Doppio appuntamento a Copenaghen, il 23 e 24 agosto, per l’associazione Iscandula
Dalla Sardegna alla Danimarca, andata e ritorno, al ritmo sonoro delle launeddas. Doppio appuntamento a Copenaghen, il 23 e 24 agosto, per l’associazione Iscandula.
Doppio appuntamento a Copenaghen, il 23 e 24 agosto, per l’associazione Iscandula
Il film The music hunter (Il cacciatore di melodie) aprirà mercoledì 23 agosto alle 13.00 il 42° NAFA festival (Nordic Anthropological Film Association – festival dell’associazione del cinema antropologico dei paesi scandinavi).
Il giorno seguente, giovedì 24 agosto alle 16.00, ci sarà l’inaugurazione alla Cinematheke del Danish Film Institute – Istituto del Cinema danese di una mostra multimediale sull’antropologo A. F. W. Bentzon e la sua opera, a cura di Pietro Frau e Alessandra Melis.
Il programma della proiezione
Il film-documentario racconta la vita ed il lavoro del giovane antropologo danese, la scoperta della Sardegna e il suo avventuroso viaggio in moto, nel novembre del 1957, da Copenaghen fino a Santa Giusta, per carpire i segreti delle launeddas.
Il Comitato organizzatore del festival ha riservato al documentario su Bentzon la giornata di apertura del 42° Festival NAFA – mercoledì 23 agosto alle 13.00 – e una sede di prestigio:
l’Università di Copenaghen e in particolare il Dipartimento di Antropologia proprio dove Bentzon insegnò dalla fine degli anni ’60 fino alla sua precoce scomparsa nel 1971.
Quaranta minuti, in versione inglese, arricchita con altri documenti inediti, rispetto alla versione in sardo di “Sa Sardinnia e is launeddas de Bentzon” –
prodotto da Iscandula nel 2022 e trasmesso dalla sede regionale della RAI il 23 ottobre scorso.
Il documentario
Il documentario –
regia di Dante Olianas, montaggio di Reda Mahmoud e direzione della fotografia di Paolo di Sanna Caria –
si basa sui diari e gli appunti inediti di Bentzon insieme alle testimonianze dei suoi amici e collaboratori sardi, del compianto professor Alberto Mario Cirese e del professor Peter Ian Crawford, docente di Antropologia visuale dell’Università di Tromsø in Norvegia.
Il film sarà presentato dallo stesso Peter Ian Crawford, che è anche Segretario generale della Nordic Anthropological Film Association (l’Associazione del Cinema Antropologico dei paesi scandinavi), insieme al regista Dante Olianas, Reda Mahmoud e la nipote Nina Bentzon Ehlers in rappresentanza degli eredi dell’antropologo Bentzon. Immancabile la presenza delle launeddas – in apertura – suonate dal maestro Michele Deiana.
Il programma della mostra multimediale
Il giorno successivo, giovedì 24 alle 16.00, nei locali dell’Istituto del cinema danese, alla Cinematheque, verrà inaugurata una mostra, curata da Pietro Frau e Alessandra Melis, sempre dedicata a A.F.W. Bentzon. Su uno schermo gigante in loop, verrà proiettato un video, ideato da Pietro Frau e dedicato alle maschere raccolte da Bentzon a Ottana durante il carnevale del 1958 e conservate nel Museo nazionale di Danimarca e in alcune collezioni private.
La colonna sonora è stata curata da Pitano Perra con musiche di Michele Deiana e Stefano Cara. Il video si alternerà con il breve documentario Sa serenada Crabarissa – dì quattro minuti – realizzato da Eleonora Olianas con i filmati girati da Bentzon nel 1962 a San Salvatore di Cabras.
Su un altro schermo, in loop, verrà proiettato il film di Bentzon e Fiorenzo Serra The launeddas. The music of Sardinia, recentemente restaurato da Iscandula grazie alla collaborazione dell’Istituto Danese del Cinema che conserva le pellicole originali.
Mostra fotografica
Nella sala verrà allestita anche una mostra fotografica comprendente una serie di ingrandimenti delle foto originali di Bentzon scattate in Sardegna durante le sue campagne di ricerca tra il 1955 e il 1966, e verranno esposti oggetti personali di A.F.W. Bentzon:
il suo contrabasso originale usato quando suonava nella jazz-band del fratello Adrian; la cinepresa originale usata per girare le pellicole che compongono il film Launeddas. La musica dei Sardi ed altri attrezzi utilizzati per la ricerca.
La manifestazione è organizzata in collaborazione con:
l’Associazione dei sardi in Danimarca INCANTOS, l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen e il NAFA (Nordic Anthropological Film Association).
Sia per la realizzazione del film sia per la mostra multimediale, Iscandula si è avvalsa dei materiali originali cinematografici, fotografici, visivi, sonori e cartacei messi a disposizione:
dal Museo nazionale di Danimarca, dalla Biblioteca reale di Danimarca, dall’Istituto danese del cinema e dagli eredi di Bentzon.
Andreas Fridolin Weis Bentzon
Andreas Fridolin Weis Bentzon (1936-1971) nasce a Copenaghen da una famiglia di compositori e giuristi di lunga tradizione. A sedici anni è già musicista professionista nella jazz band del fratello Adrian. Alla stessa età, nel 1952, gira la Sardegna da solo, a piedi.
Ha pochi soldi, si nutre di pane e pomodori e dorme in campagna o vicino ai cimiteri. Per sopravvivere lavora come garzone nel mitico Circo Zanfretta.
Rimane affascinato dallo stile di vita dei sardi e dalla loro musica e, rientrato a casa, dirà alla famiglia:
I have found the subject for my life (“Ho trovato il tema della mia vita”).
Si iscrive in antropologia e nell’inverno del 1957, a cavallo di una moto Nimbus con side-car, attraversa l’Europa per intraprendere una lunga spedizione di ricerca in Sardegna. Raccoglie una quantità immensa di registrazioni, filmati e attrezzi etnografici.
Nel 1959, nel Museo Nazionale di Danimarca organizza un’esposizione dedicata alla vita e alla cultura sarda. Nel 1969, la sua tesi di dottorato diventerà l’opera più importante e tuttora insuperata sulle launeddas.
Scompare il 20 dicembre 1971, a soli trentacinque anni, una delle più fulgide figure della cultura sarda.