XXXVI festival Time in Jazz
XXXVI festival Time in Jazz, Intensa vigilia di Ferragosto in musica domani per Time in Jazz: alle 11 a Mores (SS) Roberto Ottaviano in duo con Rob Luft; alle 18 a Banari (SS) Gianni Cazzola con il suo “Young Italian Quintet”. Dalle 21.30 sul palco di Berchidda I Farafina e i Savana Funk con Willy Peyote.
Dopo-concerto con il trio di Nanni Gaias e la Rusty Brass, e con il dj set di DJ Cris. E poi le mostre e le attività per i più piccoli di Time to Children e lo spazio per i libri con la presentazione di “Colle der Fomento – Solo amore”.Giornata come sempre fitta di appuntamenti, musicali e non solo, anche quella di domani (lunedì 14 agosto) a Time in Jazz, il festival diretto da Paolo Fresu, che fino a mercoledì vive la sua trentaseiesima edizione, snodandosi tra Berchidda e le altre località del nord Sardegna che fanno parte del suo circuito.
Il confronto e l’incontro tra diverse generazioni di musicisti, tema evocato dal titolo scelto per quest a edizione, “Futura”, calza bene ai due concerti in programma: si comincia alle 11 a Mores, nei pressi della chiesa di San Giovanni, con un nome storico del jazz nazionale, il sassofonista barese Roberto Ottaviano (classe 1957), recentemente insignito del prestigioso Top Jazz come musicista italiano del 2022, in duo con Rob Luft, il giovane e pluripremiato chitarrista inglese che per il suo virtuosismo è stato paragonato a grandi nomi della sei corde come John McLaughlin, Al Di Meola e Paco De Lucia. Classe 1957, sulla scena musicale da oltre quarant’anni, Roberto Ottaviano ha suonato e inciso con molti tra i più importanti musicisti europei e americani a cavallo tra diverse generazioni, da Mal Waldron a Giorgio Gaslini, da Pierre Favre a Kenny Wheeler, da Albert Mangelsdorff a Keith Tippett, tra gli altri. Tra le formazioni che dirige attualmente ci sono il quartetto di fiati Astrolabio (con Gianluigi Trovesi, Glenn Ferris e Michel Godard), il quartetto Sideralis (con Alexander Hawkins, Michael Formanek e Gerry Hemingway) e il quintetto Eternal Love, col quale ha vinto il premio Pino Candini di Musica Jazz come miglior disco del 2020.
Nel pomeriggio, alle 18, il festival fa scalo al borgo di Banari per il concerto di Gianni Cazzola, un autentico decano del jazz nazionale con i suoi sessantacinque anni di carriera musicale. Classe 1938, il batterista bolognese vanta innumerevoli collaborazioni con artisti come Billie Holiday, Chet Baker, Lee Konitz, Franco Cerri, Lou Bennet, Luca Flores, Franco D’Andrea, tra gli altri. Definito “l’Art Blakey italiano” da Arrigo Polillo, firma storica della critica jazz, nella formazione in scena a Banari, Gianni Cazzola riunisce intorno ai suoi piatti e tamburi quattro giovani musicisti in un gruppo pieno di swing: lo “Young Italian Quintet”, composto da Tommaso Profeta al sassofono, Attilio Costantino alla chitarra, Andrea Candeloro al pianoforte e Carlo Bavetta al contrabbasso, si cimenta nell’interpretazione di vari standard americani, per poi muoversi verso sonorità più pertinenti al periodo hard bop e proporre alcuni brani originali firmati da tutti i componenti, creando un percorso musicale all’insegna dello swing nella sua forma più genuina. Una delle tante dimostrazioni di come il jazz non si ponga limiti di tempo e di età, promuovendo da sempre quel continuo scambio tra generazioni che ne costituisce la linfa vitale.
Si concentra come sempre a Berchidda il programma della serata, introdotta alle 19.30 dalla consueta parata per le strade dellaRusty Brass, band bresciana di ottoni e percussioni, con la sua avvincente combinazione di suoni e ritmi funk e rock, esotici e balcanici. Altro appuntamento abituale quello con il FestivalBar, la minirassegna ospitata a turno da uno dei bar del paese: già protagonista la sera prima al Museo del Vino, alle 20 torna di scena, stavolta al Bar Centrale, Gabriele Pollina, polistrumentista e percussionista che fonde le melodie ipnotiche dell’Handpan, un particolare strumento a percussione a doppia campana di acciaio, con beat elettronici suonati dal vivo.
