Dopo siccità, ondate di pioggia e grandine della primavera, seguite dal grande caldo delle scorse settimane, su agricoltura e allevamento sardo si abbatte la piaga dei roghi. Centinaia gli ettari a fuoco. Baronia e Sarrabus le aree maggiormente colpite. La forza distruttrice delle fiamme mette a rischio famiglie e imprese
Non c’è pace per il mondo agropastorale isolano, giocoforza costretto fare la conta dei danni causati dagli eventi calamitosi susseguitisi negli ultimi mesi senza soluzione di continuità. Ultimo, solo in ordine cronologico, è la piaga dei roghi: nella giornata di ieri, domenica 6 agosto, gli incendi hanno devastato ettari di vegetazione e colpito numerose aziende e coltivazioni.I danni
In attesa dei numeri ufficiali, dalle prime stime Coldiretti Sardegna i problemi maggiori sul fronte ambientale stanno emergendo nell’area tra Posada, Siniscola, La Caletta e Gairo, per i territori della Baronia, e nel Sarrabus – tra Muravera e Villaputzu – nel Sud Sardegna.
Centinaia gli ettari di vegetazione andati in fumo (foraggere e agrumeti sono stati annichilite dalle furia distruttrice delle fiamme; le piante da frutto avranno bisogno di anni prima che possano tornare a produrre); numerosi i danni registrati a infrastrutture, recinzioni, macchine agricole e impianti di irrigazione.
Le testimonianze dirette
“Abbiamo vissuto momenti di paura. Adesso possiamo davvero dire che siamo stati fortunati – commenta Giorgio Demurtas, allevatore e presidente di Coldiretti Cagliari – le fiamme, e soprattutto il forte fumo, stavano mettendo a rischio la vita degli animali. Siamo andati a soccorrerli a rischio della nostra stessa incolumità.
Alla fine ci è andata bene. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato, dall’amministrazione comunale alle forze dell’ordine. Senza dimenticare i tanti amici e volontari che ci anno sostenuto per limitare i danni. Il loro aiuto è stato fondamentale per mettere in salvo gli animali“.
Per l’agrumicoltore Manuele Meloni “l’evento che ci ha colpito è molto grave. Innumerevoli gli effetti collaterali per le nostra azienda: se pensiamo al mancato reddito per le produzioni perse e ai costi per ricostruire e sostituire i macchinari colpiti abbiamo già danni per molte migliaia di euro.
Tre filari di piante bruciate che non recupereremo più. Recinzioni, tubazioni, motori e cavi che stiamo sostituendo. Questo un primo e sintetico bilancio. Ieri sembrava di vivere l’Apocalisse. Ci siamo già rimboccati le maniche e stiamo ripartendo”.
Coldiretti Sardegna: la parola ai quadri dell’associazione
Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna: “Non è possibile che ogni anno si ripresenti lo stesso scenario”
“Quella di ieri è stata una giornata drammatica sul fronte incendi. Le aziende agricole e di allevamento hanno dovuto fare i conti ancora una volta con questa piaga. Un flagello che da troppi anni si abbatte ogni estate sull’isola.
Ci si aspettava refrigerio dopo le giornate afose che avevano creato anche danni alle colture, soprattutto in pieno campo: ieri invece abbiamo registrato incendi che hanno mandato in fumo ettari di terreni e proprietà, bruciato e danneggiato infrastrutture e attrezzature agricole senza contare gli animali morti e le centinaia di persone sfollate. Non è possibile che ogni anno si ripresenti lo stesso scenario e non si esca da questa piaga che ci affligge da troppo tempo“.
Luca Saba, direttore Coldiretti Sardegna: “Gli incendi sono un importante freno all’economia agropastorale sarda”
“Bisogna tenere sempre alta l’attenzione su questo fronte: oltre a danneggiare il nostro immenso patrimonio paesaggistico e naturalistico, i roghi creano grossi danni economici alle nostre aziende che devono già fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici e gli eventi atmosferici imprevedibili. La piaga incendi rappresenta un altro importante freno all’economia agropastorale sarda“.
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