Sono parte costante della nostra vita, dai campi alle case, passando per il loro utilizzo nelle ricorrenze o semplicemente per un regalo. I fiori e le piante rappresentano una fetta importante della quotidianità e anche per le ricorrenze e l’omaggio ai defunti, saranno parte degli acquisti dei sardi.
E proprio a ridosso di queste ricorrenze, nell’isola secondo una stima Coldiretti Sardegna, ogni famiglia in media potrebbe spendere circa 30 euro per l’acquisto dei fiori da portare ai propri cari defunti. Un trend in linea con le vendite degli anni scorsi ma con un aumento dei giovani che acquistano.
Andamenti fiori
E se da un lato, come detto, reggono gli acquisti da parte dei consumatori, dall’altra è calato il numero delle imprese produttrici in particolare quelle sul fiore reciso, ma le aziende rimaste segnalano un aumento della produzione.
“L’andamento delle aziende dell’isola mostra nel tempo un calo dei produttori in particolare quelli da fiore reciso e questo ha inciso sicuramente sulla produzione generale che però continua a reggere bene considerato che le aziende rimaste hanno incrementato la loro produzione sia per un mercato che continua a reggere che per compensare proprio l’effetto del calo dei produttori”, evidenzia Francesco Carboni, titolare dell’azienda Florgarden di Sassari. In aumento, di contro, anche le importazioni di alcune tipologie in particolare quelle che arrivano da Centro e Sud America che però devono fronteggiare un rincaro dei costi soprattutto su tipologie come le orchidee, oggi vendute a 9 euro circa in media.
Novembre
Intanto a ridosso delle ricorrenze di novembre si assiste anche in queste occasioni a una conferma sugli acquisti da parte dei clienti delle aziende florovivaistiche e dei negozi di fiori: “Il cliente ormai sa sempre più quello che vuole – aggiunge Carboni – registriamo un calo delle vendite dei fiori classici del passato come il gladiolo e il garofano a vantaggio dell’acquisto di margherite, crisantemi o i classici mazzi di fiori già pronti che restano sempre molto venduti.
I costi sono anche abbastanza contenuti per i clienti, da noi per esempio con 15 euro si può fare un buon acquisto di crisantemo che dura anche tre mesi nella fioritura e orna benissimo la tomba dei nostri cari”, aggiunge. Anche nel Sud Sardegna bene sul fronte vendite, in questo periodo che conferma la media di spesa per circa 30 euro a famiglia.
“Come azienda lavoriamo molto sul fiore reciso e il momento ci sta andando molto bene, per esempio, dal lato dei ciclamini e crisantemi, questi ultimi nonostante un calo di produzione del 20% – conferma Alessandra Leori della Floricoltura Loi di Santa Margherita di Pula – registriamo anche un crescente acquisto di tipologie più costose tra le persone più grandi mentre le nuove generazioni si concentrano di più sull’acquisto di mazzetti già pronti”. Anche nell’Oristanese “le vendite sono in linea con gli ultimi anni, con i crisantemi che restano sempre molto venduti, ma vanno bene anche i ciclamini e i fiori recisi che la fanno da padrona come le composizioni che rappresentano il nostro pezzo forte – continua Assunta Vinci, dell’azienda agricola Assunta Garden Vinci, di San Nicolò d’Arcidano – abbiamo registrato, di contro, qualche problema sulle temperature che hanno influito su un leggero calo produttivo, ma compensato da buone vendite”.
Aumentano i costi
“Come tanti dei nostri settori agricoli e di allevamento, anche su quello florovivaistico ha inciso sul fatturato delle aziende l’aumento dei costi di produzione, incrementati in media anche dell’11% in Sardegna, che hanno inciso pesantemente sui ricavi – sottolineano il presidente e direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba – come per tante aziende che utilizzano energia elettrica e acqua anche per le imprese del settore questi rincari hanno influito sui ricavi aziendali.
In generale sono cresciuti i costi energetici anche per i riflessi della guerra in Ucraina così come quelli sul terriccio che ha comportato un innalzamento del costo patito dai florovivaisti al pari di quelli sul trasporto”. Aumento dei costi che, però “gli operatori del settore difficilmente hanno scaricato sul cliente finale – precisa proprio Carboni – questo anche per non gravare sugli acquirenti e tenere il mercato dinamico”.