Macomer – La Grande Prosa | Musica | Danza – Stagione 2023-2024
Viaggio nei labirinti della mente e del cuore, privilegiando la chiave dell’ironia, per affrontare temi cruciali del presente con la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa | Musica | Danza organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Costantino di Macomer, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Macomer, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Dodici titoli in cartellone da novembre a maggio con i nomi di spicco della scena italiana, tra brillanti commedie e travolgenti monologhi, divagazioni mitologiche e strali satirici, accanto a emozionanti concerti e intriganti coreografie contemporanee: sotto i riflettori artiste conosciute e amate come Maria Amelia Monti e Marina Massironi ne “Il marito invisibile”, scoppiettante commedia di Edoardo Erba sulle relazioni umane nell’epoca della realtà virtuale, Annagaia Marchioro con il suo “#Pourparler” sull’origine e sul significato delle parole e Geppi Cucciari in “Perfetta”, originale monologo scritto per lei e diretto da Mattia Torre, l’autore (prematuramente scomparso) di “Boris” e di pièces come “Migliore” e “Qui e Ora”, con musiche di Paolo Fresu e un abito di Antonio Marras, per un percorso nell’universo femminile. Tra i protagonisti Gigio Alberti e Amanda Sandrelli, interpreti con Alessandra Acciai e Alberto Giusta di “Vicini di casa” di Cesc Gay (da cui è stato tratto il film “Sentimental”), mentre Gianmarco Tognazzi è protagonista con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa de “L’onesto fantasma”, sempre di Edoardo Erba, sulla forza dell’amicizia e Giorgio Colangeli, Antonella Attili e Luisa Merloni ne “Le Volpi” di Lucia Franchi e Luca Ricci mostrano uno spaccato del Belpaese, con la corruzione della politica e il conflitto tra interessi personali e bene comune. Tra le voci più interessanti del teatro contemporaneo, Ascanio Celestini sbarca nel Marghine con “Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il suo nuovo spettacolo ispirato al Santo di Assisi, e racconta inedite (dis)avventure dell’eroe omerico “Che fine ha fatto Ulisse?”, commedia in un atto di e con Andrea Tedde.
Il fascino della musica gospel con il concerto del Florida Fellowship Super Choir e echi mediterranei in “Sola”, il concerto della cantante Stefania Secci Rosa, sulla falsariga dell’omonimo album che descrive pensieri e stati d’animo in forma di poesie sonore.
S’intitola “Dervish” lo spettacolo ideato e interpretato dal danzatore e coreografo turco Ziya Azazi, che trae spunto dal Sufismo per la sua ricerca artistica e spirituale mentre “Ima” di Sofia Nappi, che rimanda al termine giapponese per indicare “il momento presente”, affronta il tema della solitudine come stato di concentrazione e ascolto del mondo.
Una programmazione che privilegia i linguaggi del contemporaneo per la nuova Stagione pensata per la riapertura del Teatro Costantino, con testi di autori affermati (e pluripremiati) come Edoardo Erba e Mattia Torre, Cesc Gay, Ascanio Celestini e Annagaia Marchioro, accanto ad artisti emergenti come Lucia Franchi e Luca Ricci (CapoTrave), oltre a concerti e spettacoli di danza, con l’intento di attrarre differenti fasce di pubblico, dagli amanti della prosa, agli appassionati di musica e i seguaci dell’arte di Tersicore. Il CeDAC punta alla qualità delle proposte, per offrire una panoramica delle nuove produzioni nazionali e internazionali, senza dimenticare le realtà isolane e per venire incontro alla sensibilità e al gusto di spettatori preparati e attenti, ma anche curiosi delle novità, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni.
