Massimiliano Fazzini (climatologo – Responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale):
“Questa è la prima, vera ondata di calore dell’Estate 2023. Un ‘educazione ambientale è assolutamente necessaria per permettere in primis al cittadino di non porsi in situazioni di rischio specifico per se e per gli altri in occasione di eventi atmosferici ed idrogeologici di una magnitudo significativa, in attesa di applicare le azioni fondamentali contenute nel Piano Nazionale di Adattamento al climate change oramai prossimo a debuttare”.
Temperature, caldo: interviene la Società Italiana di Geologia Ambientale
“Stiamo vivendo un’intensa ondata di calore, la prima vera ondata di calore scientificamente comprovata dell’Estate 2023. Per ondata di calore si intende una fase continuativa di almeno 5 giorni con temperature massime localmente superiori al 90 percentile della serie storica estesa per almeno 30 anni.
Nel territorio fisico italiano, mediamente questa “soglia” termica, si pone attualmente tra i 32 ed i 34°C. Solamente applicando questa precisa regola, la stragrande maggioranza delle comunicazioni meteo va a decadere come “impressione”.
Sembrerebbe poi oltretutto “curioso” caratterizzare come eccezionale o estrema questa ondata di calore (da alcuni “chiamata per nome” senza alcun “permesso” scientifico) quando essa non è ancora terminata! “.
Lo ha affermato Massimiliano Fazzini, climatologo, Referente Nazionale del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.
Dichiarazioni
“Altro refuso derivante da voglia di notorietà o da impreparazione scientifica?
E ancora. Stranamente, i valori termici piu elevati in meso aree vengono evidenziati da stazioni di misura non appartenenti a reti meteorologiche ufficiali che dovrebbero –
e non sempre avviene – rispondere a precise note della WMO-OMM. Misteri della scienza.
Di seguito, il ricorso “assoluto” alle misurazioni da remote sensing, quasi fossero esse vangelo assoluto. Senza alcun dubbio, esse si riveleranno necessarie per creare nuove serie storiche climatologiche ma in alcun modo tali dati sono scientificamente paragonabili alle misure eseguite “a terra”. Non sembrerebbe “corretto” mescolare dati rilevati dallo spazio con quelli “classici”.
Dobbiamo immediatamente adattarci all’estremizzazione climatica in corso
E si potrebbe continuare per tante righe – ha continuato Fazzini –
ma ancor piu importante è evidenziare che, fermo restando che l’iter verso la neutralità carbonica è punto assolutamente essenziale, dobbiamo immediatamente adattarci all’estremizzazione climatica in corso:
non possiamo spegnere il sole o bloccare artificialmente la fusione degli apparati glaciali.
Un ‘educazione ambientale è assolutamente necessaria per permettere in primis al cittadino di non porsi in situazioni di rischio specifico per se e per gli altri in occasione di eventi atmosferici ed idrogeologici di una magnitudo significativa, in attesa di applicare le azioni fondamentali contenute nel Piano Nazionale di Adattamento al climate change oramai prossimo a debuttare”.