Molto efficace il ritratto che l’autrice fa di suo padre nella poesia Lo scacciapensieri, quando riferisce che al ritorno dal lavoro nei campi, si dilettava nel suonare questo antico strumento musicale, che in Sardegna chiamano “sa trunfa”, mentre in lingua italiana, è lo scacciapensieri ed è stata tale l’emozione che Giuseppina Carta ha provato nel recitare la poesia, che la commozione era evidente.
Molto interessante anche l’emozione suscitata dalle canzoni di Franca Burrai, che hanno intervallato la recitazione delle varie poesie. Decisamente all’altezza della situazione anche l’intervistatrice Elena D’Alba, che ha saputo tenere saldamente in pugno la situazione dialogando con l’autrice di A piedi nudi sull’erba, che ha saputo trarre il meglio dal contenuto del libro, spaziando nei più disparati temi sociali ed educativi, trattati da Giuseppina Carta nella sua raccolta di poesie, che come ha ben spiegato, ha detto di aver scelto quel titolo, perché le sue poesie devono dare la stessa sensazione di piacere che si prova camminando scalzi sull’erba.