Il Centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna approda nell’entroterra: dal 24 ottobre al 23 novembre un focus sulla danza e sulla performance contemporanea
È stato presentato quest’oggi presso il Liceo Musicale Satta di Nuoro il programma dedicato ad “Autunno Danza”, progetto di Fuorimargine, Centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna.Salvatore Picconi (Assessore alla Cultura del Comune), Momi Falchi (direzione artistica del Centro di Produzione di danza e arti performative della Sardegna), Carla Rita Marchetti (dirigente scolastica del Liceo Satta) e Marco Moledda (responsabile del Teatro Eliseo per Sardegna Teatro) hanno illustrato agli studenti il programma della 29ma edizione di Autunno Danza.
Gli appuntamenti: si parte con “Oh my GAD!”
Si inizia il 24 ottobre al Teatro Eliseo di Nuoro con “Oh my GAD!” di Chiara Aru: la performer cagliaritana seziona e traduce in movimento la dinamica fisica e mentale di una condizione legata alla depressione e al GAD (Disturbo d’Ansia Generalizzata).
Il 7 e l’8 novembre andrà in scena “Insel” di Panzetti – Ticconi. Il pubblico potrà godere della visione di una creazione coreografica e sonora che sceglie una condizione geografica (quella dell’isola) come riferimento simbolico per volgere lo sguardo verso l’individuo. Due figure, sorvegliate dalle loro ombre, trovano nel monologo l’unico canale espressivo. Compiaciute dai loro stessi toni sofferenti non contemplano la presenza dell’altro.
L’11 e il 12 novembre è la volta della compagnia Igor x Moreno con Karrasekare, il loro nuovo progetto, co-prodotto da Fuorimargine, che si ispira alle tradizioni carnevalesche pagane della Sardegna e dei Paesi Baschi. Karrasekare si configura come un ritorno ai rituali pre-cristiani, alla celebrazione del solstizio d’inverno.
Il 22 e 23 novembre arriva Simona Bertozzi con Vibrant Bodies, opera che prende forma dall’immagine di una corporeità che acquisisce forza e potenza espressiva per affetti e attività vibratili. Una piccola tribù si aggrega e disperde, compromettendo la sua stabilità e generando un senso di deterritorializzazione che pervade i corpi. I vibrant bodies sono in bilico, tra le cose, e svelano una condizione mai pienamente compiuta, che trasuda vulnerabilità ma anche trasformazione.
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