La donna nel periodo fascista
La donna nel periodo fascista, il ruolo all’interno della società della donna è sicuramente mutato in questi anni rispetto al passato. Quando si va indietro nel tempo e si pensa agli anni del fascismo il ruolo della donna era ancora più limitato.
Una serie di leggi e tutele veniva indirizzata alla donna, ma non in quanto soggetto in grado di pensare e ragionare autonomamente. No! Veniva trattata come un soggetto debole al pari di un bambino, di un minore… o forse anche meno. Veniva si, da un lato tutelata la maternità quando la donna lavorava prevedendo un periodo di riposo dopo il parto di 4 settimane, ma allo stesso modo si faceva propaganda sulla figura femminile che si realizzava solo con la maternità.
Le donne lavoravano?
Sicuramente si, qualcuna lavorava delle case dei più benestanti, ma erano davvero poche le donne indipendenti e autonome. Non perché non volessero, ma perché le era quasi proibito. Il loro ruolo non era quello di lavorare o di portare i soldi a casa. Il loro ruolo era far crescere un popolo.
E allora, si capisce bene da quest’ultima frase il loro ruolo sociale: procreare.
Sono tra i due, le uniche in grado di mettere al mondo un figlio ed è per questo che erano così importanti. L’ideologia fascista, infatti, aveva come obbiettivo anche quello di aumentare la popolazione, non voleva l’estinzione del popolo italiano.
Seppur ora ci appare un po’ brutale come ruolo, all’epoca le donne che rimanevano incinte e procreavano addirittura ricevevano una medaglia d’onore per le famiglie più numerose. La donna, infatti si realizzava con la maternità ed era impensabile che invece si realizzasse con bel lavoro e un’indipendenza economica.
Ma non è assolutamente vero che la donna in quegli anni non abbia mai lavorato. Sia nella prima che nella Seconda guerra mondiale, mentre gli uomini erano a combattere, le donne hanno lavorato incessantemente coprendo i ruoli assunti dai mariti prima di partire. Una volta tornati dal fronte, vennero di nuovo relegate alla cura del focolare domestico e alla cura dei figli.
Simona Baccoli