Ultimamente c’erano stati dei piccoli, ma flebili, segnali di ripresa, troppo poco.
In questo modo il paese fa fatica a venir fuori da una situazione difficile.
La prossima manovra finanziaria, è l’occasione per provare a dare un impulso positivo.
Certo, chiedere una svolta definitiva, viste le risorse economiche a disposizione, pare opera impossibile.
Provare a ripartire invece si può, ed è anche un obbligo farlo.
Ci sono due punti cardine dai quali ripartire.
Il primo è quello relativo al taglio dei cuneo fiscale.
Una riduzione vera, e non come quelle fatte finora (sempre poco incisive).
Di questo punto focale, se ne parla ormai fin dai tempi del primo governo Prodi.
Purtroppo non si è mai ottenuto un risultato importante, e non lo si è mai percepito nelle buste paga dei lavoratori.
Per poter dare una piccola svolta, invece è importante tagliare le tasse in busta paga, e operare nella stessa maniera anche in quelli che sono i costi a carico del datore di lavoro.
Questa è la strada maestra da seguire, per poter dare un maggior potere d’acquisto ai cittadini.
Ciò consentirebbe anche di far crescere i consumi e conseguentemente l’economia del paese.
Attualmente il poter d’acquisto degli italiani non è certamente dei migliori, tanto che in Europa, da questo punto di vista, non godiamo di buona reputazione.
L’altra mossa strategica da non sottovalutare è quella relativa al rinnovo dei contratti.
Una questione che va analizzata e affrontata nel migliore dei modi e con la giusta attenzione.
L’inflazione crescente ha eroso la “forza” della busta paga dei lavoratori.
Un ennesimo rinnovo contrattuale non in grado di “coprire” i costi relativi all’aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, sarebbe l’ennesima pietra tombale sull’economia nazionale.
Il governo ed i sindacati hanno una grande responsabilità nei confronti di tutti i lavoratori italiani.
Un ennesimo fallimento della politica, potrebbe portare ad un periodo di recessione profondo.