Piemonte e della Liguria, e, in parte, del Lazio, e dal 5 giugno 2023, della Campania e della Calabria, è necessario che la Psa non raggiunga le zone a più alta intensità di capi suini allevati e nelle quali sono ubicati i maggiori stabilimenti produttivi di carni e salumi, aree in cui i danni derivanti da una diffusione della malattia sarebbero inimmaginabili;
gli effetti scaturiti dalla diffusione della malattia hanno già avuto un impatto enorme su tutta la filiera suinicola;
la produzione di carne suina in Italia è una delle principali attività dell’agricoltura italiana con circa 10 milioni di suini allevati ogni anno ed è concentrata in alcune regioni del paese; il settore suinicolo in Italia vanta un fatturato di circa 3 miliardi di euro per la fase agricola e di circa 8 miliardi di euro per quella industriale, incidendo per il 5,8 per cento sul totale agricolo e agroindustriale nazionale e impiegando circa 40.000 persone;
in particolare, i prodotti a base di carne Dop e Igp hanno un valore alla produzione pari a 1,93 miliardi di euro e un valore al consumo pari a 4,98 miliardi di euro mentre l’export vale 601 milioni di euro;