Via Palestro, dopo 30 anni Fervicredo invita a non dimenticare, le Vittime i nostri esempi
“Non dimenticare mai le Vittime, sono i simboli e gli esempi della parte da cui stare e per cui lottare”
Via Palestro, dopo 30 anni Fervicredo invita a non dimenticare, le Vittime i nostri esempi
“Ricorre oggi l’anniversario di uno dei più tragici avvenimenti della nostra storia recente, la strage di via Palestro, a Milano, un orribile testimonianza della ferocia della mafia che ha fatto cinque Vittime, ha stravolto la vita di chi è rimasto ferito, ha sconvolto l’intero Paese.
Dopo trent’anni è fondamentale continuare a ricordare, a non dimenticare chi ha perso la vita da innocente, a sostenere chi porta sul proprio corpo i segni di quell’orrore, a ricordare da quale parte è giusto stare, a riflettere per cosa è giusto lottare”.
E’ quanto afferma Mirko Schio, Presidente di Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere):
nel trentesimo anniversario della strage di via Palestro, l’attentato terroristico compiuto da Cosa nostra a Milano la sera del 27 luglio 1993.
L’esplosione di una autobomba, presso la Galleria d’arte Moderna e il Padiglione di arte contemporanea, provocò l’uccisione di cinque persone:
i Vigili del Fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno; l’Agente della Polizia Municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, immigrato marocchino che dormiva su una panchina. Dodici le persone rimaste gravemente ferite, fra i quali anche un Agente della Polizia Municipale e ben 5 Vigili del Fuoco.
Numerose iniziative
Un anniversario che la città di Milano ha deciso di commemorare con numerose iniziative cominciate lunedì; che culmineranno oggi con la deposizione di corone sul luogo della strage alla presenza, anche, di tutti i Rappresentanti istituzionali e proseguiranno fino a sabato.
“Oggi come allora – aggiunge Schio –
è forte il dolore, è forte lo sdegno, è ancor più forte il rifiuto della violenza di cui restano Vittime, troppo spesso, quei Servitori dello Stato che scelgono di dedicarsi alla difesa degli altri consapevoli dei rischi che corrono.
Esempi di generosità e coraggio, loro sono il simbolo di quei principi da seguire, che sono alla base del senso del Dovere che li porta a non risparmiarsi e a non tirarsi indietro mai, costi quel che costi.
Quel senso del Dovere è costato la vita a Carlo, Sergio, Stefano e Alessandro.
Quel senso del Dovere ha lasciato Feriti nel corpo e nell’anima loro colleghi che hanno pagato un prezzo altissimo, ma con la stessa determinazione continuano a lottare per ciò che è giusto. Noi celebriamo tutti loro come gli Eroi che sono stati e che sono, stringendoci alle loro Famiglie e moltiplicando il nostro impegno perché il loro insegnamento continui a vivere, e chi è rimasto non si senta mai solo, ma possa contare sull’appoggio ed il sostegno che serve a trovare la forza di ri-vivere”.