Sicurezza: parlano i poliziotti
Per interi lustri abbiamo visto e sentito tutti parlare di sicurezza, tutti non addetti ai lavori che nemmeno sanno cosa sia la Sicurezza se non in un loro mondo ristretto e lontano.
Politici nazionali, Ministri dalle varie fogge e colori, Magistrati, Politici regionali e provinciali.
I loro devastanti e distruttivi risultati si vedono e chi li subisce brutalmente, da oltre 10 anni, è sempre il CITTADINO e le Forze di Polizia.
Sicurezza: parlano i poliziotti
Forze di Polizia perseguitate da un ventennio e che sono state anche etichettate come una massa di “TORTURATORI” con una Legge solo ed unicamente contro di loro così che non possano agire e protestare quando quella Legge doveva essere per tutti i Cittadini presenti sul territorio della Repubblica Italiana, una vera e propria discriminazione unita alla continua persecuzione che continuano a consumarsi nei confronti delle divise dello Stato.
Ad oggi, nessuno si chiede, o si vuole chiedere, quale immane devastante impatto psicologico questa Legge abbia avuto sulle divise, già demotivate, e del perché della mancanza di risultati.
Per dieci anni nessuno ci ha ascoltati, adesso nelle Città la sicurezza non esiste più, i crimini vengono consumati con efferatezze e crudeltà senza pari e senza freni con morti ammazzati e vittime a centinaia.
Per salvare la vita e l’incolumità dei Cittadini e le Città, gli addetti ai lavori sono costretti a dover parlare ed intervenire dicendo: basta nascondere quel che accade!!!
Urgono le famose “regole di ingaggio”, anzi protocolli operativi per non ledere la psiche di qualcuno, che, per fortuna, sono state approvate per la Polizia Penitenziaria
Stante la cronica, incolmabile ed irrecuperabile carenza di personale, urge unificare la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri in una nuova Polizia che sia presente ed efficiente su tutto il territorio nazionale con un recupero di miliardi senza pari tale da garantire tutte le carenze e le inefficienze esistenti da un decennio.
Urge raddoppiare o triplicare i minimi di pena.
E’ improcastinabile ed urgente separare le Carriere dei Magistrati che devono effettuare, nelle aule, le stesse turnazioni delle Forze di Polizia che sono su strada ed essere presenti alle operazioni di Polizia per evitare inutili lungaggini burocratiche con condanne ridicole, scarcerazioni scandalose e vergognose prescrizioni.
Urge togliere dalla dipendenza della Magistratura la Polizia Giudiziaria per interrompere i soliti grandi casi mediatici che poi finiscono nelle solite bolle con condanne risibili.
Il Magistrato o “giudica o fa il poliziotto”, non deve essere di parte dirigendo le indagini.
Ad ognuno il suo!
Ridurre la discrezionalità dei Magistrati perché se, ad esempio, una persona commette un omicidio non ha diritto a qualsivoglia sconto di pena o altro privilegio che lo premi ed inviti a commettere altri reati oltraggiando ulteriormente le vittime.
Ridurre gli sconti di pena e tutte le altre misure che “tagliano” le pene di chi commette reati in questa Giustizia perdonista e buonista, perché lo invoglia a diventare da delinquente occasionale a delinquente abituale e professionale.
Eliminare la devastante Riforma Cartabia perché il Cittadino che subisce un reato deve anche sporgere querela e non denuncia più, quindi le statistiche dei delitti sono il più grande falso della storia.
Inoltre la Riforma Cartabia, stante la cronica carenza di Forze di Polizia, ha costretto i tantissimi cittadini che subiscono i reati a fare la “giustizia fai da te”, insomma sono stati trasformati in dei vigilanti che pattugliano le strade e applicano la “legge della strada” senza divise e tribunali come un Tribunale del popolo e non sempre ci sono dei telefonini a riprendere le scene giustizialiste.
I poliziotti sono stanchi di essere carne da macello per colpe altrui, anche la loro vita è sacra, come quella dei Cittadini che sono stati, per un decennio, condannati ad essere le vittime sacrificali di una politica che ha provocato, e sta provocando ancor più gravemente, centinaia di morti e migliaia di vittime.
Napoli, 11 settembre 2023
La Segreteria Nazionale