“Le giornate del Romanico” in Sardegna, Sicilia e Lombardia. “Italia Romanica” presentata al Ministero della Cultura. La sfida della fondazione Sardegna Isola del Romanico
Tre fine settimana, oltre 100 chiese visitabili gratuitamente in tre regioni, eventi collaterali alla scoperta del territorio.
Saranno oltre 60 le chiese romaniche che in Sardegna apriranno le loro porte ai visitatori durante “Le Giornate del Romanico” che quest’anno si svolgeranno sotto l’egida di Italia Romanica nata dall’unione di tre enti: la Fondazione Sardegna Isola del Romanico, che conta ben 88 comuni sardi in rete, la lombarda Fondazione Lemine e la siciliana Le Vie dei Tesori.
La Sardegna ha fatto da apripista alle altre regioni con l’istituzione di giornate speciali dedicate all’architettura del Medioevo italiano. La novità del 2023 è la realizzazione di un calendario molto ricco che conta oltre 100 chiese aperte gratuitamente e senza prenotazione ai visitatori di Sardegna, Sicilia e Lombardia, che nei tre fine settimana di settembre e durante la prima domenica di ottobre sceglieranno uno dei paesi o città che ospiteranno questo grande evento.
Sono previste visite guidate gratuite e aperture straordinarie degli edifici di culto costruiti tra la fine del X e il XIII secolo, strutture imponenti che hanno caratterizzato la storia e la cultura dei luoghi in cui sono sorte. In molti casi si tratta di siti importanti che ancora oggi conservano opere d’arte e lavori di pittori e architetti, scultori, un patrimonio immenso e straordinario alla portata di tutti.
L’apertura sarà curata da ciascun Comune, che in alcuni casi ha previsto anche degli eventi collaterali legati al territorio. Alle amministrazioni quindi, spettano le scelte e le singole forme da forgiare per questo importante evento che si arricchirà di settimana in settimana.
Il primo weekend
Nel primo weekend, il 15 e 16 settembre, a Bonarcado sarà possibile seguire le spiegazioni in lingua sarda, a Gesico sarà dedicato un percorso per le scuole a cui si aggiungeranno degli eventi gastronomici.
A Samassi apriranno le porte di San Geminiano, unica chiesa dell’isola intitolata a questo Santo mentre a Santa Giusta si potrà visitare l’unica cripta coeva alla costruzione di quella che oggi è una Basilica; altra unicità è quella di Silanus, dove sarà visitabile la chiesa romanico-bizantina che sorge accanto al nuraghe. A Codrongianos sarà aperta gratuitamente la Basilica di Saccargia mentre a Galtellì oltre alla chiesa romanica, si potrà visitare anche il Parco Deleddiano. A Ittireddu si aprirà la chiesa di Santa Croce, che sorge a breve distanza dall’antico vulcano, oggi Monte Lisiri.
In Ollastra si potranno ammirare anche i mattoni rossi della cripta romana intitolata al patrono San Marco. Nuova luce per la chiesa di San Michele di Salvenero di Ploaghe, di recente restaurata e finalmente visitabile, mentre l’imponente ex cattedrale di San Nicola ad Ottana ospiterà i visitatori che saranno curiosi di ammirare la Pala d’Altare raffigurante i regnanti dell’Arborea. A San Giovanni di Sinis, nel territorio di Cabras, si potrà accedere alla chiesa che sorge nel villaggio a poca distanza dalle rovine di Tharros. A Bosa porte aperte nell’ex cattedrale di San Pietro Extra Muros e a Mogoro i visitatori entreranno nella chiesa di Nostra Signora del Carmine. Tramatza, Zeddiani e Zerfaliu sono dei centri in cui è possibile ancora oggi toccare con mano la storia degli antichi insediamenti medievali, mentre a Uri e ad Usini si potranno visitare le chiese romaniche intitolate entrambe a Santa Croce.
