Rosa Anatriello (Presidente Archeoclub D’Italia sede di Acerra ) : “Ad Acerra, nel napoletano, la scena di un teatro romano risalente al I secolo a.C. e lo si può visitare. Il Museo è all’interno del Castello dei Conti che racchiude ben XXII secoli di grande storia. Ma ad Acerra, nel napoletano, potremmo mostrare l’antica città di Suessola”.
Ad Acerra, in Campania, nel napoletano, XXII secoli di storia in un unico Castello
“L’apertura del MAAS, il Museo del territorio di Acerra e Suessula è una vittoria dell’impegno costante di Archeoclub D’Italia sede di Acerra e riaccende l’attenzione su un territorio ricchissimo di vestigia archeologiche e di emergenze naturalistiche. La sede locale dell’Archeoclub d’Italia si è battuta per quarant’anni per questo risultato che finalmente rende giustizia alla storia di questa terra. Nel sottosuolo si celano le vestigia di due antiche città: Acerrae, attestata fin dal IV sec.a.C e Suessula che ha i natali nel IX sec. a.C. e la visita al Museo, aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19, è piena di fascino e curiosità”.
Lo ha affermato Rosa Anatriello, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Acerra, nel napoletanoDomenico Palumbo, Consigliere Nazionale di Archeoclub D’Italia.
Il Museo
“Invitiamo stampa e turisti ad esserci. Il Museo nasce all’interno del Castello dei Conti, un edificio che racchiude in un unico monumento XXII secoli di storia. Nei pressi delle mura dell’antico insediamento romano di Acerrae sorgeva un teatro. Infatti la scena di un teatro romano del I° sec.a.C. fu rinvenuta nel 1983 su segnalazione dell’allora presidente della sede di Acerra dell’Archeoclub d’Italia la prof.ssa Giuseppina Petrella durante i lavori post terremoto dell’80 nelle scuderie del Castello.
Parti della scena dell’antico teatro sono oggi visibili in una delle sale del MAAS dove sono allestiti ritrovamenti archeologici effettuati dalla soprintendenza negli ultimi decenni. Sui resti della scena fanno bella mostra i brandelli di decorazioni marmoree sopravvissuti. La scala ricavata nella torre longobarda conduce alla grande sala delle scuderie – ha continuato Anatriello – dove sono mostrati reperti dell’età del rame e dell’età del bronzo che riscrivono la storia di questo territorio.
Si susseguono i reperti di tombe di V e IV sec. a.C che hanno restituito ricchi corredi funerari. La sala dedicata a Suessula mostra frammenti di lastre “Campana”, ex voto, vasi d’importazione attica e vasi di fattura campana. In una vetrina fanno bella mostra di se reperti della collezione Spinelli, dati in prestito dal MANN tra uno skyphos in ceramica attica, una fibula da parata tipica di Suessula e di Capua , un ciondolo con ruota raggiata con protomi ornitomorfe e tanti altri oggetti di notevole fattura.
Il Castello di Acerra
Ma il Castello di Acerra racconta ancora la sua storia con le decorazioni normanne del piano nobile, con il camminamento sulle mura, con il giardino interstiziale, con il Museo di Pulcinella, con il Museo della civiltà contadina, con il museo Multimediale al secondo piano.
Usciti dal Castello bisogna concedersi un giro nel centro storico, che ancora conserva le tipiche case a corte, le edicole votive (anch’esse oggetto di un progetto di salvaguardia da parte dell’Archeoclub), le mura in “pietra di pantano”, i basoli e le chiese che conservano interessanti opere d’arte. Si cita ad esempio il complesso dell’Annunziata la cui chiesa conserva un notevolissimo crocifisso ligneo del XII secolo.
Una visita a parte merita Suessula, la città sepolta nelle campagne acerrane. Solo una piccola parte del suo foro è stata portata alla luce all’ombra della Casina Spinelli. Questa che sorge sui resti dell’antico teatro di Suessula, una volta era sede di un Museo visitato da viaggiatori che vi giungevano da tutta Europa per emozionarsi davanti ai reperti della collezione Spinelli.
La campagna stessa merita una visita e poi le sorgenti del Riullo, la Locanda del Gigante, la villa di Boscorotto”.
E cresce Archeoclub D’Italia anche in Campania.
“In Campania cresce ad Archeoclub D’Italia con ben 25 sedi – ha affermato Michele Martucci, Coordinatore Archeoclub D’Italia Campania – e stiamo lavorando costantemente sul territorio valorizzandolo e coinvolgendo i giovani”.