A Mogoro è di scena: Bocheteatro In Arraund Casteddu
“ArRaund Casteddu” dai racconti di Sergio Atzeni Di e con Giovanni Carroni – Con Musiche originali dal vivo Sergio Atzeni è da annoverare tra gli scrittori “affabulatori”, tra i raccontatori di storie, con la passione per il paradosso e la provocazione, con lo sguardo ironico di chi ha vissuto l’euforia e il disincanto delle scelte controcorrente. Sergio Atzeni attinge, come nella maggior parte dei racconti, a spunti vagamente autobiografici, o che si compiace di far credere tali, e io ci credo. Materiali magmatici, fatti di ricordi, letture, riflessioni, osservazioni della realtà cruda e poetica, che spingono dall’interno e che attraverso il racconto cominciano a prendere il “volo”, a farsi narrazione più ampia e complessa.La scelta dei brani l’ho fatta sulla base dei “piaceri del testo”, tenendo conto in particolare dei materiali riferiti alla sua Cagliari, colorita e dinamica, informe e magmatica. Adattando, a tratti, la narrazione alla varietà sarda del campidanese o logudorese, come a lui piaceva intrecciare. Atzeni si fa personaggio del mondo che racconta, e in una progressione visionaria chiama l’umanità perduta della sua Cagliari e del mondo intero a tornare attraverso sos contos. Nelle sue narrazioni è sempre sa zente che diventa protagonista, la gente perdente, emarginata, malata, reietta. Diceva Michelangelo Pira nel suo romanzo Sos Sinnos “..voglia di gente con cui parlare, e gente e cose da toccare, perché vedere e sentire gente che vive in campane di vetro non mi basta più. Stare in ogni luogo è stare in nessun luogo”.