IL CARTELLONE
Il sipario si apre – giovedì 9 novembre alle 21 – su “Il marito invisibile”, una divertente commedia scritta e diretta da Edoardo Erba, tra gli autori contemporanei più noti e apprezzati in Italia e all’estero, che vede protagoniste Maria Amelia Monti e Marina Massironi nei panni, rispettivamente, di Fiamma e Lorella, due amiche cinquantenni alle prese con complicati affari di cuore: se la prima sembra rassegnata alla noia di un matrimonio senza passione, l’altra pare aver finalmente trovato il vero amore, anche se l’uomo in questione… è invisibile. Nell’era della realtà virtuale, il dialogo tra le due donne si svolge in chat, così che gli spettatori possono scegliere se guardare quel che accade sul palco, o dentro gli schermi che rimandano le immagini di smartphones e pc, dove si colgono i dettagli delle due case. Le parole di Lorella spaventano Fiamma, che teme per la salute mentale dell’amica e vorrebbe aiutarla ma si trova a fare i conti «con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità».“Il marito invisibile” di Edoardo Erba – scene di Luigi Ferrigno, costumi di Nunzia Russo, musiche di Massimiliano Gagliardi, disegno luci di Giuseppe D’Alterio e realizzazione video a cura di Davide Di Nardo e Leonardo Erba – produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo.
Il fascino e il ritmo travolgente della musica gospel – lunedì 18 dicembre alle 21 – con il concerto del Florida Fellowship Super Choir, straordinario e affiatato ensemble fondato e diretto da Corey Edwards (alias F2, come viene affettuosamente chiamato), che comprende oltre cento artisti tra cantanti e cantautori, direttori e musicisti provenienti da tutte le parti della Florida. Tra suggestivi inni antichi e moderni e brani originali del vasto repertorio del Florida Fellowship Super Choir, musica e spiritualità si fondono in una performance coinvolgente, per un ideale viaggio oltre oceano, nel cuore dell’America. Nei primi sette anni di attività, l’ensemble ha conquistato importanti riconoscimenti e nel 2022 ha ottenuto il primo posto nella categoria grandi cori alla “How Sweet the Sound” National Gospel Choir Competition diretta da Donald Lawrence, con Dr. Ricky Dillard, JJ Hairston, Jekalyn Carr e il pastore Bishop Hezekiah Walker in giuria. Il Florida Fellowship Super Choir, con all’attivo due albums, “Rejoice: Live in Tampa” e “I Will Bless the Lord”, varie tournées negli Stati Uniti e concerti con John P. Kee, Kierra “Keke” Sheard, l’evangelista Beverly Crawford e il reverendo Milton Biggham, sbarca finalmente in Europa con le sue note ispirate.
Viaggio alla scoperta delle parole – sabato 13 gennaio alle 21 – con “#Pourparler” di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti, con costumi di NCSP e video a cura di NDR e Slap TV – produzione Brugole&co. Un monologo brillante, incentrato sulla vis comica di Annagaia Marchioro, che dialoga con alcuni dei suoi personaggi per mettere l’accento su come quel che si dice, e come lo si dice, abbia il potere di cambiare il mondo. «Mi hanno sempre affascinata le parole, in modo quasi erotico» – afferma l’attrice e autrice, volto noto del piccolo schermo, dal Saturday Night Live a Gli Stati Generali, seguitissima sui social –. «Ci sono parole bellissime come “trasverberazione”, che significa “la trafittura del cuore del putto da parte dell’Altissimo”… E poi parole controverse come sindaca o architetta… parole difficili da gestire come “desiderare” che deriva da sidera (astri) e significa “sentire la mancanza delle stelle”. E parole senza passato, come tiktoker o youtuber o influencer. Insomma le parole sono parabole, raccontano delle storie». “#Pourparler” racconta con intelligenza e ironia «storie di lotta e d’amore ma anche di odio e di ribellione; storie che fanno ridere fino alle lacrime e lacrime che aprono scorci di paesaggi umani».
