Ultimo Teatro 2023 – xx edizione dalla Zona del Crepuscolo
Domenica 22 ottobre h. 18.00 a “La Fabbrica delle Gazzose” a Mogoro è di scena: L’EFFIMERO MERAVIGLIOSO In WHY CLITENNESTRA, WHY?WHY, CLITENNESTRA, WHY?
“Clitennestra o del crimine”
di Marguerite Yourcenar
con brani da “Agamennone” di Ghiannis Ritsos
con
Miana Merisi
e
Alessandra Corona e Guido Tuveri in video
voce fuori campo Luigi Tontoranelli
partecipazione in video Federico Giaime Nonnis
musiche Thomas Lentakis
costumi Marco Nateri
realizzazione video Ennio Madau
disegno luci Stefano De Litala
Regia
Maria Assunta Calvisi
Il testo è inserito in “Fuochi” dove la Yourcenar ha raccolto una serie di prose liriche collegate dal tema dell’amore. Amori guardati sotto una lente soggettiva e dissonante che fa intravedere possibilità diverse e originali di lettura.
Anche nel caso di Clitennestra dove l’amore prende il sopravvento sulla vendetta.
Viene da chiedersi: perché ha ucciso l’unico uomo che ha amato disperatamente e ha aspettato per dieci lunghi anni? (o come dice lei, da tutta la vita?) “…Lo ammazzavo per costringerlo a rendersi conto che io non ero una cosa senza importanza che si può lasciar cadere o cedere al primo venuto…” questo afferma Clitennestra davanti ai Signori della Corte. E lei non aspetta il giudizio perché se l’è scelto: “… è ritornato dalla morte… si direbbe che alla sua tomba preferisca la mia cella… quell’uomo io lo ritroverò in qualche angolo del mio inferno, ricomincerò a gridare di gioia sotto i suoi primi baci…”
Risposte che danno origine a tanti altri perché: perché Clitennestra ci riguarda oggi? Cosa ha da svelarci un uxoricidio in un’epoca di femminicidi efferati e ormai ricorrenti come un virus?
Clitennestra è un personaggio universale e contemporaneo, percorre il nostro presente, è vivo oggi come ieri. La tragedia greca si fa magma vitale e prende forma problematica e aperta nelle parole della Yourcenar che suggeriscono nuove suggestioni e nuovi percorsi anche tortuosi e sorprendenti: la vendetta? Certo! Ma anche l’amore irriducibile, disperato, ossessivo, e poi la fragilità, l’insicurezza, la solitudine. “Esiste un solo uomo al mondo: il resto, per ogni donna, non è che un errore o un malinconico surrogato”. Eppure quest’uomo Clitennestra uccide: per amore? Per vendetta? “Quell’uomo io lo ritroverò in qualche angolo del mio inferno”. La morte non basta a spegnere “un fuoco!”.