Rete Dei Santuari Di Animali Liberi E Vita Da Cani Odv
Invito Agli Attivisti Per Un Presidio Permanente Nei Pressi Del Rifugio. Gli Attivisti Vogliono Difendere Di Maiali Dall’abbattimento
Appello nazionale per presidio permanente. Per peste suina vogliono abbattere i maiali del Santuario
Tre maiali del rifugio “Cuori liberi” di Sariano, in provincia di Pavia, colpiti dalla peste suina
La Rete dei santuari di animali liberi chiede di partecipare al presidio permanente attivo da stamani per impedire l’uccisione nelle prossime ore degli altri 35 suini ospitati nel santuario
Sara d’Angelo: “È necessaria la presenza di tante persone per fermare questa strage”
I GIORNALISTI SONO INVITATI
La sede del rifugio “Cuori liberi” è a Sairano, in via Belvaschi 6 (Pv)
Dopo la morte di tre maiali colpiti dalla peste suina africana (Psa) nel rifugio “Cuori liberi” di Sairano, in provincia di Pavia, la Rete dei santuari di animali liberi, insieme ad altri rifugi e attivisti, sta cercando di impedire l’uccisione, nelle prossime ore, degli altri 35 maiali ospiti del santuario, la maggior parte dei quali sta bene. Da questa mattina è attivo un presidio permanente a difesa degli animali rifugiati.
Le dichiarazioni della coordinatrice della Rete Sara d’Angelo
“La Regione Lombardia ha confermato l’ordinanza di abbattimento dei maiali, se necessario anche con l’impiego dell’esercito, e senza attendere gli esiti dei ricorsi presentati e già notificati – spiega la coordinatrice della Rete Sara d’Angelo – .
Per questo chiediamo di partecipare al presidio permanente, dobbiamo fermare questa strage e per farlo abbiamo bisogno della presenza di tante persone. Quello che chiediamo alle istituzioni è che gli animali, che non sono destinati alla produzione alimentare, possano rimanere, in vita, isolati all’interno del rifugio, con tutte le accortezze necessarie alla non diffusione dell’epidemia. La Psa non è una zoonosi, non è trasmissibile all’uomo – prosegue Sara d’Angelo – . Pertanto i provvedimenti presi, come gli abbattimenti di migliaia di cinghiali nei boschi e dei maiali nei focolai come in questo caso, hanno il solo obiettivo di tutelare un comparto produttivo, l’allevamento suinicolo, e non la salute pubblica e di difendere l’interesse di una filiera che genera continuamente maltrattamento e vive solo sui ristori e finanziamenti pubblici”.
“Chiediamo a tutti di aiutarci, non possiamo permettere che gli animali rifugiati in un santuario, dove dovrebbero essere al sicuro, vengano uccisi. Se succederà ora potrà accadere di nuovo”, conclude Sara d’Angelo.
La coordinatrice della Rete dei santuari chiede inoltre ai partecipanti al presidio di rispettare tutte le misure di sicurezza per evitare la diffusione del virus.