Intervista al cantante Anto Paga, in occasione dell’uscita di “La parte più bella di me (rmx)”
Oggi la blogger e critica d’arte Giulia Quaranta Provenzano, in occasione della recente uscita di “La parte più bella di me (rmx)”, ci propone un’intervista al cantante Anto Paga.
Ciao e ben ritrovato! Il 13 ottobre è uscito il rmx della tua canzone “La parte più bella di me” [clicca qui https://youtu.be/7IMsVCTi46w?si=vyD9DALcKQMqZhK5], quindi ti chiedo subito in base a quale input e a quale esigenza interiore hai deciso di darle nuova vita.
“Ciao Giulia! Questo remix nasce dall’idea di creare una nuova sonorità per il brano originale, “La parte più bella di me”, in modo tale da espanderlo e diffonderlo ulteriormente là dove le persone lo hanno reso ormai una cosiddetta icona e cioè al sud Italia… ed ecco, dunque, che con I Desideri [clicca qui https://instagram.com/idesideriofficial?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==] abbiamo pensato di dargli una forma ancora più iconica”.
Il brano “La parte più bella di me (rmx)” ti vede collaborare, dopo averlo già fatto in “Stringimi”, con I Desideri. Ebbene, mi sorge spontanea una curiosità e cioè che cosa più apprezzi rispettivamente di Salvatore e di Giuliano tanto da percorrere ancora una volta insieme a loro un tratto del tuo percorso artistico.
“Sia Giuliano che Salvatore sono delle persone umilissime, ma soprattutto talentuose. Già con la canzone “Stringimi” hanno tirato fuori un testo magnifico – che, a mio parere, non ha ancora ricevuto l’attenzione giusta – quindi ho pensato che fossero perfetti per il remix di “La parte più bella di me”. Purtroppo con I Desideri non ci vediamo sovente, perché loro abitano nella provincia di Salerno e io invece risiedo in Lombardia, però ci sentiamo spesso ormai e sono davvero entusiasti del nuovo singolo in collaborazione… che sta già diventando virale su TikTok”.
Stringere è un verbo parecchio impegnativo… l’accostamento di due elementi implica il (riuscire a) fare spazio a qualcuno senza che – nella comunione – se ne riducano, dell’uno piuttosto che dell’altro, le dimensioni. Ordunque tu trovi o non trovi che quello che dovrebbe essere un vicendevole incontrarsi, talvolta, porti inconsapevolmente e per istinto a far avvicinare solo gli opposti (ad es. del tipo narcisista e co-dipendente o comunque a relazioni tossiche ove vi è uno sbilanciamento di potere e una compressione di una delle due parti)?
“Io penso sempre che spesso si sia attratti da chi è diverso da noi, perché chi appunto è diverso da noi ci dà quella emozione in più – però poi, alla fine/alla lunga, la relazione stabile è quella che vede la coppia costituita da giusti equilibri e da persone che hanno interessi simili”.
Sia nel singolo “Stringimi” che in “La parte più bella di me (rmx)”, ritorna il termine profumo. Il profumo appunto è quel qualcosa di identificativo che non è e mai sarà uguale da una persona all’altra. Esso è quel “quid” invisibile, che non si può toccare e tanto meno si può trattenere ma che caratterizza ciascuno di noi, pertanto ti domando come lo poni in relazione all’amore e all’amare.
“Sono molto attratto dai profumi e solitamente riesco a collegarli alla persona – difatti, se ancora sento proprio un certo tipo di profumo, mi scatta la malinconia”.
Nonostante tu abbia affermato che <<(…) Il brano – “La parte più bella di me (rmx)” – parla di un amore intenso e passionale, è una canzone dedicata a una persona che mi ha segnato (…)>>, in tutta onestà, non posso tacere che già in “La parte più bella di me” emergeva da una mia analisi secondo Metodo Mascialino il fatto che il “Tu”a cui ti riferisci è l’incarnazione dell’arte. L’arte difatti cristallizza ed eterna ciò che è effimero – come effimero è il profumo – per propria natura mortale, ma ti va di dirci se è così o no e che cosa cerchi e che cosa vorresti realizzare nella musica e con un’eventuale partner?
