Giovanni Cacioppo, da Zelig alla musica
Anche quest’anno siamo arrivati ad Agosto, mese estivo per eccellenza. Benché le giornate abbiano lentamente cominciato ad accorciarsi, le ore diurne sono ancora dei forni a cielo aperto. Chi ha già fatto le ferie si vede costretto a tornare a lavoro, a testa bassa e attanagliato dalla calura che non da tregua. Andare a lavoro quando ci sono belle giornate e vedere tutti gli altri tranquilli fare aperitivi e divertirsi è di una crudeltà indicibile.
Giovanni Cacioppo, da Zelig alla musica
Ma come fanno le persone che vivono nelle località marittime del Sud a lavorare? Dovrebbe essere vietato per legge, semplicemente non è etico. Molti comici del Sud hanno ironizzato sulla scarsa attitudine al lavoro della popolazione nelle località di mare, giustificando un presunto rifiuto alla fatica per colpa delle condizioni climatiche avverse. Ovviamente si scherza perché le cose non stanno così, ma crediamo che se anche fosse, avrebbero tutta la nostra comprensione.
Le parole in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dall’ultimo singolo del rapper imperiese Alex Antonov intitolato Giovanni Cacioppo. In questo vivace brano estivo, Alex prende spunto da alcuni sketches del comico siciliano Giovanni Cacioppo per imbastire una serie di riflessioni non esclusivamente ironiche sul mondo del lavoro in Italia.
Il brano
Il brano si apre con la base strumentale in cui ascoltiamo un sample estratto da un pezzo dal vivo del comico che introduce l’argomento del brano. Prima di gettarsi nei versi rappati della traccia Alex inserisce una citazione dal brano azzurro di Adriano Celentano che per l’occasione diventa :Il pomeriggio è troppo lungo e assurdo per me. Da qui in poi comincia la narrazione.
L’argomento principe del brano è il lavoro. Non importa se si parla di stacanovisti, di furbetti del cartellino, se stiamo analizzando l’etica lavorativa del Nord o la presunta allergia alla fatica del Sud. E’ evidente che in Italia c’è qualcosa che non va.
Citando il testo: è tutto a posto come una nave in un bosco! Nella canzone ci sono tre interventi presi dallo spettacolo di Giovanni Cacioppo che alla sua maniera ironizza, avallandola, l’impossibilità di lavorare al Sud per via del clima, ma non si ferma lì. Il mondo del lavoro in Italia è messo proprio male, sia per gli imprenditori che per i dipendenti.
Davanti a tante difficoltà viene da pensare: ma chi me lo fa fare? E’ evidente che quello che sembra un brano spensierato nasconde tra le righe più di una denuncia sociale a cui reagiamo con un sorriso se non con una risata.
Ci permettiamo di fare anche noi una citazione a proposito dell’ilarità italica davanti alle disgrazie. Alberto Sordi nel film “Sono un fenomeno paranormale” disse: I paesi che ridono di più sono quelli che hanno meno da ridere! Come dargli torto?