Doppio set in programma sul palco “centrale” del festival, quello allestito in Piazza del Popolo. Il primo, alle 21.30, vede il gradito ritorno a Berchidda dei Farafina, dopo le precedenti apparizioni nel 1996 e nel 2002. Da allora a oggi diverse cose sono intanto cambiate nel gruppo originario del Burkina-Faso, a cominciare dai suoi componenti – alcuni sono morti, altri hanno lasciato, avvicendati da nuovi e più giovani musicisti – ma la filosofia musicale di base rimane invariata: djembe, tama, chékere, sonagli e uno o due balafon danno vita a un gioco pirotecnico di ritmi e percussioni capace di coinvolgere il pubblico, mentre i canti intrecciano storie e melodie che traggono ispirazione dal ricco repertorio Mandinka. Fondati nel 1978 dal maestro di balafon Mahama Konaté, i Farafina hanno conquistato una notorietà mondiale negli anni Ottanta e Novanta grazie alla loro capacità di espandere e aprire all’esterno la loro musica; un’apertura mentale che li ha portati a frequentre e sperimentare nuove forme suonando e registrando con musicisti come Jon Hassell, i Rolling Stones, Ryuichi Sakamato, Billy Cobham, oltre a esibirsi su palchi prestigiosi come il Montreux Jazz Festival e al famoso mega concerto per il settantesimo compleanno di Nelson Mandela, l’11 giugno 1988 allo stadio di Wembley. Il gruppo divenne un’icona di un genere musicale allora nuovo, la “world music”, e tale è rimasto anche quando il suo fondatore l’ha lasciato per dedicarsi alla sua attività di insegnante di musica. Perché Farafina è anche sinonimo di una scuola di musica e danza a Bobo-Dioulasso (la seconda città del Burkina-Faso per numero di abitanti) che costituisce un solido bacino di musicisti per un ensemble che si riforma e rigenera continuamente. Abdoul Kader Khaled Bambara, Fatoumata Dembele Roskamp, Mabourou Diarra, Ibrahim Diarra, Adama Koeta, Dedou Sanogo, Souleymane Sanou, Bakari Traore sono i componenti del gruppo attesi sul palco di Time in Jazz domani sera (lunedì 14).
Riflettori puntati, nella seconda parte della serata, sui Savana Funk, formazione che incarna l’essenza della live band con jam incendiarie, groove irresistibili e un’invidiabile presenza scenica. I suoi membri, Aldo Betto (chitarra), Blake Franchetto (basso) e Youssef Ait Bouazza (batteria), si sono incontrati a Bologna nella primavera del 2015, e spinti da un’immediata sintonia umana e musicale hanno dato forma al progetto, iniziando subito a scrivere musica, sperimentare idee e metterle in pratica attraverso molti live. Autoprodotto, il primo album, “Musica Analoga”, esce nel 2016, a febbraio 2017 il secondo, “Savana Funk”, il terzo a settembre 2018, “Bring in the New”, che raccoglie ottimi riscontri di pubblico e critica. Crescono e si moltiplicano gli impegni live per questa band che trova sul palco la sua dimensione congeniale per apprezzare lo spirito del gruppo e la sua formula: una commistione di musica africana, funk, blues, rock psichedelico, influenze jazzistiche e melodie forti. A giugno 2021 esce l’album “Tindouf” che apre la strada a una lunghissima tournée di oltre cento date in giro per il mondo, mentre è dello scorso ottobre l’ultima uscita discografica, “Ghibli”. A Berchidda i Savana Funk si presenteranno in compagnia di Willie Peyote, considerato una delle figure più interessanti della scena indie nazionale: un incontro, quello della band bolognese con il rapper e cantautore torinese, fra due mondi apparentemente lontani, che proporrà il meglio dei rispettivi repertori ma anche pezzi inediti scritti per questo progetto che approda sul palco di Time in Jazz dopo una recentissima serie di date in club.
Spenti i microfoni e i riflettori sul palco di Piazza del Popolo, la musica continua nella piazzetta adiacente con il consueto appuntamento dopo-concerto curato dal batterista berchiddese Nanni Gaias: il suo trio, con Giuseppe Spanu alla chitarra e Pier Piras al basso, accoglie e accompagna un musicista ogni sera diverso sotto l’insegna di Time After Time, un progetto ospitato da Insulae Lab, il centro di produzione della musica jazz e della creatività artistica delle isole del Mediterraneo, ideato, firmato e fortemente voluto dall’associazione Time in Jazz, con la direzione artistica di Paolo Fresu. Ospite domani la Rusty Brass Band. E al termine, la musica continua nella notte berchiddese con il dj set di Dj Cris.
