Note senza tempo, 5^ Festival Internazionale di Musica Antica. Dolci Accenti ensemble al primo appuntamento con la musica antica 30 luglio 2023 h 20:30, Chiesa di Nostra Signora della Pazienza, Uri (SS)
Lo staff del Festival internazionale di musica antica “Note Senza Tempo” si prepara all’apertura della V edizione del festival, promosso dall’APS Dolci Accenti. Ad aprire le danze saranno proprio i “padroni di casa” dell’ensemble Dolci Accenti: Calogero Sportato alla tiorba, arciliuto e chitarra barocca, Daniele Cernuto alla voce e viola da gamba, e Cipriana Smarandescu al clavicembalo; con uno dei loro cavalli di battaglia: il repertorio “Occhi Vaghi e Leggiadri”, concerto il cui titolo evocativo non deluderà le aspettative di una magica serata all’insegna della musica antica.
Gli artisti:
Gli strumentisti dell’ensemble Dolci Accenti provengono da esperienze artistiche e culturali diverse; si sono incontrati durante i corsi di studio del Conservatorio di Vicenza, dove si sono specializzati nell’esecuzione del repertorio musicale del XVII secolo e dei primi anni del XVIII, approfondendo lo studio e la ricerca su fonti originali quali trattati, musiche, stampe, manoscritti e cronache dell’epoca. Parallelamente all’interesse per la musica strumentale di quel periodo, hanno rivolto la loro attenzione alla musica vocale e alle sue potenzialità espressive. L’ensemble, che suona con copie di strumenti originali, interpreta e si interessa particolarmente alla produzione musicale di uno dei periodi più floridi, vari e ricchi della musica non solo italiana. Dolci Accenti ensemble, tra le altre associazioni concertistiche, è stato invitato al Festival di Arti Medievali di Sighisoara (Romania) nel luglio 2000, dove ha registrato per la radio Rumena, a Vilnius (Lituania) presso Lietuvos Musikos Akademia.
Note senza Tempo
E’ stato ospite dal 2002 al 2006 al Festival di Monte Acuto (Sardegna), e negli anni successivi presso gli amici della musica di Milazzo, Caltanissetta, Associazione Bellini di Messina, al festival internazionale di Bosa, al festival delle Bocche, Sonorità riservate, Note senza tempo, Brianza Classica, Ravenna Festival, Consolato italiano di Wolfsburg (D), Festival Voci d’Europa, Ente concerti di Oristano, Nuoro baroque festival, Festival internazional de musica antiga de Caimari (Palma de Maiorca), Festival Internazionale del Val di Noto “Magie Barocche”, Festival Le vie del barocco Genova, Musica felix Foggia. I musicisti dell’ensemble Dolci Accenti collaborano con i più importanti gruppi italiani ed esteri, (I Barocchisti, Radio Svizzera Italiana, Venice baroque Orchestra, Auser musici, De Labyrintho solo per citarne alcuni), registrando dischi per etichette come Tactus, Stradivarius, Glossa, Sony, Naxos, Deutsch Grammophone, K617, Arts, Bongiovanni, Dynamic, CPO.
L’ensemble Dolci accenti ha inciso “Bitte Ruhe”, l’integrale delle sonate inedite di Fr. Ruhe per viola da gamba e basso continuo e “Occhi Vaghi e leggiadri” con musiche strumentali e vocali del 600 italiano pubblicato per Urania Records. Recentemente ha registrato le sonate per violoncello e basso continuo di Giovanni Battista Sammartini dell’op.4 pubblicate per la Brilliant classics.
Il programma:
“Occhi vaghi e leggiadri”: un titolo evocativo che rimanda ad atmosfere antiche e raffinate, ma anche sognanti e poetiche. Descritto come una “Insalada musicale”, il repertorio proposto all’interno di questo concerto è un mix di brani vocali e strumentali, con una magnifica varietà di testi e strumenti. Alla base di questo repertorio, un’accurata e minuziosa ricerca musicologica sulle fonti originali dell’epoca (trattati, musiche, stampe, manoscritti e cronache dell’epoca) per scovare le chicche migliori di un periodo forse tra i più ricchi, vari e floridi della musica italiana: quello che va dalla fine del 500 al primo seicento, in cui il primato della musica vocale iniziava a lasciar spazio a quella strumentale che andava emancipandosi come genere autonomo.
Scelta e ordine dei brani, all’interno del repertorio Occhi Vaghi e Leggiadri, non sono casuali, ma vi si scorge invece nella forma l’idea dell’opera nell’alternanza di arie vocali e brani strumentali di autori famosi come G. Kapsberger, D. Ortiz, G. Frescobaldi, T. Hume, G. Sanz.
I testi
I testi ripercorrono i diverse aspetti dell’amore attraverso le allegorie tipiche del tempo. E allora le labbra diventano “rose purpurine” e piene di spine, o “porta del riso”, che custodiscono grandi tesori che difficilmente si schiuderanno per baciare l’amato. Gli occhi sono lumi che lanciano lampi di luce e le lacrime sono paragonate a fontane e fiumi. Questo è il canto dell’amore e della bellezza inafferrabile della propria amata, la cui dura sorte fa cadere il nostro amante in sventura. Proprio Orfeo canta e prega i Numi infernali affinchè, da vedovo amante, possa riportare la sua cara consorte dagli Inferi. Amori che partono via, lontano e che fanno morire la speranza. Con la lontananza vedono avvicinarsi la morte come unica soluzione di sollievo, dopo una distruzione come neve al sole.
Ed ecco che ai madrigali sono intercalati, nella stessa struggente atmosfera, brani strumentali che ne ricalcano gli affetti appena narrati; così per le altre allegorie, con altri autori che descrivono musicalmente, diversi stati d’animo nei quali ognuno potrà riconoscersi.
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