Italia: frane alluvioni
Massimiliano Fazzini (Climatologo- Referente Nazionale Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente universitario) : “Il più volte citato incremento termico verificatosi sia nella porzione più bassa dell’atmosfera, sia nel mare nell’ultimo mezzo secolo, favorisce una maggiore instabilità troposferica e dunque le lunghe, estese , incessanti precipitazioni che avvenivano “una volta” ora sono spesso frammiste a fenomeni piu intensi, magari più localizzati ma forieri di cumulate precipitative piu abbondanti, con conseguente incremento del rischio idrogeologico”.“E’ dunque arrivato l’autunno, quello vero; fatto di frequenti passaggi di perturbazioni di varia origine, di piogge quasi sempre estese e di nebbie diffuse nelle aree pianeggianti del territorio italiano. Rammentiamo subito che mediamente l’autunno è la stagione piu piovosa nel territorio italiano e solamente nel mezzogiorno peninsulare ed insulare dell’Italia e sulle Alpi risulta seconda come cumulate rispettivamente all’inverno e all’estate. Un autunno arrivato in ritardo ed evidentemente caratterizzato, come peraltro verificatosi negli ultimi anni, da una maggiore instabilità atmosferica rispetto agli anni precedenti. Questo ci dice la climatologia statistica”. Lo ha affermato il geologo, Massimiliano Fazzini, Climatologo, Referente Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente universitario.
“Con ogni probabilità, il più volte citato incremento termico verificatosi sia nella porzione più bassa dell’atmosfera, sia nel mare nell’ultimo mezzo secolo, favorisce una maggiore instabilità troposferica e dunque le lunghe, estese , incessanti precipitazioni che avvenivano “una volta” ora sono spesso frammiste a fenomeni piu intensi – ha continuato Fazzini – magari più localizzati ma forieri di cumulate precipitative piu abbondanti, con conseguente incremento del rischio idrogeologico s.l.
Ma anche qui, per tradurre questa informazione in numeri occorre ricorrere alla statistica. La quale ci evidenzia sicuramente una maggiore incidenza di fenomeni atmosferici intensi (non solo precipitazioni abbondanti o intense ma anche venti forti, qualche tromba d’aria, mareggiate imperiose) in un contesto termico che quest’anno appare, al momento, più tipico di inizio autunno che non della sua seconda parte.
Tuttavia, concentrandosi sui quantitativi di pioggia che nell’ultima settimana hanno provocato situazioni critiche relativamente al rischio idrogeologico, occorre fare opportune precisazioni. Numeri alla mano, le emergenze meteoriche occorse nelle ultimo ore rientrano perfettamente nella climatologia del CLINO di riferimento 1991-2020, anzi quasi sempre evidenziano tempi di ritorno di pochi anni. Ma allora perché ci troviamo sempre più frequentemente a confrontarci con situazioni ambientali estreme e rischiose?
A questo punto, entrano in gioco i “soliti” noti problemi; dall’urbanizzazione estrema alla quale è stato sottoposto il nostro territorio, all’incuria delle campagne e delle aree incolte ubicate nei medi ad alti bacini imbriferi ecc. ecc. Ma, tenendo fede ad una comunicazione piu corretta possibile – se possibile non distorta da ideologie o indottrinamenti di vario genere – che a questo punto deve rappresentare uno strumento fondamentale di adattamento ai cambiamenti climatici, perché non evidenziare anche un quesito inattaccabile, come peraltro ipotizzato da numerosi scienziati e ricercatori: che la scarsa comunicazione che antecedentemente ai tempi di internet non permettesse di evidenziare in maniera paragonabile ad oggi eventi ambientali di notevole magnitudo? Il dubbio resta e deve esserci se non altro per meglio comprendere quanto sia ancora resiliente il territorio di fronte al forcing climatico in atto. E infine ricordiamo che siamo solo all’inizio della stagione perturbata per eccellenza e che i prossimi giorni saranno per lo piu meteorologicamente perturbati”.
E la SIGEA sottolinea gli importanti dati ISPRA.
“I dati presentati dall’ISPRA sul consumo di suolo in Italia nel 2022 dimostrano che nulla è stato fatto per contenere un trend che amplifica gli effetti del cambiamento climatico. Assistiamo al continuo aumento della frequenza degli allagamenti urbani – ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – alluvioni, frane, mareggiate, isole di calore e nel 2022 abbiamo impermeabilizzato ben 77 Kmq di suolo, oltre il 10% in più rispetto al 2021 con una velocità di 2.4 metri quadri al secondo. Preoccupante il dato di 918 ettari di suolo consumato nel 2022 in aree già individuate a media pericolosità idraulica. Senza dimenticare che le città con sempre più suolo impermeabilizzato sono sempre più calde raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C. I dati di consumo di suolo documentati dall’ISPRA, al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 kmq, il 7,14% del suolo italiano, conferma che manca una visione che vada oltre il mandato elettorale e che definisca gli strumenti di pianificazione territoriali efficaci, in grado di attuare una politica di prevenzione e manutenzione del costruito e del territorio per ridurre al minimo gli effetti del cambiamento climatico, gli effetti dei rischi naturali. Necessita una pianificazione dello sviluppo territoriale con consumo di suolo netto (compensazione tra consumo di suolo e rinaturalizzazione delle superfici impermeabilizzate) compatibile e sostenibile con l’assetto geomorfologico e idraulico. Da troppe legislature si aspetta una legge nazionale sul consumo di suolo, un ritardo colposo del Parlamento”.