L’arte come strumento di dialogo tra popoli al centro di due giornate in programma il 13 e 14 ottobre a Cagliari
Per l’occasione saranno in città Bernardo Rey e Nube Sandoval, pluripremiati registi, drammaturghi e pedagoghi colombiani che in Italia hanno lavorato con giovani rifugiati vittime di torture
L’arte come strumento capace far dialogare i popoli e superare i conflitti è il tema al quale Carovana SMI, Università di Cagliari, Ars et Inventio, Il Crogiuolo – Fucina Teatro, La Vetreria dedicano, venerdì 13 e sabato 14 ottobre, una conferenza organizzata nella facoltà di Studi umanistici di Cagliari e una masterclass teatrale in programma nella “Scuola di danza Assunta Pittaluga“.
Ospiti speciali saranno i registi Bernardo Rey e Nube Sandoval, fondatori nel 1992 a Bogotà, in Colombia, del Centro per la ricerca Teatrale Cenit, che utilizza le arti come strumento di impegno civile, e autori del visionario spettacolo “Develaciones, un canto ai quattro venti“, realizzato su incarico della Commissione per la verità della Colombia, organo governativo nato nel 2016 per fare chiarezza sui motivi della guerra civile che sin dagli anni Sessanta ha insanguinato il paese.
La conferenza, intitolata “Il teatro come ponte, per il dialogo, la formazione e lo sviluppo dei popoli” è in programma venerdì 13 ottobre alle15 nell’aula “Motzo” della facoltà di Studi umanistici, ed è parte delle attività inerenti alla ricerca di dottorato della danzatrice e coreografa Enrica Spada (Corso di Dottorato in Filosofia, Epistemologia, Scienze Umane del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia, dell’Università degli Studi di Cagliari).
La conferenza prevede interventi di Gabriella Baptist (Unica), Ornella d’Agostino (Carovana SMI), Nube Sandoval (Cenit), Bernanrdo Rey(Cenit), Claudia Secci (Unica), Enrica Spada(Unica). Per l’occasione sarà proiettato il video dello spettacolo “Develaciones“, nato nel 2021 e che, in maniera commovente, unendo teatro, musica, danza e videoarte mette in scena le diversità culturali all’interno della Colombia ma allo stesso tempo riunisce i saperi e i talenti di artisti e comunità del paese, ben rappresentati dalle 102 persone sul palco. Uno spettacolo che riflette la metodologia “il teatro come ponte” che Bernardo Rey e Nube Sandoval hanno perfezionato lavorando a progetti educativi-teatrali nelle zone a rischio e con popolazioni vulnerabili non solo in Colombia ma anche in Italia dove, dal 2005 hanno seguito giovani rifugiati vittime di torture.
dalle 10 alle 18 nella “Scuola di danza Assunta Pittaluga” Bernardo Rey e Nube Sandoval terranno una masterclass intitolata “Il teatro come ponte“. La masterclass è organizzata in collaborazione con Carovana SMI, Ars et Inventio, Il Crogiuolo – Fucina Teatro, La Vetreria.
Con il sostegno del Ministero della Cultura, della RAS – Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.
Per partecipare la prenotazione è obbligatoria. Per iscrizione alla conferenza, inviare una mail a [email protected]. Per iscrizioni al laboratorio, inviare una mail a [email protected].
Il costo per il laboratorio teatrale è €60,00 a persona. È prevista una riduzione del 50% per gli studenti della Facoltà di Studi Umanistici e i partecipanti al programma di Carovana SMI “L’Accademia del tempo” che partecipano a entrambi gli eventi.
Il Teatro Ponte.
La metodologia Teatro come Ponte creata da Bernardo Rey e Nube Sandoval, co direttori del Teatro Cenit, ha le sue radici nell’impegno sociale del teatro contemporaneo. Da diversi anni, dirigono e coordinano progetti educativi-teatrali nelle zone a rischio e popolazioni vulnerabili in Colombia e in Italia. I progetti da loro diretti negli ultimi 25 anni sono stati finanziati dal Ministero della Cultura della Colombia e dell’Equador, dal Comune di Bogotà e Ginevra, dalla Caritas di Roma, dal Ministero degli Interni italiano, dal Consiglio Italiano per i Rifugiati, dalle Nazioni Unite e dall’ Unione Europea. Il Teatro come Ponte è uno strumento privilegiato per affrontare un viaggio dentro sé stessi, in relazione diretta con l’altro e lo spazio che ci circonda.
Un ponte che unisce i fili spezzati e ricostruisce la trama della propria esperienza di vita, in grado di dare visibilità, legittimazione e voce a coloro che una voce non l’hanno avuta. Per il loro importante lavoro, nel febbraio del 2016, sono stati premiati a New York con il premio internazionale “Ellen Stewart International Award”.