Sardinia Radio Telescope, ritorno al futuro
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha completato con successo l’acquisizione di tutta la strumentazione di avanguardia prevista nel progetto PON Ricerca e Innovazione 2014 – 2020.
Il progetto, – finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca per un totale di 18,7 milioni di Euro, –
ha raggiunto l’obiettivo di potenziare tecnologicamente il Sardinia Radio Telescope (SRT).
Si apre ora una fase di verifica della nuova dotazione strumentale che porterà il radiotelescopio nella condizione di piena attività e produttività scientifica.
La comunità astronomica internazionale potrà affrontare nuovi ambiti di ricerca, prima non esplorabili; grazie alla possibilità di osservare l’Universo nelle onde radio fino alla frequenza di 100 GHz.
Approfondimenti sui 9 Obiettivi Realizzativi
Sardinia Radio Telescope, ritorno al futuro
Il Sardinia Radio Telescope (SRT), situato a San Basilio in provincia di Cagliari, è una Infrastruttura di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
È un radiotelescopio di 64 metri di diametro, certamente uno dei più innovativi e performanti d’Europa, nato per studiare le onde radio provenienti dal cosmo. Oltre ad essere uno strumento ideale per le applicazioni astronomiche come “antenna singola”, SRT può osservare anche in modalità interferometrica a lunghissima base, la cosiddetta tecnica VLBI; cioè in rete con le antenne europee e le altre antenne italiane dell’INAF situate a Medicina, in provincia di Bologna, e a Noto, in provincia di Siracusa.
Sebbene SRT sia stato progettato per osservazioni fino ad una frequenza nominale di 100 GHz, nella sua configurazione iniziale, lo strumento era stato equipaggiato con ricevitori che hanno una copertura di frequenza da 0,3 a 26 GHz.
Programma Operativo Nazionale (PON)
Nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) denominato “Potenziamento del Sardinia Radio Telescope per lo studio dell’Universo alle alte frequenze radio”, INAF si è aggiudicato un finanziamento di 18,7 milioni di Euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Il progetto di potenziamento di SRT è partito il 25 giugno del 2019 e si è concluso il 25 giugno 2023 e ha visto la partecipazione di ricercatori di Sapienza Università di Roma, del CNR-EIIT, dello UK Research and Innovation (UKRI) nel Regno Unito, dell’Università di Manchester sempre nel Regno Unito e del Korea Astronomy and Space Science Institute (KASI) in Corea del Sud.
Obiettivi di potenziamento previsti
Per raggiungere gli obiettivi di potenziamento previsti nel progetto, SRT è stato equipaggiato con quattro nuovi ricevitori che permetteranno agli astronomi di osservare l’Universo fino a 100 GHz, avendo così una nuova finestra per studiare fenomeni celesti prima non esplorabili.
Per migliorare le capacità di puntamento e la sensibilità del radiotelescopio, SRT è stato dotato anche di un nuovo sistema metrologico. E’ stato acquisito un avanzato sistema di backend e di computer per il trattamento dei dati, sono state potenziate le interfacce meccaniche ed elettroniche dell’infrastruttura che permetteranno al sistema un migliore funzionamento nel suo complesso.
Infine, il potenziamento dei laboratori nella sede di Selargius della sede INAF di Cagliari, permetterà di mantenere allo stato dell’arte tutta questa nuova strumentazione capitalizzando il potenziamento per i prossimi 10 anni, almeno. Questi risultati sono stati presentati oggi al Teatro Doglio di Cagliari durante l’evento “Dall’Università all’impresa: la ricerca è innovazione” organizzato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Dichiarazioni
Il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Marco Tavani commenta:
“Con la strumentazione d’avanguardia e gli aggiornamenti infrastrutturali che vanta ora il Sardinia Radio Telescope potremo davvero spingerci molto più avanti nello studio dell’Universo nelle onde radio.
Sono davvero orgoglioso di veder completato tutto questo complesso e articolato lavoro nel perfetto rispetto delle tempistiche e dei finanziamenti forniti dal Ministero dell’Università e della Ricerca, anche considerando i gravi problemi legati alla passata pandemia da COVID-19.
Un lavoro corale che ha visto tutte le ‘anime’ dell’INAF – scientifiche, tecnico-ingegneristiche e amministrative – collaborare al meglio per raggiungere questo importante traguardo”.
Il progetto
Il progetto è strutturato in nove Obiettivi Realizzativi, ognuno con un responsabile; e le varie attività sono state seguite da un team di circa 60 unità di personale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica composto da tecnologi, tecnici, amministrativi e ricercatori distribuiti nelle sedi di Cagliari, Bologna, Firenze e Catania.
L’infrastruttura così potenziata permetterà alla comunità scientifica di espandere l’utilizzo di SRT ad alte frequenze radio; sia in modalità a disco singolo che in modalità interferometrica nella rete VLBI. Nel progetto finanziato è inoltre compreso un potenziamento delle antenne INAF di Medicina e Noto che operano, congiuntamente a SRT, nella rete VLBI.
Si apre ora una nuova fase di verifica della nuova dotazione strumentale, che porterà il radiotelescopio nella condizione di piena attività e produttività scientifica; consentendo al radiotelescopio di operare con grande versatilità ed efficienza; permettendo agli astronomi di esplorare aree scientifiche di frontiera grazie ad una copertura in frequenza da 0.3 a 100 GHz .
Potenziamento tecnologico di SRT
Il potenziamento tecnologico di SRT ha permesso la creazione di forti sinergie tra il team INAF e i diversi operatori economici che si sono aggiudicati le forniture dei beni oggetto del potenziamento; permettendo una costante co-ingegnerizzazione tecnologica. Inoltre ha anche creato un indotto di sviluppo economico a livello regionale:
attraverso l’affidamento a piccole e medie imprese locali di servizi e forniture a supporto delle attività principali.
Ha inoltre consentito lo sviluppo all’interno di INAF di uno stimolante vivaio di giovani ricercatori:
attratti dalle potenzialità scientifiche di SRT e dalla grande sfida da un punto di vista ingegneristico permettendo loro di acquisire nuove expertise.
Inoltre, vi sono state ricadute importanti anche in ambito educativo. Infatti il progetto è scelto dagli studenti della terza B dell’Istituto Superiore E. Fermi di Alghero come progetto di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Gli studenti lo hanno studiato, hanno verificato le sue fasi di attuazione, monitorato le azioni e creato eventi e attività di comunicazione nell’ambito di un monitoraggio di finanziamenti europei.
Dichiarazioni Federica Govoni, ricercatrice INAF a Cagliari e responsabile del progetto PON SRT
Federica Govoni, ricercatrice INAF a Cagliari e responsabile del progetto PON SRT ricorda:
“Questo risultato non si sarebbe potuto raggiungere senza la costante presenza di:
Responsabile Amministrativo del progetto Maria Renata Schirru; del Direttore dell’ INAF di Cagliari Emilio Molinari; Responsabile Unico del Procedimenti delle gare d’appalto Ignazio Porceddu; del Project Office composto da Davide Fierro, Letizia Caito e Andrea Orlati; del personale che ha curato la rendicontazione e l’archiviazione della documentazione tecnica, ovvero Adina Mascia e Teresa Pulvirenti e dell’intero Team del progetto.
Tutti hanno partecipato al raggiungimento degli obiettivi con grande spirito di abnegazione”.