Un salto indietro di cinquant’anni, chiara espressione di una cultura radicata che ha continui rigurgiti nel mantra del “se l’è cercata”.
Emergenza violenza di genere, Coordinamento3: “Che fine ha fatto l’Osservatorio regionale?”
“Siamo tornate indietro perché la coscienza comune non percepisce gli atti di violenza anche recenti come lesivi della dignità femminile oltreché della persona.
E questo vale anche quando le stesse donne, spesso giovanissime, non ne hanno coscienza – dichiara Carmina Conte, presidente di Coordinamento3 –
Ricordiamo a Consiglio e Giunta che nel 2019 è stata sottoscritta da tutti i candidati governatori la Carta di Impegni per la Parità, proposta dalla nostra associazione con obiettivi specifici sul contrasto alla violenza di genere a partire dalla formazione scolastica fin dai primi anni.
L’Osservatorio
Ricordiamo ancora che, con la deliberazione GR n.47/80 del 24 settembre 2020, è stato istituito l’Osservatorio sulla violenza di genere, rivendicato dalle associazioni femminili, chiamato a intervenire, fare proposte e monitorare il fenomeno – sottolinea Conte – ma che si è riunito una sola volta nel 2021 e di cui non si ha più notizia. Ne rivendichino con urgenza la piena operatività, prima che la situazione precipiti”.
Di fronte alle recenti, sconvolgenti violenze perpetrate contro le donne, Carmina Conte parla di deriva sociale pericolosa:
“Ci dobbiamo allarmare seriamente tutte e tutti perché siamo già in grave emergenza: ma ciò che preoccupa di più è che si è abbassato il livello di consapevolezza generale.
C’è il rischio grave di un’anestesia collettiva di fronte al susseguirsi martellante di episodi raccapriccianti, come da ultimo il caso della ragazza di Latina, filmata nelle parti intime mentre era incosciente e data in pasto ai social”.
Secondo il sito Femminicidioitalia.info, dal 2018 al 2022 in Sardegna sono state uccise 18 donne, una media di 3,6 all’anno
Esiste un sommerso di violenze di cui non si ha conto per contrastare il quale non bastano leggi punitive ma urgono misure di vasto respiro che, come già scritto nella Carta, partano dalla formazione scolastica di docenti e allievi e arrivino alle Università e ai Tribunali.
“In tal senso – riprende Conte – apprezziamo la proposta della garante per l’Infanzia e Adolescenza della Regione, Carla Puligheddu, per un Patto di Stato contro la violenza di genere, che coinvolga tutte le istituzioni, in primis la Regione”.
La Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per ben cinque volte negli ultimi due anni per sentenze assolutorie o troppo blande nei processi per violenze e femminicidi: “Occorre una formazione specifica per tutti i soggetti deputati a intervenire in questi contesti – conclude la presidente di Coordinamento3- dagli operatori delle forze dell’ordine fino ai magistrati.
Le dichiarazioni del comandante dei vigili urbani di San Gavino per cui le donne devono stare a casa e non ubriacarsi, mentre agli uomini è concesso senza il rischio di essere aggrediti sono inaccettabili. Se questo è l’atteggiamento cosa ci dobbiamo aspettare quando la donna grida aiuto perché stuprata?”.