Sul filo delle emozioni – giovedì 25 gennaio alle 21 – con “Sola”, il concerto della cantante Stefania Secci Rosa, protagonista insieme con Carol Mello (percussioni e voce), Andrea Lai (contrabbasso), Fabrizio Lai (chitarra e bouzouki) e Simone Soro (violino), sulle tracce dell’omonimo album, per un’antologia di delicate e struggenti poesie in musica, declinate in sardo, portoghese, italiano e inglese e ispirate all’idea della solitudine e alle contraddizioni della mente e del cuore. “Sola” è infatti tema e titolo del disco prodotto da Stefania Secci Rosa e Michele Palmas per S’ardmusic (distribuzione Egea), tra atmosfere lusitane e echi mediterranei. Tra note e parole, l’album racconta la ricerca di una dimensione più interiore e personale, il desiderio di «abbandonare il mondo sempre più esigente e cattivo e rumoroso» – rivela l’artista – «e ritrovare la mia compagnia e quella di ciò che sento più divino intorno a me: la natura». “Sola” è anche un viaggio nell’universo femminile, sul filo delle melodie, con la riscoperta dei sentimenti più dolci e del fuoco della passione, senza rinunciare alla «condizione necessaria e salvifica della solitudine», e rappresenta inoltre un tributo a «tutte le donne che sole e unite hanno cambiato la storia».
I segreti della vita di coppia – domenica 4 febbraio alle 21 – con “Vicini di Casa”, dalla commedia “Sentimental” di Cesc Gay, con traduzione e adattamento di Pino Tierno: in scena Alessandra Acciai, Gigio Alberti, Alberto Giusta e Amanda Sandrelli con la regia di Antonio Zavatteri, per una pièce ironica e provocatoria su un argomento complesso come l’eros. Il fragile equilibrio del rapporto tra Anna e Giulio, legati da molti anni, con una figlia, interessi diversi e molte frustrazioni, viene stravolto dall’incontro con Laura e Toni, i vicini, invitati per un aperitivo: una conversazione informale porta alla luce nodi irrisolti, primo fra tutti l’affievolirsi della passione. Le due coppie si scambiano confidenze e indiscrezioni, e sicuramente rispetto alla relazione tra Anna e Giulio, in bilico tra amore e abitudine, la vita erotica di Anna e Giulio appare molto più vivace e interessante… “Los vecinos de arriba” di Cesc Gay indaga con humour tra inibizioni e ipocrisie del nostro tempo.
“Vicini di Casa” di Cesc Gay – scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Marsella, sarta Marisa Mantero, disegno luci Aldo Mantovani, regista assistente Matteo Alfonso, foto Laila Pozzo, service audio/luci M2F srl – co-produzione Nidodiragno / CMC, Cardellino srl e Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi.
Storia di un’amicizia – domenica 25 febbraio alle 21 – con “L’onesto fantasma”, una surreale commedia scritta e diretta da Edoardo Erba, con Gianmarco Tognazzi insieme con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa e con la partecipazione in video di Bruno Armando, musiche originali di Massimiliano Gagliardi, scene di Alessandro Chiti e disegno luci e fonico di David Barittoni – produzione Altra Scena e Viola Produzioni.
Un intrigante gioco metateatrale in cui la trama dell’“Amleto” shakespeariano s’intreccia alle vicende di tre attori, Gallo, ormai affermato interprete cinematografico e Costa e Tito che sbarcano faticosamente il lunario e vorrebbero coinvolgerlo in un loro progetto teatrale. Ma Gallo rifiuta, perché dopo la tragica scomparsa di un amico e collega, che aveva condiviso con loro una tournée, ha deciso di rinunciare al palcoscenico. Nel tentativo di convincerlo, nasce l’idea di affidare all’antico compagno di scena il ruolo dello spettro, con tanto di nome in locandina: una trovata di dubbio gusto, ma è proprio l’apparizione notturna dell’amico a scompigliare le carte. Il fantasma pare animato da un desiderio di vendetta, amareggiato, vorrebbe punire quelli che considera traditori … in una pièce che è anche un inno al teatro, dove i conflitti diventano poesia.