“Uso la mia arte per rendere eterni taluni ricordi in modo che, quando ascolto – anche dopo anni – certe canzoni, ricordo tante cose e tanti “racconti” riaffiorano in me come se fossero delle favole lette dall’inizio fino al loro finale… e, non per nulla, la mia vita deve essere così: capitolo su capitolo, a tenervi il lettore sempre incollato sopra, per capire come andrà a finire una situazione sia a livello musicale che a livello amoroso”.
Altresì gli occhi sono, evidentemente, un canale molto impattante sulla tua persona… condividi, pertanto, con noi quali sono le sensazioni che è necessario che essi ti trasmettano per fare breccia in te? E tu ami più di testa o di cuore, oppure ritieni che la mente abbia poco e niente a che fare con i sentimenti e con le emozioni?
“Gli occhi sono fondamentali per me, perché spesso dicono più di quanto non si dica con le parole. Io sono una persona che “si prende” di qualcuno se riesce e mi riesce a far collegare sia il cervello che il cuore… è, il tale, il momento in cui sento scattare la scintilla”.
Non ho dimenticato che, in una nostra precedente intervista, mi hai detto di essere un ragazzo che tende a sorridere sempre – anche quando dentro te non vi è un cosiddetto clima disteso. Codesta tua dichiarazione non mi stupì allora e non mi stupisce adesso, in quanto io ti vedo come un giovane uomo tenebroso, uno di quelli nel cui petto grandina grosso e vi sono davvero chiaroscuri in acquatinta e neve… in ragione di ciò e dei tuoi versi <<(…) Mi strapperei il sorriso per regalarlo a te/ Amami per sempre, un po’ come nelle favole/ Ti donerei il mio cuore anche se a volte è fragile (…)>>, mi piacerebbe che mettessi a fattor comune che cosa caratterizza proprio una favola per te e in essa appunto la fragilità come si inserisce nell’economia d’una simile opera.
“Purtroppo, ad oggi, l’eternità in termini di amore è un’affermazione difficile da concretizzare e sotto molti aspetti si direbbe pure impossibile… se però riesci ad arrivare ad amare una persona e quell’amore per lei riesci a intrappolarlo in una qualche forma d’arte, allora sarà <<per sempre, un po’ come nelle favole>>. Io, in “La parte più bella di me” e nel suo remix, ho voluto prendere proprio un amore, metterlo appunto in tale canzone e – in questa maniera – renderlo eterno. Così come il detto sentimento, spesso anche le nostre emozioni hanno delle fragilità tant’è che quello che intendevo nell’ultima frase della canzone da te sopracitata è che bisogna essere disposti a donare altresì quest’ultime per far sì che sia davvero amore”.
Tu poi, sempre in “La parte più bella di me” e nel suo remix, prosegui cantando: “(…) Sai, senza te mi sento perso/ Dai baciamoci sotto un tramonto/ Che tu sei il fuoco e io sono l’inverno/ E insieme siamo la fine del mondo (…)”. Queste battute indicano la tua malinconia e il tuo romanticismo di fondo e, di conseguenza, mi viene da rivolgerti una domanda sui tramont ovvero che cosa ti accende del calar del sole così come quali sono i lineamenti metaforici del fuoco che ti scioglie e che scalda il freddo in cui ti identifichi. “Il tramonto indica la fine di un giorno, il tempo che è passato, la giornata che è finita per far spazio al buio e non c’è cosa più malinconica e al tempo stesso magnifica di ciò… sono, questi, intrecci di malinconia e bellezza che insieme formano un atto romantico”.
Infine, prima di salutarci, ci anticipi quale sarà la tua prossima mossa artisticamente parlando e magari non solo musicalmente? “La mia prossima mossa è mostrare la mia persona con e in ogni sua forma, da quella più forte a quella più fragile – voglio dare spazio alla mia arte a trecentossessanta gradi… chi resterà aggiornato tramite il mio profilo social, vedrà”.