PER INVERTIRE LA ROTTA PUNTARE SULLE OP. IL RUOLO VIRTUOSO DELL’APOS NEL COMPARTO
SARDEGNA.
Dai dati illustrati dal direttore di Coldiretti Oristano, Emanuele Spanò è emerso anche come la Sardegna produca circa 3.200 tonnellate di olio d’oliva (1% del sistema nazionale) con oltre 43 mila ettari di superficie olivicola coltivata (dati Istat-Ismea al 2021). L’Isola, per l’olio di oliva nel 2022, ha registrato un calo del 13% di produzione con 3.142 tonnellate prodotte rispetto alle 3.600 dell’anno precedente. Sul fronte del numero di aziende agricole la Sardegna in dieci anni è risultata in calo del -35% (più o meno in linea con la perdita della media nazionale -31%). Nell’isola, quindi, le aziende produttrici tra il 2010 e il 2020 sono passate dalle 31.212 alle 20.382.
COLDIRETTI.
APOS.
Un percorso verso l’aggregazione che vede protagoniste le aziende con “quelle strutturate che devono creare un circolo virtuoso per sostenere quelle meno strutturate e le Op hanno questo ruolo di accompagnamento – sottolinea Antonello Fois, presidente dell’Op Apos – le organizzazioni di produttori servono a evitare la cannibalizzazione delle aziende economicamente più piccole da parte delle altre dando dignità a tutti”. Tra gli obiettivi ci sono anche quelli di “sostenere la redditività del mondo della produzioni e provare a contrastare i fenomeni in atto del calo di ricambio generazionale o l’abbandono degli oliveti storici, perchè l’olio ha valore culturale ma deve averlo anche dal lato paesaggistico e soprattutto economico”. Tra i servizi offerti dall’Op ai produttori, rimarcano i vertici Apos ci sono anche quelli di assistenza tecnica capillare nei territori. Intanto Apos è al lavoro per lanciare il progetto di filiera con l’obiettivo sia di “far confluire le produzioni degli associati in un unico contenitore per lavorare sotto un progetto capace di dare nuove prospettive di mercato – sostiene Fois – ma anche per valorizzare il prodotto sardo puntando sull’identità di un olio sempre più riconoscibile”.