Un affresco della società – venerdì 8 marzo alle 21 – con “Le Volpi”, uno spettacolo di Lucia Franchi e Luca Ricci (CapoTrave) nell’interpretazione di Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni, con costumi di Marina Schindler, suono di Michele Boreggi e Lorenzo Danesin, disegno luci di Stefan Schweitzer e con scenografia e regia di Luca Ricci – produzione Infinito. Una commedia dolceamara che mostra la spregiudicatezza o forse solo l’inadeguatezza di una classe politica avvezza ai giochi di potere e all’elargizione di favori, senza rinunciare al tornaconto personale. Nell’incontro tra due notabili di una cittadina di provincia e la figlia di una di loro, in una domenica di agosto, mentre i pensieri volano alle imminenti vacanze, si discute di alcune faccende urgenti: «davanti a un vassoio di biscotti, si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi, si regola la maniera migliore di distribuire favori e concessioni, incarichi di servizio e supposti vantaggi». Un rito mondano, in cui emerge il conflitto tra l’interesse privato e il bene comune e il germe della corruzione, nel concedersi «una impercettibile eccezione».
Variazioni sul mito – sabato 16 marzo alle 21 – con “Che fine ha fatto Ulisse?”, una commedia in un atto scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde – produzione Batanea Teatro: la pièce parte dalla fine dell’“Odissea”, quando l’eroe greco, artefice della caduta di Troia grazie allo stratagemma del cavallo, ritornato finalmente a Itaca, si scopre inadatto alla tranquillità del tempo di pace. Il re, sconfitti i proci e riconquistato il trono, non riesce ad adattarsi alla vita coniugale, che pure durante le sue peripezie gli era parsa come un miraggio di serenità, tanto da indurlo ad abbandonare dee e ninfe per ritornare dalla sua amata Penelope e dal figlio Telemaco. Il suo carattere, temprato dalle fatiche di guerra e dai pericoli del lungo viaggio, è ormai quello di un guerriero temerario, più che di un sovrano saggio e di un marito e padre affettuoso: Ulisse avverte in sé l’inquietudine e il desiderio di nuove avventure e infatti, come racconta Dante nella “Divina Commedia”, si rimette in mare su una piccola imbarcazione insieme a un gruppo di ex compagni di battaglia… e per scoprire a quali nuovi imprevisti vada incontro e quale sorte lo attenda… non resta che andare a teatro…
Tra danza e spiritualità – martedì 26 marzo alle 21 – con “Dervish”, uno spettacolo del coreografo turco Ziya Azazi, che si ispira al Sufismo per la sua ricerca filosofica e artistica: in programma “Azab”, su musiche di Uwe Felchle e “Dervish in Progress”, su musiche di Mercan Dede, due creazioni originali e in qualche modo complementari, su un personale percorso verso la conoscenza. Il Sufismo esplora il significato della creazione dell’uomo e dell’universo e traccia un itinerario attraverso quattro porte, che segnano i diversi gradi di consapevolezza, per giungere all’illuminazione: la Legge, il Cammino, la Consapevolezza e il Discernimento.
“Azab” descrive lo sforzo dell’uomo per superare le prime tre porte, attraverso la rotazione che caratterizza la danza sufi, mentre “Dervish in Progress” parte dalla quarta porta: qui il senso di completezza e di gioia sono visibili in ogni movimento, e nell’eleganza e nella grazia del gesto si riflette il luogo in cui la sua mente si trova nel compiersi del viaggio.
“Dervish”, con ideazione, coreografia e danza di Ziya Azazi e con disegno luci originale di Lutz Deppe, ricreato da Francesco Servettini e costumi di Ischiko – produzione Za&Office.
