1993 | 2023 – 30 ANNI CON L’EXMÀ
1993 | 2023 – 30 ANNI CON L’EXMÀ. La Sala della Terrazza dell’Exmà ospita, con ingresso gratuito, la mostra fotografica permanente 1993 | 2023 – 30 anni con l’Exmà, che ripercorre la storia del primo mattatoio cittadino, dal progetto di metà ‘800 fino ai lavori di restauro degli anni’80 che lo trasformarono nel primo centro comunale d’arte e cultura.
Nel mese di ottobre del 1993 l’allora Sindaco di Cagliari Gaetano Giua, aprì al pubblico ufficialmente e definitivamente l’Ex Mattatoio. 1993 | 2023 – 30 ANNI CON L’EXMÀIl primo tra i cosiddetto centri comunali d’arte e cultura destinati a ospitare, in modo complementare rispetto alle collezioni permanenti dei Musei Civici, le mostre temporanee.
Oltre a spettacoli e altri eventi. “La nostra città – scrisse Giua nel libretto realizzato per l’occasione – si arricchisce di un altro grande spazio deputato alla cultura (…).
Questo Centro d’Arte e Cultura apre oggi i suoi cancelli ai cittadini che da tempo si chiedevano cosa si celasse dietro quelle alte mura perimetrali che ne nascondono allo sguardo il contenuto.
E l’impressione che si avverte varcandone la soglia è certamente di stupore non solo per l’opera di sapiente restauro degli edifici storici, ma per la dimensione di insieme del complesso architettonico.
Per la sorpresa che gli ampi spazi, le forme e i volumi suscitano nel visitatore”.
Dopo un restauro durato quattro anni il vecchio mattatoio rinacque dunque in un’altra dimensione e con altre finalità rispetto alle sue originarie.
Rappresentando non solo un pregevole bene culturale restituito alla città, quello che nella metà dell’800 era stato il primo macello cittadino, ma uno spazio da vivere, un luogo di cultura.
Di arte e di incontro posto al centro della città.
In quasi trenta immagini di grande formato, ne viene ora ripercorsa la storia, dal progetto originale del 1845 del Cavalier Domenico Barabino, maggiore del Genio Militare.
Fino a quel momento l’abbattimento degli animali avveniva infatti senza particolari controlli sanitari nei più disparati luoghi della città come il colle di Bonaria.
Creando veri focolai di infezione, attraverso le immagini più antiche che ritraggono anche il personale al lavoro, fino allo stato di semiabbandono in cui questo monumento versava alla metà degli anni ’80.
Quando iniziarono i lavori che lo portarono ad essere quello che è dal 1993.