NO agli zaini di guerra della Giochi Preziosi”! Ieri la protesta in Piazza Bra a Verona, presidi anche a Padova e a Milano per chiedere all’azienda il ritiro del prodotto
NO agli zaini di guerra della Giochi Preziosi
Verona, 14.09.2023 – “La scuola non è una caserma…” “Boicotta Giochi Preziosi e i suoi zaini di guerra” “Stop alla militarizzazione di scuole e università“, sono solo alcuni degli slogan esposti ieri sera a Verona in occasione della manifestazione inscenata a Piazza Bra e davanti al negozio della “Giochi Preziosi”, azienda distributrice della nuova linea di zaini scolastici che riproducono loghi e colori di alcuni corpi militari e il marchio dell’Esercito Italiano. Una campagna di protesta partita in rete in tutta Italia, su impulso dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in seguito alla quale pare che i prodotti in questione siano stati ritirati dal sito on line della nota azienda ma non dai punti vendita.
Intanto la protesta si è spostata per le strade di Verona, ma hanno risposto anche da Padova e Milano.
Primi ad accogliere l’invito dell’Osservatorio gli attivisti di Verona ai quali si è unito un variegato gruppo di associazioni della città scaligera, di seguito le loro dichiarazioni. “Noi crediamo che la scuola dovrebbe insegnare l’educazione alla pace e alla solidarietà, che debba formare per una società diversa. Ecco perché è necessario che si manifesti il dissenso contro la scelta dell’azienda Giochi Preziosi di commercializzare questi zaini che abbiamo visto esposti in bella mostra in vetrina anche nel negozio di Verona e che veicolano evidentemente messaggi totalmente contrari. È nostro dovere manifestare il dissenso contro questo tipo di messaggi ed è per questo che invito genitori e genitrici a documentarsi su questi temi, anche attraverso il lavoro svolto dall’Osservatorio. Possiamo lavorare insieme, anche con i sindacati confederali che invito contestualmente per formare una grande rete.
Ci tengo infine a manifestare il mio rammarico per i continui cambiamenti di sede che ha subito la manifestazione di domani su disposizione della Digos, la quale ha ritenuto opportuno farci spostare in Piazza Bra. Una scelta discutibile a nostro parere, proprio perché a differenza della sede precedente, che era piazzetta Melone, questa risulta alquanto dispersiva per una manifestazione come la nostra“. Miria Pericolosi (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Verona).
“Assistiamo alla creazione di forme ostili, la creazione nell’immaginario collettivo di nemici a cui rispondere necessariamente con la cosiddetta cultura della difesa. Noi non siamo d’accordo sul trincerarsi dietro al concetto di patria da difendere a questo contrapponiamo quello di cultura dell’accoglienza.” Paolo Pasetto – (Assoc. Sulle Orme).
“Per noi i valori dell’accoglienza, dell’ascolto dell’altro e della cooperazione sono fondamentali e su questi basiamo la nostra attività ecco perché riteniamo sbagliato il messaggio lanciato da questo tipo di zaini, ancora di più se diretto a bambine e bambini e su questo si deve vigilare” Gemma Albanese – (MAG Mutua per l’autogestione – Verona).
“Quali valori vogliamo trasmettere ai nostri ragazzi e ragazze? Noi crediamo che la scuola si debba fare portatrice dell’educazione al rispetto. Nel caso degli zaini della Giochi Preziosi non vediamo come l’immagine di un uomo in divisa con camuffamento mimetico pronto all’assalto possa rappresentare un modelli per i nostri giovani“. Marisa Mazzi – (Isolina e.. Assoc. Per la prevenzione del femminicidio)
“Nella nostra comunità cristiana già da tempo sentiamo la necessità di liberare le Sacre scritture dal condizionamento del linguaggio violento, proprio perché nella nostra società è divenuto fondamentale disinnescare questo tipo di narrazioni, parlare di pace e cooperazione anziché di guerra. Ecco perché ci troviamo in accordo con il dissenso manifestato dai presenti sulla commercializzazione di questi zaini per la scuola.” Paolo Ferrari – (Comunità Cristiane di Base)
“Siamo contro la guerra e il militarismo e a favore della convivenza pacifica tra le persone, ecco perché secondo noi bisognerebbe smilitarizzare le menti. Un esempio attuale è per noi a Verona è la Fiera delle armi, troviamo veramente assurdo vedere al suo interno in visita genitori con figli. Non sono questi i messaggi da lanciare alle nuove generazioni“. Giannina Del Bosco – (Donne In Nero)
“Per un’azienda lavorare con certi simboli sugli zaini è una furbata, lo è perché indossare uno zaino è anche lanciare un messaggio identitario, in questo caso molto chiaro“. Bruno Fini – (Sinistra Italiana)
“Sono un educatore e vi pongo una domanda: è più difficile educare o instillare la cultura della violenza? Sicuramente nel secondo caso il compito dell’educatore è più facile perché la violenza, verbale o fisica, è semplice e immediata, arriva subito ma è questo che vogliamo per i nostri e le nostre giovani? Educare al rispetto dell’altro alla non violenza esige invece più tempo e perseveranza non è un messaggio che si recepisce subito ed è per questo che bisogna impegnarsi di più“. Luigi Mirandola – (Ass. Alke)
“Oggi qui si pone un problema importante: le scuole non possono diventare caserme! Non è vero che si diventa uomini in caserma e che arrivino questi messaggi ai bambini lo ritengo incredibile. Se un’azienda utilizza questo mezzo per il proprio profitto vuol dire che il nostro livello di attenzione è davvero in crisi“. Fiorenzo Fasoli – (Rifondazione Comunista)
“Come Non Una di Meno-Verona vogliamo ribadire che il nostro femminismo e transfemminismo è antimilitarista. Ci preoccupa e ripugna come un’azienda inserisca con assoluta nonchalance materiale che potremmo definire di “propaganda” nelle scuole, per ottenere profitto da una parte e creando “alleanze” con l’esercito dall’altra, ricordandoci quanto forte è il legame tra capitale, patriarcato, guerra. La scuola non è una caserma e lƏ studentƏ non sono piccole reclute. E della retorica di guerra che dal Covid in particolare è entrata a far parte della quotidianità, infilandosi poi anche nelle agenzie educative, ne vogliamo fare a meno, per creare altre narrazioni, tanto più necessarie quando ci si trova in ambienti pedagogici“. Nonunadimeno Verona
“Per affrontare questi ed altri temi importanti fuori e all’interno della scuola riteniamo indispensabile il coinvolgimento delle famiglie in stretta sinergia con il corpo docente e le associazioni del territorio in maniera da avviare una rete virtuosa capace di affrontare piccole e grandi criticità del nostro tempo legate all’infanzia e all’adolescenza”. Angela Nava – (Coord. Genitori Democratici)