Tra OPA e sindrome di Cincinnato
Tra OPA e sindrome di Cincinnato, Cincinnato era un politico tanto di successo della Roma del 460 a.C. che dopo che si era ritirato a coltivare i suoi campi, il Senato Romano si era rivolto a lui pregandolo di accettare di riprendere il governo della città, ultima speranza per salvare la città stessa dalla difficile situazione del momento.
Cincinnato accettò la richiesta di Roma a patto che gli fossero assegnati i poteri supremi e fosse riconosciuto come dittatore.
Traslando l’episodio ai giorni nostri bisognerebbe evitare che la coalizione di centro sinistra che si propone per il governo della regione, non faccia come fece Roma con Cincinnato per individuare il prossimo governatore 2024-2029.
Sia perché non abbiamo un corrispettivo locale di Cincinnato, sia perché non vogliamo un dittatore, e neppure uno che ci provi.
Infatti se sarà una “richiesta” della coalizione si darà al novello Cincinnato l’opportunità di dettare condizioni di accettazione che farebbero di lui non un governatore ma un “faraone”, con pieni poteri e anche di più, nonché libero da accordi di equilibrio tra le molte parti politiche in campo e i diversi interessi che queste rappresentano.
Abbiamo già vissuto questa esperienza per ben due volte (2004 e 2014) e per quanto ci riguarda, non abbiamo intenzione di ripetere quelle esperienze tragiche.
Meglio sarebbe che la coalizione lanciasse una vera e propria “OPA” tra i tanti che aspirano alla carica di governatore. Taccio i nomi per pudore ma sono sulla bocca di tutti. Affinché sia il governatore ad accettare programma, metodi e obiettivi elaborati dalla coalizione e non la coalizione ad accettare le sue personalissime interpretazioni del ruolo.
Tra OPA e sindrome di Cincinnato
Nessuna offerta supplichevole di scettro quindi a nessun salvatore della patria bensì il gesto di mettersi a disposizione degli interessi della patria garantiti nel suo equilibrio dalla presenza delle varie componenti politiche della coalizione stessa.
In tal modo il pallino della partita starà nelle mani della coalizione e non la coalizione nelle mani, non obbligatoriamente sapienti, del futuro governatore. La politica regionale deve ritornare nelle mani e nelle responsabilità delle forze politiche, affinché il governo della Regione sia equilibrato e coerente con gli obiettivi e le priorità prescelte dalla coalizione, sia garantito dal ruolo e la responsabilità dei partiti e dei movimenti, senza correre il rischio di trovarci governati da un “faraone”.
Gianfranco Lecca
Segretario Regionale Sardo del Partito Socialista Italiano