Più di 100 capaci di superare i 98 punti, quota che consente di ottenere la “Standing Ovation” (il massimo riconoscimento); cinque di essi hanno raggiunto 100/100
Oltre 700 vini degustati, quasi 329 meritevoli di recensione (ovvero capaci di centrare un punteggio di almeno 90/100, a riprova dell’eccellente livello raggiunto dalla produzione enoica della regione).Più di 100 i vini capaci di superare i 98 punti, quota che consente di ottenere la “Standing Ovation” (il massimo riconoscimento); cinque di essi hanno raggiunto 100/100. Sono questi alcuni dei numeri più significativi della Guida numero 6 dedicata ai Vini della Sardegna di Vinodabere.it, ora finalmente in rete (visualizzazioni in vorticosa crescita, a ribadire che anche per consumatori e appassionati la credibilità di questo lavoro capillare e coscienzioso – tutte le degustazioni avvengono rigorosamente alla cieca e in panel, con punteggio finale desunto dalla media aritmetica dei giudizi degli assaggiatori/autori – non è minore di quella riconosciutagli dalle aziende partecipanti).
Sembra, insomma, che venga sempre più compresa e apprezzata la filosofia che sta dietro la Guida. Al centro la voglia di raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicola, accendendo in primis i riflettori su quelle meno in vista. E, bisogna dirlo, le scoperte non mancano: accanto agli affermati “top player”, sono ogni volta più numerose le realtà in partenza meno celebri capaci di primeggiare e di far centro.
Il Cannonau delizia i palati in ogni sua declinazione
Sempre maggiori le sottozone di fresca emersione che propongono prodotti da prima linea assoluta. L’esempio più lampante è quello del Cannonau.
Il vitigno bandiera, lontano ormai anni luce dal modello di vino alcolico e pesante della “vecchia” (e oggi non più fondata) reputazione, e che ora è espresso attraverso una panoplia di interpretazioni di spiccata diversità (e di grandissimo interesse) a seconda delle zone di nascita e allevamento delle uve: dalla viticoltura di montagna della vocatissima comunità di Mamoiada ad aerali altrettanto storici come Oliena (con il suo Nepente), passando per Orgosolo, Dorgali (con la splendida Valle di Oddoene, ora toponimo utilizzabile in etichetta), l’Ogliastra, la Romangia, e perfino la Gallura, che mostra ultimamente di sapersi districare abilmente anche con le varietà a bacca rossa.
La vendemmia 2021 – di sicuro una di quelle destinate a restare negli annali – ha poi contribuito a fare il resto (e a far sì che i campioni di questa varietà recensiti siano stati la bellezza di 110).
Mandrolisai si ritaglia un ruolo da protagonista
Restando in tema di sorprese, ne ha regalato di belle anche Mandrolisai, territorio di grande tradizione enoica (ma fin qui non premiata a sufficienza da fama e fortuna). Con la sua omonima denominazione (la doc più territoriale della Sardegna con tre vitigni utilizzati in blend: Bovale, Cannonau e Monica) raccoglie più di 20 produttori, autori di vini di carattere, personalità e alto rango e prossimi ormai alla costituzione di un auspicabile Consorzio di Tutela.
I tempi sembrano insomma maturi per un vero e proprio exploit della Regione.
I 5 vini con 100/100
- Ruinas del Fondatore 2020 – Depperu
- Vernaccia di Oristano Riserva Per Te 2002 – Silvio Carta
- Vino Liquoroso Rosso Festa Norìa s.a. – Santadi
- Cannonau di Sardegna Brulleri Ghirada Bruncu Boeli 2021 – Osvaldo Soddu
- Cannonau di Sardegna Riserva Tziu Ziliu 2019 – Cantina Orgosa
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