Teatro da Balcone e “Baroni in Laguna” di e con Stefano Ledda sabato 9 e domenica 10 settembre a Galatone in Puglia
Teatro da Balcone, il progetto del Teatro del Segno nato per il Festival “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu (OR) sbarca in Puglia insieme a “Baroni in Laguna”, lo spettacolo tratto dall’omonimo saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori, avvincente come un romanzo, per un duplice appuntamento – rispettivamente sabato 9 e domenica 10 settembre alle 21 – nella città di Galatone, in provincia di Lecce, nell’ambito del Festival “Di Sud in Sud”, organizzato dalla Compagnia Salvatore Della Villa e incastonato nella III edizione del Terre di Mezzo Festival / teatro, musica, danza, poesia.
Teatro da Balcone e “Baroni in Laguna”
L’idea di “abitare” e far rivivere le case del centro storico trasformandole in ribalta per brevi performances fra prosa e musica, danza e nouveau cirque, ispirata dalle architetture di pietra del “paese nel vulcano” nella storia regione del Montiferru, in Sardegna, viene ora “esportata” nella Penisola Salentina grazie alla collaborazione fra il Teatro del Segno e la Compagnia Salvatore Della Villa:
sabato 9 settembre a partire dalle 21 nel cuore di Galatone sei pièces di Teatro da Balcone interpretate da Chiara Serena Brunetta, Stefano Carta, Maria Margherita Manco, Anna Paola Marturano, Giorgio Piano e Daniela Scozzaro, per la regia di Stefano Ledda, disegneranno un intrigante itinerario alla riscoperta degli angoli più suggestivi, tra antichi vicoli e balconate.
Affascinanti e misteriosi personaggi si affacceranno per raccontare di sé e delle proprie vicende, emozionanti o divertenti, tragiche, comiche o grottesche, spaziando tra differenti registri, tra ironia e pathos per comporre un affresco di varia umanità, tra vizi e virtù, nel gioco delle passioni.
“Baroni in Laguna” ovvero “Appunti sul Medioevo in un angolo d’Italia a metà del XX secolo”
Un viaggio della Sardegna del Novecento con “Baroni in Laguna” ovvero “Appunti sul Medioevo in un angolo d’Italia a metà del XX secolo”, liberamente tratto dal saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori, con drammaturgia e regia di Stefano Ledda, protagonista sulle note della chitarra di Andrea Congia e del sax di Juri Deidda – in cartellone domenica 10 settembre alle 21 nell’Atrio del Palazzo Marchesale in piazza del SS Crocifisso a Galatone:
la pièce firmata Teatro del Segno ricostruisce – in un’avvincente e amara cronaca – la difficile lotta dei pescatori di Cabras per conquistare una nuova dignità e liberarsi del retaggio e dei vincoli dell’antica civiltà feudale negli Anni Sessanta, in un’Isola sospesa tra passato e futuro
Una Sardegna fuori dal tempo tra paesaggi arcaici e avanzi di Feudalesimo nella pièce che mescola cronaca, atti giudiziari e immagini d’epoca (rielaborate da Paolo Trebini) per raccontare la rivolta dei pescatori del paese del Campidano di Oristano, sulle rive dello stagno conosciuto come Mari Pontis (diventato famoso in tutto il mondo grazie al ritrovamento delle statue dei “giganti” di Mont’e Prama) contro l’anacronistico regime feudale che sanciva come immutabile un diritto di proprietà ormai superato dalla Storia e dalle leggi.
Una rivoluzione culturale che nasce da una rinnovata coscienza della propria dignità, ma anche sulla spinta della miseria e della fame, e diventa però un processo inarrestabile in cui le donne assumono – accanto ai loro uomini, mariti, padri, fratelli e figli – un ruolo fondamentale. Lo sguardo femminile anticipa e illumina il cambiamento: dove era la paura insorge la rabbia, l’indignazione e perfino il disprezzo, ed è in questa forza segreta uno dei fascini di una narrazione sapiente, ritmata e via via più incalzante in un crescendo che tocca e coinvolge gli spettatori.