Una danza ai confini della percezione – domenica 7 aprile alle 21 – con “IMA”, una coreografia di Sofia Nappi, con Lara di Nallo, Valentin Durand, Evelien Jansen, Paolo Piancastelli e Gonçalo Reis, disegno luci di Alessandro Caso, costumi di Luigi Formicola, assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio – produzione Sosta Palmizi e Komoko / Sofia Nappi, in coproduzione con La Biennale di Venezia, Colours / International Dance Festival e Centro Coreográfico Canal. Una creazione nata durante il tempo della pandemia e del “distanziamento”, con un titolo evocativo che rimanda alla parola giapponese “ima”, ovvero “il momento presente”, mentre in aramaico ed ebraico corrisponde a “madre”, come simbolo di rinascita e rinnovamento. “IMA” si ispira alla condizione di isolamento, quando – ricorda Sofia Nappi – «ci siamo ritrovati soli nella nostra vera casa – il corpo – dove la principale dimensione temporale tangibile è il presente, dove il nostro esistere diventa più sensibile alle piccole cose. In questo spazio, il bisogno di rapportarsi con l’altro da sé, in assenza di contatto fisico, porta a raggiungere un profondo senso di connessione sensibile e nostalgia di co-creazione… Tutto è in continuo divenire in una danza che è interconnessione universale».
Una favola arcana sulle periferie metropolitane – mercoledì 8 maggio alle 21 – con “Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il nuovo spettacolo di e con Ascanio Celestini, con musica e voce di Gianluca Casadei e la voce di Agata Celestini, immagini dipinte di Franco Biagioni, sound design di Andrea Pesce e disegno luci di Filip Marocchi – produzione Fabbrica, Fondazione Musica per Roma, Teatro Carcano e Comitato Greccio 2023. Una narrazione dai toni onirici e fantastici, che s’intrecciano alla cruda realtà per trasfigurarla in chiave poetica: la storia del Santo di Assisi s’intreccia alla quotidianità, in quella parte di mondo che si può intravedere da una finestra, tra facchini africani e barboni che chiedono l’elemosina, un magazziniere analfabeta, un’ex prostituta che ha ricomprato la sua libertà, uno zingaro che fuma… Una folla di poveri e diseredati, gli “invisibili” che abitano ai margini delle grandi città, per comporre un nuovo presepe, in attesa di una lieta novella che possa cambiare il destino dell’umanità o illuminare le loro giornate, e riunire le genti del mondo in un’unica armonia.
Un ritratto al femminile – giovedì 16 maggio alle 21 – con “Perfetta”, un monologo scritto e diretto da Mattia Torre (uno dei più originali e interessanti autori contemporanei, prematuramente scomparso), per Geppi Cucciari, che interpreta una donna in carriera, con musiche originali di Paolo Fresu e abito di scena di Antonio Marras, disegno luci di Luca Barbati (assistente alla regia Giulia Dietrich) – produzione ITC2000. Un’eroina moderna alle prese con mille impegni e responsabilità, si racconta in un “diario” ironico e graffiante, scandito dalle varie fasi del ciclo mestruale, attraverso la cronaca di quattro martedì, apparentemente uguali ma diversi nella percezione per il variare degli stati d’animo e i repentini cambi d’umore. Nella vita della protagonista, Mattia Torre pone in risalto un aspetto quasi tabù, non solo per gli uomini: il ciclo diventa elemento catalizzatore e scatenante, trasforma il paesaggio, suscita reazioni (im)prevedibili e perfino pericolose, mette in connessione la donna con il cosmo e in particolare con le fasi della luna. “Perfetta” – tema e titolo della pièce – riflette l’ansia da prestazione, il bisogno di essere sempre all’altezza, nella feroce competizione sul lavoro e in famiglia, tra strali satirici e spunti comici, per un’intensa prova d’attrice.
La Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa | Musica| Danza al Teatro Costantino di Macomer è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Macomer, con il prezioso contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.