L’operazione “Monte Nuovo” portata a termine dai carabinieri del Ros ieri, 27 settembre 2023, in Sardegna ha prodotto 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.
Il “mondo di mezzo” in Sardegna
Secondo il tenente colonnello Giorgio Mazzoli, comandate del Ros di Cagliari, “questa operazione dimostra un cambiamento del paradigma in cui si pensava che la Sardegna avesse solo associazioni e bande modulari legate alle attività storiche come gli assalti ai portavalori e i sequestri“.
“Né vipera né mafia” si è più volte sentito ripetere in riferimento alla Sardegna. Salvo poi scoprire (dopo che un venditore di legna era stato morso da una vipera, infiltrata nella legna) che le vipere ci si sono ambientate bene e che le mafie hanno ripetutamente fatto capolino in assalti al patrimonio ambientale, in appalti miliardari e d’elite, nel riciclaggio di denaro, in piccole bande locali collegate a reti nazionali e internazionali (stupefacenti, riciclaggio, corruzione…), negli innumerevoli attentati agli amministratori locali.
Questa è la seconda volta che in Sardegna si contesta il reato di associazione di tipo mafioso. La prima contestazione di questo tipo ha riguardato Ausilia Piroddi, ex segretaria della CGIL ogliastrina, condannata all’ergastolo e poi morta agli arresti domiciliari.
Oggi, come ieri, la protagonista di rilievo è una donna, già assessora all’agricoltura della Regione Sardegna fino a novembre 2022 nella Giunta Solinas, ex PD e oggi Psd’Az, rappresentante delle istituzioni.
Le mafie esistono e godono di buona salute
L’operazione “Monte Nuovo” ha dunque squarciato il velo di una verità sempre taciuta seppur presente nella nostra Isola: le mafie esistono e godono di buona salute. E prolificano nei loro affari criminali.
L’ultimo boss di Cosa Nostra è morto (lo compiange anche qualche orgolese, con un necrologio fatto affiggere ieri nei muri del paese) ma le mafie sono vive e vegete. Hanno “cambiato paradigma” per dirla con il tenente colonnello che ha illustrato l’operazione Monte Nuovo. Rimarcando che almeno due tra i più illustri arrestati (per i quali vale la presunzione di innocenza fino a prova contraria) erano il punto di unione tra le associazioni criminali e le istituzioni.
E riconoscendo agli stessi il potere di avvalersi del vincolo associativo, proprio quello sanzionato dal 416 bis.
E’ da almeno 28 anni che Libera Sardegna fa “controinformazione” contestando l’immagine di un’isola felice immune da presenze e infiltrazioni mafiose (decine di sentenze le confermano).
Da altrettanto tempo Libera Sardegna sostiene quel cambio di paradigma evidenziato con quest’ultima operazione che ha portato a mettere insieme interessi criminali e mondo politico- istituzionale.
L’operazione Monte Nuovo
L’operazione Monte Nuovo ha scoperto la punta di un iceberg che immaginiamo purtroppo più grande, più profondo e ben radicato nel tessuto sociale della Sardegna.
“La mafia non spara più – ci aveva ricordato qualche mese fa un bravissimo magistrato della Procura di Cagliari durante il campo E!State Liberi! realizzato in un bene confiscato – Ma non per questo ha smesso di “uccidere”, usando oggi un’arma tanto silenziosa quanto potentissima: la corruzione”.
Siamo convinti che l’operazione Monte Nuovo è il prodromo di altre operazioni che potranno portare a smantellare sistemi costruiti e sostenuti per fare affari illeciti, violare le istituzioni, piegare le leggi (e la giustizia) al volere e agli interessi di potenti oligarchie che intrecciano negativamente politica, economia e istituzioni. In spregio alla triste realtà sociale che tanti sardi sono costretti a subire, senza intravvedere soluzioni di speranza.
Per questo salutiamo con soddisfazione l’opera intrapresa dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. E, allo stesso tempo, per questo auspichiamo che le tante persone oneste che vivono e operano in Sardegna mobilitino le proprie coscienze per liberare finalmente la nostra terra dalle schiavitù e dagli schiavisti che la rendono ogni giorno più povera.
In questa direzione Libera Sardegna continuerà ad operare ed è pronta a collaborare e a sostenere le coscienze rette e le organizzazioni della società civile che vorranno unirsi a questa grande battaglia di civiltà.
Cagliari, 28 settembre 2023