Il convegno si svolgerà nella sala capitolare del Monastero di San Pietro di Sorres, a Borutta, nelle giornate del 25 e del 26 ottobre
“Un ponte tra ospedale e territorio”: è questo il tema del corso di alta formazione organizzato dalla Asl 1 di Sassari per fare rete e formare i professionisti che giornalmente si occupano della presa in carico dei pazienti fragili.“La continuità assistenziale tra ospedale e territorio è una delle sfide più importanti per il nostro Sistema sanitario. Invecchiamento della popolazione e costante aumento delle cronicità, rendono indispensabile rafforzare la copertura dei bisogni assistenziali e potenziare quelle che sono le prestazioni extraospedaliere rivolte ai pazienti che necessitano di un’assistenza di lunga durata”, spiega Annarosa Negri, direttrice dei servizi socio sanitari della Azienda Socio Sanitaria Locale di Sassari.
Numerose e di stretta attualità le tematiche che verranno quindi affrontate mercoledì 25 e giovedì26: nella due giorni si discuterà di pianificazione strategica, del servizio sociale ospedaliero, di amministratore di sostegno, interdizione e consenso informato, dei percorsi di dimissioni per le persone ricoverate e di dimissioni protette. Oltre alla formazione in aula sono previste delle sessioni di esercitazione, con simulazioni e analisi di casi clinici.
All’evento presenzierà il direttore generale della Asl di Sassari, Flavio Sensi, e il direttore generale della Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, Antonio Lorenzo Spano. Prevista anche la partecipazione del Tribunale di Sassari.
“Il corso di alta formazione in programma a metà settimana punta a costruire e rafforzare una rete interistituzionale tra vari soggetti che concorrono alla tutela delle persone fragili: Azienda Sanitaria Locale, Azienda Ospedaliera Universitaria, Tribunale di Sassari, Piano unitario locale dei servizi alla persona (Plus) e Servizi Sociali Comunali. Ciascuno di questi attori è coinvolto nella redazione di un protocollo di intesa volto a semplificare le procedure amministrative per una presa in carico più snella, in particolare per quel che riguarda il paziente o i suoi familiari”, evidenzia Annarosa Negri.
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