Per il Centro Studi Agricoli è il dato produttivo piu’ alto nella storia della dop. Il prezzo regge a quota 13,45 euro al kg con una leggerissima flessione rispetto agli euro 14,20 kg. La soddisfazione degli allevatori sardi.
Il direttivo del Centro Studi Agricoli, guidato dal Presidente Tore Piana, in data 25 agosto 2023 ha analizzato i dati definitivi delle produzioni del formaggio Pecorino Romano DOP dell’annata appena conclusa. Dall’analisi dei dati, emerge da subito la produzione record di 366.330 Quintali la più alta nella storia della DOP, solo nell’annata 2015/2016 si raggiunse la produzione di 356.324 Q.li da cui generò alcuni anni dopo il crollo dei prezzi. Questa volta la stabilità dei prezzi sembra tenere e anche per il futuro si guarda con ottimismo, anche se in questi pochi mesi c’è stata una leggera flessione del prezzo al Kg che da 14,20 al Kg è sceso a euro 13,45 al Kg , ma che sino ad adesso non sembra preoccupare gli operatori della produzione e della trasformazione del latte, che si ricorda in Sardegna è divisi fra Industriali e Sistema delle cooperative . Quest’anno i prezzi al produttore del latte di pecora in Sardegna, ha visto il sistema privato Industriale, pagare sino a oggi ,euro 1,50 a litro iva compresa, mentre il sistema della cooperazione ha pagato sempre sino a oggi un acconto di 1 euro a litro e il saldo verrà quantificato a chiusura dei bilanci 2023 da approvare nei primi mesi del 2024. Presumibilmente i prezzi a saldo delle cooperative in Sardegna saranno tutti sui 2 euro al litro e anche più. Con questa remunerazione, l’allevatore di Pecore in Sardegna trova soddisfazione economica dignitosa, anche se l’aumento dei prezzi di gasolio, concimi, mangimi ha eroso notevolmente gli introiti del Pastore Sardo. Eppure nonostante questo trend di prezzo soddisfacente del latte di pecora, appare del tutto controcorrente la diminuzione del numero dei capi ovini allevati in Sardegna, che nel 2022 per la prima volta scende sotto i 3 milioni di capi e dai dati che il Centro Studi Agricoli ha rilevato dalla BDN Nazionale continua a diminuire il numero dei capi ovini presenti in Sardegna che al 30 Giugno 2023 si attesta ( a soli) 2.892.157 che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno 30 Giugno 2022 si registravano 2.986.828 capi con una diminuzione di ben 95 mila capi in meno e trend in continua diminuzione. Questa situazione deve farci preoccupare, afferma Tore Piana, perché il vero motivo di questa decremento di capi ovini è dovuto al solo fatto che in Sardegna abbiamo una età media degli allevatori di oltre 64 anni , a cui diventa un sacrificio inimmaginabile alzarsi alle 4 del mattino per andare a mungere le greggi e ripetere lo stesso lavoro alle 17 la sera, giorni di festa compresi. E’ vero che tutti gli allevamenti sono muniti di sale mungitura attrezzate ma il lavoro è fatto di sacrifici ed è duro, che un uomo all’età di 64/70 anni riesce con difficoltà rispetto a un giovane.
E i giovani?
Si interroga il Centro Studi Agricoli. I giovani non sono adeguatamente presi in considerazione dalle politiche Europee, continua Tore Piana e non si dica che bastano 35 mila euro di contributo a fondo perduto o 24 mesi di sgravi contributivi INPS, per agevolare e incentivare il giovane che vuole fare l’allevatore. Oggi, continua Tore Piana, serve un nuovo Piano di Rinascita dell’allevamento e dell’agricoltura Sarda, con una proiezione di almeno 20 anni, che incentivano i giovani a restare in campagna con aiuti precisi e rapidi, contro lo spopolamento delle zone interne, altrimenti i giovani abbandonano la coltivazione delle terre e l’allevamento, ricercando nuovi sbocchi occupativi. Troviamo assurdo, afferma sempre Tore Piana, che fra una domanda di aiuto su fondi PAC del 2′ pilastro e il reale pagamento, passino 4 o 5 anni. Oggi in Sardegna si stanno ancora istruendo le domande dei bandi 2016/2017 sul PSR 2014/2020. Una assurdità ingiustificabile. Oggi, se non pensiamo urgentemente al futuro del comparto Ovino Sardo, rischiamo che entro 10 anni in Sardegna, non si produrrà il latte di pecora necessario che il mercato richiede, nonostante i prezzi soddisfacenti, conclude Tore Piana.