C’era una volta la sanità pubblica
C’era una volta la sanità pubblica, La stato della malasanità, inizia dal passato, ma Il sistema sanitario attuale in Sardegna sta continuamente peggiorando e non bastano le pezze che l’Assessore tenta di mettere.
Certamente non sarà il pagamento del ticket da parte di chi non si presenta alle visite specialistiche, a risolvere la gravità del funzionamento dei servizi sanitari.
Quello che occorre, ovviamente, è aumentare l’organico dei medici, per garantire ai cittadini di usufruire in tempo debito le prestazioni mediche necessarie.
I correttivi al sistema sono funzionali se danno risposte puntuali ai cittadini, altrimenti sono pannicelli caldi.
Non ci sono giustificazioni quando per una visita specialistica pubblica, bisogna girare l’intera Sardegna, mentre il privato sanitario è a due passi.
C’era una volta la sanità pubblica
Gli esempi sono tanti: per una visita oculistica, ad esempio, da Nuoro bisogna recarsi a Iglesias, e addirittura non sono prenotabili gli esami strumentali: ecoografie, eco doppler, cardiologia, etc, bisogna aspettare Ottobre, quando le Asl indicheranno le nuove disponibilità per il 2024.
Questo significa che il paziente si deve arrangiare, cioè si deve rivolgere al privato, per non morire.
Questo stato sanitario deficitario, si riflette, anche a livello di medicina territoriale, che in base agli ambiti territoriali, i cittadini per avere l’assistenza del medico di base si devono recare anche fuori dal proprio comune di residenza, ad esempio da Siniscola i cittadini si devono recare alla sede degli ambulatori medici di Torpè, Posada e viceversa.
La mancata nomina di un medico di base, purtroppo, crea un disagio così grande e bisogna porre rimedio!
La situazione non cambia nelle zone interne del Nuorese, dove, il medico di base sta diventando un fantasma Questo disagio diventa poi enorme in assenza i una mobilita pubblica adeguata,
NON vi è dubbio che la via più semplice è quella di nominare il medico, per coprire il posto vacante. I Socialisti ritengono opportuno che la Regione intervenga tempestivamente per risolvere quanto rappresentato, per evitare di indebolire continuamente la rete territoriale.
Si tratta della più grave forma di ingiustizia sociale, sottolineando che il diritto alla salute va assicurato perché costituisce uno strumento di riequilibro delle disuguaglianze sociali, uno dei modi per portare avanti quelli nati indietro.
Da diverso tempo, in Italia, compresa la Sardegna, una parte del potere economico però lavora per riportare la sanità all’ingiustizia sociale.
Da un lato, abbiamo poli di eccellenza, dall’altro, una sostanziale inaccessibilità del servizio sanitario pubblico in tempi compatibili con le esigenze di cura. Ecco perché la Salute è, oggi, una grande battaglia che i socialisti sosteranno con convinzione.
I Socialisti chiedono di superare, quanto meno attenuare, i ritrai eccessivi, le assenze di prestazioni, le inadempienze, di ridurre i viaggi della speranza, di non smobilitare i presidi sanitari, e di evitare le inutili trasferte sul territorio con grave dispendio finanziario, di tempo e di fatica.
Rocco Celentano presidente regionale Psi
Monica carta segretaria provinciale Psi