Codici: i giudici dovrebbero vedere lo spot Esselunga per comprendere finalmente la realtà dei genitori separati
Non un consiglio per gli acquisti, ci mancherebbe altro, ma per la visione. È quello che l’associazione Codici rivolge ai giudici in merito allo spot della Esselunga. Parliamo della pubblicità che tanto sta facendo discutere, quella che vede protagonista una bambina, che si scoprirà essere figlia di genitori separati, che acquista una pesca insieme alla mamma al supermercato per poi regalarla al papà, dicendo che è un regalo della mamma.
“Una pubblicità che emoziona – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che testimonia quanto siano profondi i sentimenti ed anche i segni provocati da una separazione nei figli. L’obiettivo dell’azienda era riempire di significato la spesa con questo spot, chi lo critica sostiene invece che risveglia sofferenze in chi ha provato l’esperienza della separazione. A noi quello che ha colpito è la dolcezza della bambina ed anche l’effetto che genera la sua azione nei genitori, separati ma che per un attimo sembrano di nuovo vicini grazie ad un piccolo, grande gesto. Un legame indissolubile con i figli che si rinsalda, dando spazio anche ad una figura di cui troppo poco e male si parla, quella dei genitori separati.
Per questo ci piacerebbe che la pubblicità venisse vista dai giudici. Rappresenta un esempio di una realtà ben lontana da quella raffigurata in pubblicità storiche e classiche con al centro la famiglia riunita, sorridente a tavola. Ecco, quando prendono le loro decisioni, i giudici dovrebbero tenere presente situazioni come quella descritta dallo spot diventato addirittura un caso politico, perché rappresentano la realtà. Il futuro di una famiglia, anche se non più unita, dipende anche dalle loro sentenze, da scelte che lasciano segni profondi, come a nostro avviso racconta benissimo la pubblicità dell’ormai famosa pesca, il messaggio che vogliamo cogliere e rilanciare nella speranza di una riflessione, lasciando da parte per una volta critiche strumentali e faziose, slogan e demagogia”.