Oltre 400 azioni contro i combustibili fossili previste in tutto il mondo per la mobilitazione Global Fight to End Fossil Fuels
Migliaia di persone scenderanno in piazza, anche in Italia, per chiedere una rapida ed equa decarbonizzazione.
11 settembre 2023 – Manca ormai meno di una settimana a Global Fight to End FossilFuels, la mobilitazione internazionale prevista in tutto il mondo per chiedere lo stop ai
combustibili fossili, organizzata da grandi reti internazionali tra le quali Climate Action
Network e Demand Climate Justice.
Oltre 400 tra azioni, manifestazioni, cortei e sit-in sono già previsti in ogni angolo del
pianeta, per una mobilitazione che vede coinvolte più di 700 organizzazioni, e che dovrebbe
portare in strada migliaia di persone tra il 15 ed il 17 settembre.
Una campagna che segna il riaccendersi delle manifestazioni globali per il clima, a pochi
giorni dal Climate Ambition Summit delle Nazioni Unite, previsto a New York il 20 settembre, e che sembra voler cavalcare le affermazioni del Segretario Generale dell’ONU António Guterres, al centro di numerosi appelli per la lotta alla crisi climatica nei confronti dei leader mondiali.
Ondate di caldo record
Il grido d’allarme alla base della mobilitazione appare quanto mai attuale alla luce dell’estate
appena trascorsa, durante la quale le popolazioni dell’intero pianeta si sono trovate a fare i
conti con ondate di caldo record e fenomeni atmosferici straordinari, la cui frequenza risulta
in costante aumento. Uno scenario tristemente conosciuto anche in Italia, con la penisola
divisa per intere settimane a metà tra incendi devastanti e alluvioni che hanno messo alle
strette interi settori economici e minacciato la sicurezza di numerose città.
“Luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato nella storia del pianeta.
I disastri climatici mortali e senza precedenti che stanno devastando il mondo sembrano lasciare impassibili i soggetti colpevoli dell’inquinamento” spiega Tasneem Essop, direttrice esecutiva di Climate Action Network. “I paesi storicamente maggiormente responsabili di maggiori quantità di emissioni, come la Norvegia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, stanno annunciando nuovi progetti sui combustibili fossili nonostante le inondazioni, gli incendi e le ondate di caldo stiano condizionando sempre più le nostre vite. Prendiamo spunto dalle recenti vittorie ottenute nella regione di Yasuni con il referendum per fermare le trivellazioni petrolifere.
Quando noi, in quando popolazione, utilizziamo il nostro potere collettivamente, possiamo
vincere. Vogliamo che la nostra resistenza contro i combustibili fossili mandi un messaggio
forte all’industria del settore e ai suoi sostenitori: il loro tempo è scaduto”.
Non mancano le adesioni tra le organizzazioni nostrane: diverse le azioni già annunciate e in fase di programmazione, tra le quali spiccano la partecipazione di Fridays For Future,
Greenpeace, ReCommon, 6000 Sardine e Rinascimento Green, con il numero di iniziative e
di soggetti coinvolti in costante aumento (è possibile consultare la mappa della mobilitazione a questo link).
Global Fight to End Fossil Fuels
“Le aziende dei combustibili fossili come Eni ricoprono un ruolo sproporzionato nei processi
decisionali relativi alle politiche in ambito energetico e climatico, causando gravi danni in
entrambi i settori” spiega Stephanie Brancaforte, direttrice di Rinascimento Green. Proprio
Eni, multinazionale del settore energetico tra le 30 aziende più inquinanti al mondo,
finanziata e controllata per il 30% dallo Stato Italiano, risulta uno dei bersagli della
mobilitazione. “Dal 15 al 17 settembre scenderemo in piazza in tutta Italia ed in tutto il
mondo per chiedere la fine di un sistema distruttivo e inquinante come quello del fossile, e
per manifestare il nostro totale supporto alle soluzioni rappresentante dalle tecnologie
rinnovabili e dall’economia circolare, strumenti in grado di produrre enormi opportunità a
livello di benessere sociale ed economico.
La popolazione mondiale chiede interventi concreti per contrastare il preoccupante aumento delle temperature, a partire dall’immediato stop ai sussidi ed alle agevolazioni per i combustibili fossili” conclude Brancaforte. Gli scienziati sono chiari: il mondo ha bisogno di una rapida ed equa transizione verso un sistema energetico sostenibile, basato su fonti di energia pulita, nel rispetto della natura e dei diritti fondamentali di ogni popolazione e delle comunità locali. Gli ultimi dati dell’International Energy Agency dimostrano che non è possibile continuare con le estrazioni di combustibili fossili osservando al contempo i limiti di 1.5°C di aumento di temperatura globale.
Le soluzioni per un cambio di paradigma sono a portata di mano: è compito dei
leader internazionali prendere decisioni in grado di invertire la rotta e superare un sistema
iniquo come quello fossile, a favore di un nuovo sistema più equo e sostenibile.
È possibile consultare la mappa interattiva con gli eventi in aggiornamento a questo link.