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Gli altri appuntamenti della giornata
La musica sarà al centro anche dell’appuntamento giornaliero con Time to Read, lo spazio del festival dedicato ai libri e ai loro autori, che domani (lunedì 14) alle 19, nella cornice verde di “Sa colte ‘e su ‘oltiju” (il giardino di Sa Casara), presenta “Colle der Fomento – Solo amore“, il libro edito l’anno scorso da Minimum fax, 2022, che narra la storia e il percorso artistico di Simone “Danno” Eleuteri e Massimiliano “Masito” Piluzzi, fondatori di uno dei gruppi rap più influenti e rispettati, i Colle der Fomento, appunto. Attraverso le loro parole, stimolate e raccolte da Fabio Piccolino, il libro ripercorre ed esplora le tante collaborazioni, le aperture e gli scontri artistici, e i quattro album che hanno segnato l’underground italiano, offrendo uno sguardo approfondito sulle radici del rap italiano e romano: dalle adunate in piazzale Flaminio dei primi anni Novanta, all’assalto e alla conquista degli spazi dove esibirsi, alla piena maturità di un genere che ha inciso profondamente sui linguaggi musicali nel nostro paese. A Berchidda saranno proprio Simone “Danno” Eleuteri e Massimiliano “Masito” Piluzzi a parlarne e a raccontarsi, in dialogo con Luca Devito, alla vigilia del concerto che l’indomani vedrà sul palco di Piazza del Popolo i Colle der Fomento insieme a Dj Craim e al quartetto La Batteria.
Ricca giornata di incontri dedicati all’infanzia anche per Time to Children, sempre nel giardino di “Sa colte ‘e su ‘oltiju”. Si comincia alle 10.30, con il virtuoso dell’ocarina Fabio Galliani, che porta in dote il laboratorio “Suoniamo l’OcaRina”, inserito nel progetto “Musica e Ambiente”, che rinnova la collaborazione di Time to Children con La Fondazione Raul Gardini e con Novamont, che hanno provveduto alla realizzazione delle ocarine in mater-Bi utilizzate nei laboratori. Subito dopo, alle 12, ancora tanta musica, con i musicisti del gruppo Farafina e il laboratorio sulle percussioni africane “Doum Doum”. Anche il teatro entra in scena a Time to Children, con gli attori Paolo Li Volsi e Irene Villa e il laboratorio–spettacolo “Ci sarà una volta…storie di domani”, in programma alle 17.
Negli spazi interni di Sa Casara, si possono visitare anche domani le due mostre allestite da Time to Children: “Crescendo”, che espone le immagini del libro omonimo dedicato alle mamme in attesa, illustrato da Alessandro Sanna e musicato da Paolo Fresu(Gallucci editore, 2019), e “L’arte dei bambini”, nata nell’ambito di un progetto nazionale curato dall’associazione “Dis-ordine” di Ravenna e dall’Associazione Nazionale “Il Jazz va a scuola”, che coinvolge le scuole primarie e dell’infanzia di Berchidda e che le lega a doppio filo alla città di Ravenna. Le mostre sono aperte dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 21.30.
Sempre a Sa Casara, negli stessi orari, è possibile visitare anche la mostra fotografica “Time to Time 2022”, il racconto per immagini della passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni attraverso gli obiettivi dei fotografi Fabio Lovino e Andrea Rotili.
Come di consueto, accanto alle esposizioni temporanee è aperta la mostra permanente delle opere della Collezione di Arte contemporanea CasArt, nata nel 1997 in seno al progetto PAV (Progetto Arti Visive) grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative di Time in Jazz. CasArt documenta gli esiti della ricerca e della sperimentazione artistica e creativa in Sardegna comprendendo anche opere di artisti nazionali e internazionali.
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Anticipazioni su martedì 15
Come da tradizione, anche quest’anno Time in Jazz per Ferragosto pianta le tende nella campagna poco fuori Berchidda. La mattina trascorrerà con una serie di appuntamenti sotto gli alberi intorno alla chiesetta di Santa Caterina. Il primo, alle 10, è ormai un classico del festival e di Time to Children, la sua sezione dedicata ai bambini: “Gufo Rosmarino nel mondo di Amarilla”, una nuova storia della serie di racconti scritti e interpretati dall’attore e regista Giancarlo Biffi, con i contributi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e della cantante Catia Gori.
A seguire, una tavola dedicata a “L’organetto in Sardegna: generazioni a confronto”, che vedrà dialogare con il musicologo Fabio Calzia tre interpreti dello strumento a mantice così presente nella musica tradizionale isolana: Totore Chessa, Pierpaolo Vacca e il più giovane della compagnia, Giacomo Vardeu.
