Drammatico il bilancio tracciato dalla ricerca realizzata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering. Numeri alla mano, la situazione peggiora giorno dopo giorno. Crescono gli infortuni mortali registrati in “occasione di lavoro” (+ 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2022), passati da 412 a 430. Preoccupante anche l’elevata incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Il livello d’emergenza rimane elevato per i lavoratori stranieri
Giunti al giro di boa del 2023, è tempo di tracciare un bilancio rispetto al tema dei morti sul lavoro. Le notizie non sono sicuramente rassicuranti. I dati descrivono infatti un panorama a dir poco sconfortante.“Per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza, è avvilente constatare che la situazione non accenna in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%”, sottolinea Mauro Rossato (Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre) nel commentare l’ultima indagine realizzata dal suo team di esperti.
“Le ultime elaborazioni da noi realizzate, prosegue Rossato, sono preziose per chi opera nell’ambito della sicurezza sul lavoro perché mettono in luce ed evidenziano gli aspetti più gravi dell’emergenza. Specie quando parliamo di incidenza di mortalità tra i giovanissimi lavoratori.
Per chi ha tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (15,7 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 9,5).
E anche i dati positivi devono essere interpretati. Sebbene emerga una significativa diminuzione del 21,9% degli infortuni denunciati, dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022 fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”.
Sempre sul fronte delle incidenze, quella minima viene rilevata tra i 25 e i 34 anni (pari a 9,5 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (65,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (32).
Per quanto riguarda gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, sono 79 su 430. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani (33,3 morti ogni milione di occupati contro i 16,9).
I numeri assoluti delle morti sul lavoro in Italia da gennaio a luglio 2023
Sono 559 le vittime sul lavoro in Italia. Alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di decessi in “occasione di lavoro”, ben 74. Seguono: Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33).
Nei primi sette mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi: sono 61. È seguito dalle Costruzioni (58), dalle Attività
Manifatturiere (51) e dal Commercio (32).
Le donne che, da gennaio a luglio 2023, hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 25. Quattordici hanno invece perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79.
Il mercoledì è il giorno più luttuoso della settimana (si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno, ben 20,5%).
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