Nel paese famoso per le sue terme naturali di Casteldoria, a Santa Maria Coghinas, sarà visitabile la chiesa romanica della Madonna delle Grazie.
Le settimane successive
Nelle settimane successive, tra i centri più centri più importanti, sarà fruibile la chiesa palatina di Ardara di Santa Maria del Regno con il suo maestoso Retablo maggiore. Aprirà anche la Chiesa di San Pietro di Zuri, nell’antico villaggio omonimo che ricade nel comune di Ghilarza, e i visitatori potranno ammirare la più grande cattedrale romanica della Sardegna a Porto Torres, dedicata ai Santi Martiri Turritani Proto, Gavino e Gianuario; ci sono anche le cinque chiese romaniche di Quartu Sant’Elena, il comune sardo che conta più chiese di questo periodo nel proprio territorio; si aggiunge anche la chiesa templare di San Leonardo di Siete Fuentes a Santu Lussurgiu; si potrà passeggiare nell’antico villaggio medievale di Tratalias dove sorge la chiesa Santa Maria de Monserrat o visitare il gioiellini romanici di Santa Maria di Uta o San Ranieri di Villamassargia e ancora quello di San Platano a Villaspeciosa.
Nell’ultimo fine settimana, tra le altre aperture straordinarie e gratuite, si segnala la Cattedrale di San Pantaleo di Dolianova, quella di San Lussorio che sorge a poca distanza dall’antico impianto termale, oggi sito archeologico, di Fordongianus, la cattedrale di Santa Chiara a Iglesias o quella di San Simplicio ad Olbia.
Nel lungo elenco c’è anche la suggestiva chiesa di Santa Chiara nel centro storico di Oristano e l’antica cattedrale di Sant’Antioco di Bisarcio, nella cui area circostante sono in corso gli scavi archeologici sul palazzo vescovile e l’antico villaggio medievale abbandonato di Bisarcio.
La grande festa del Romanico
“E’ la grande festa del Romanico a cui tutti possono prendere parte gratuitamente- commenta Antonello Figus, presidente della Fondazione Sardegna Isola del Romanico- sul tema del patrimonio romanico la Sardegna ha tracciato la strada in campo nazionale, siamo orgogliosi ed entusiasti. Ci attiveremo ancora perché questo lavoro prosegua in un lungo percorso, affinché la rete cresca e il Romanico abbia il giusto rilievo in Italia. Il prossimo passo – conclude- sarà quello di allargare le maglie e tendere la mano ad altri Paesi europei per lavorare alla riscoperta di questo patrimonio enorme che la Chiesa mette a disposizione dei fedeli e dei visitatori”.
In Sardegna il 16 e 17 settembre si potranno visitare le chiese di Bonarcado, Bosa, Cabras, Codrongianos, Galtellì, Gesico, Ittireddu, Mogoro, Ollastra, Ottana, Ploaghe, Samassi, Santa Giusta, Santa Maria Coghinas, Silanus, Tramatza, Uri, Usini, Zeddiani, Zerfaliu.
Il 23-24 settembre apriranno le porte delle chiese di Anela, Ardara, Banari, Bulzi, Guasila, Irgoli, Masullas, Oschiri, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Santu Lussurgiu, Sardara, Tergu, Tratalias, Uta, Villamassargia, Villaspeciosa.
L’ultimo fine settimana, il 30 settembre e il 1° ottobre, le protagoniste saranno le chiese romaniche di Bauladu, Cargeghe, Cossoine, Dolianova, Florinas, Fordongianus, Ghilarza, Iglesias, Milis, Olbia, Oristano, Orotelli, Oschiri, Ozieri, Pula, San Vero Milis, Semestene, Siamaggiore, Siddi, Simaxis, Solarussa, Villa San Pietro, Villamar, Villaputzu.
Per scoprire quali saranno le chiese, quali saranno gli eventi collaterali nei singoli comuni, basterà cercare il paese a cui si è interessati su www.romanicosardegna.org.