Subito dopo la conferenza, Pierpaolo Vacca resta in scena come protagonista del momento musicale in programma intorno alle 11.30, con il suo Elektric Metaverso, un progetto in solo , in cui la musica tradizionale sarda viene approcciata con uno stile personale caratterizzato dall’uso di effettistica elettronica.
Un breve trasferimento porta il festival nella vicina chiesetta di San Michele per il tradizionale pranzo a base dei piatti tipici di Berchidda seguito nel pomeriggio da un’altra serie di appuntamenti. Il primo, alle 17, è la presentazione di “377 Project” diSebastiano Dessanay, il libro scaturito dal progetto artistico realizzato tra 2018 e il 2019 dal musicista sardo, che l’ha visto visitare tutti i comuni dell’isola, uno al giorno, viaggiando con il suo fido ukulele esclusivamente in bicicletta. Altro momento immancabile del Ferragosto di Time in Jazz, la gara poetica in limba sul tema del festival: condotta da Pier Sandro Pillonca, avrà per protagonisti Bruno Agus e Dionigi Bitti con l’accompagnamento musicale dei Tenores di Ula Tirso.
Di ritorno in paese, l’ultima serata del festival a Berchidda avrà un prologo – alle 19 in Piazzetta Riu Zocculu – affidato a un’autentica istituzione storica del posto: la Banda Musicale Bernardo De Muro, nata nel 1913 per volontà del parroco don Pietro Casu, e “palestra” di formazione musicale per tanti giovani talenti, compreso Paolo Fresu che ha mosso tra le sue file i primi passi del suo percorso artistico.
Poi, alle 21.30, si accenderanno per l’ultima volta in questa edizione i riflettori sul palco allestito in piazza del Popolo. Il concerto che terrà banco in quella che per tradizione è la serata più festosa del festival, è una produzione originale per Time in Jazz, che nasce dall’unione dei Colle der Fomento, formazione storica della scena hip hop nazionale, con Dj Craim e il quartetto romanoLa Batteria. Una produzione in cui l’hip hop reinventa le sue radici fondendo rap e turntablism (l’arte di manipolare i suoni e creare nuova musica, effetti sonori e ritmi utilizzando due o più giradischi e un mixer DJ) con un sound che pesca a piene mani dalle colonne sonore e dalle sonorizzazioni italiane degli anni Sessanta e Settanta; Un incontro musicale che vuole uscire dagli schemi, facendo largo a nuove tendenze musicali, in cui l’attitudine all’improvvisazione e alla sperimentazione, tipica del jazz, si ritrova e si rinnova costantemente, con lo sguardo sempre rivolto al futuro, come suggerisce il titolo di questa edizione di Time in Jazz.
A precedere il concerto, alle 21.15, la consegna del premio Biorepack in Jazz, organizzato insieme all’omonimo consorzio per il riciclo degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile che viene assegnato all’artista più visionaria o visionario presente al festival. Per questa seconda edizione, la scelta è ricaduta sul giovanissimo organettista Giacomo Vardeu, che riceverà l’onorificenza dalle mani di Paolo Fresu e del presidente di Biorepack Marco Versari.
Anche il giorno di Ferragosto (dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 21.30), e mercoledì 16 (solo la mattina), restano visitabili le mostre allestite negli spazi interni di Sa Casara: le due mostre inserite nel programma di Time to Children – “Crescendo”, con illustrazioni di Alessandro Sanna, “L’arte dei bambini”, a cura di Maria Abis e la mostra fotografica “Time to Time 2022”, il racconto per immagini della passata edizione del festival, attraverso gli obiettivi dei fotografi Fabio Lovino e Andrea Rotili.
Come di consueto, accanto alle esposizioni temporanee è aperta la mostra permanente delle opere della Collezione di Arte contemporanea CasArt, nata nel 1997 in seno al progetto PAV (Progetto Arti Visive) grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative di Time in Jazz.
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Biglietti e informazioni
Tutti gli appuntamenti, come di consueto, sono a ingresso gratuito, a eccezione dei concerti in programma fino a martedì 15 sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda.
Il biglietto intero per ciascuna serata, in prevendita su Vivaticket, costa 25 euro, ridotto a 22 per gli spettatori sopra i 65 anni e quelli sotto i 26, per i soci di Time in Jazz e del Touring Club. A tutti i prezzi dei biglietti vanno aggiunti i diritti di prevendita.
Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero 320 38 74 963 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Aggiornamenti e altre notizie sul festival sono disponibili sui canali social Facebook, Instagram, Twittere Telegram e sul sito www.timeinjazz.it.