Il saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori
Partendo da un fatto di cronaca – un assassinio apparentemente senza movente – Giuseppe Fiori si inoltra nel terreno insidioso delle norme implicitamente imposte e accettate su cui si regge un sistema di equilibri arcaico e apparentemente immutabile: la verità affiora a brandelli, in un silenzio assordante si scopre come l’origine del male sia, come spesso, in un’ingiustizia che contrappone ricchezza e potere a indigenza e disperazione.
Lo stupore del cronista, improvvisamente proiettato in un nuovo Feudalesimo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, quando l’Italia viveva il sogno inebriante del boom economico, diventa quello del lettore e del pubblico e la dura lotta dei pescatori; dapprima quasi esitanti, poi sempre più convinti delle proprie ragioni, si trasforma nella lotta di tutti – uomini e donne – in difesa dei diritti inalienabili: alla vita e alla dignità di cittadini, al nutrimento, all’uso del territorio, alla condivisione delle risorse per il bene comune.
Battaglie di ieri e di oggi su temi ancora scottanti e assolutamente attuali, su cui anche si misura il grado di civiltà di un popolo e di una società.
Stefano Ledda
«Mi sono imbattuto in questo racconto inchiesta di Giuseppe Fiori, francamente per caso, più vent’anni anni fa. Era compreso in molte delle scritture teatrali che accettai in quel periodo. Da subito la potenza di questo testo divenne un’attrazione» –
rivela Stefano Ledda nelle note di regia –.
«Fiori in “Baroni in Laguna” narra, con la potenza della sua scrittura, sceneggiando quasi le immagini del suo racconto, della rivolta dei pescatori di Cabras che nel 1960, sulla costa occidentale sarda, lottarono per l’abbattimento della piramide feudale… Conoscevo poco l’opera di Giuseppe Fiori, l’attrazione divenne lettura, poi ricerca, ed infine esigenza.
Nel 2004 decisi di farlo diventare uno spettacolo teatrale. Il primo studio con gli allievi del laboratorio evidenziò la potenza e l’assoluto di quella storia, assoluto che è racchiuso nelle ultime righe scritte da Fiori nel suo libro: “… fu chiaro quel giorno che la valanga avviatasi a rotolare a metà dell’estate ’60 continuava la sua terribile corsa e ogni giorno di più s’ingrossava, lanciata contro gli squilibri d’una organizzazione sociale d’altri tempi. Ed è questa la morale di una vicenda oggi ancora non conclusa.
I tecnici insistono a studiare, a vedere, ad approfondire. I politici promettono, rinviano. E domani? La valanga rotola. Sarà fermata in tempo?”.
Per questo ho ripreso, con questo spettacolo, il percorso verso la messa in scena teatrale del testo di Giuseppe Fiori sulla rivolta dei pescatori di Cabras.
Perché quella vicenda sospesa tra il presente e il passato, che esplose dal bisogno di conquistare futuro, tra le acque di uno stagno, tra le case basse in ladiri di Cabras e le sale dei palazzi di Oristano, ancora oggi dopo cinquant’anni, proietta il suo simbolo assoluto sul nostro presente, sulla nostra difficoltà, come quella di allora, stante così le cose, di pensare il futuro».
Il Festival “Di Sud in Sud”
Il Festival “Di Sud in Sud” in programma a Galatone dall’8 al 10 settembre 2023 nell’ambito della terza edizione del Terre di Mezzo Festival è organizzato dalla Compagnia Salvatore della Villa con la collaborazione e il sostegno del Comune di Galatone e del Teatro Pubblico Pugliese (i concerti si inseriscono all’interno della Programmazione Puglia Sounds – Circuito dei Luoghi 2023).
Il progetto Teatro da Balcone a Galatone nasce in collaborazione con la compagnia cagliaritana Teatro del Segno e il suo direttore artistico, l’attore e regista Stefano Ledda, con l’obiettivo di “illuminare” attraverso brevi pièces teatrali angoli significativi e suggestivi del centro storico della città.
Info e prezzi
Teatro da Balcone – sabato 9 settembre – ore 21
ingresso gratuito ( è consigliata la prenotazione al numero 327.9860420, anche con WhatsApp)
Baroni in Laguna – domenica 10 settembre – ore 21
biglietti:
posto unico – 10 euro (posti non numerati)
per informazioni e prenotazioni: cell. 327.9860420 (anche con WhatsApp)