Cinghiale si difende ma viene ucciso dai cacciatori. Le associazioni animaliste: abolire la caccia
Sempre più “incidenti” di caccia. Gli animali non hanno diritto neanche alla legittima difesa, braccati dai cacciatori vengono uccisi senza nessuna possibilità di salvarsi. Non chiamiamolo sport!
Succede nel Salernitano e anche nel Piacentino, cinghiali cercano di difendersi e caricano i cacciatori mandandone qualcuno in ospedale, ma infine vengono uccisi dal gruppo di cacciatori armati. Intanto in Sardegna e a Grosseto altri incidenti di caccia: cacciatori finiscono in ospedale colpiti dai proiettili di rimbalzo.
Questa è la cronaca di caccia degli ultimi giorni, e sono soltanto alcuni dei casi più recenti.
L’associazione animalista e ambientalista Meta Parma chiede a gran voce l’abolizione della caccia:”I cacciatori sono un problema sempre più grave, si feriscono con i proiettili di rimbalzo durante le battute di caccia e potrebbero ferire anche i cittadini. Spesso per le battute di caccia utilizzano anche i cani, che rischiano di essere feriti anche loro dai proiettili o dagli animali braccati che cercano di difendersi. Oltre a essere un pericolo per l’incolumità di animali e persone, i cacciatori sono un pericolo anche per il messaggio di disvalore che inviano alla nostra società. Gli animali non possono neanche provare a salvarsi, anche quando riescono a difendersi da un cacciatore vengono comunque uccisi dagli altri cacciatori del gruppo. I cacciatori si muovono in gruppo, accerchiano gli animali in tanti contro uno, tra l’altro sono anche armati contro creature disarmate. E poi leggiamo articoli che parlano di grave incidente per un cinghiale che si è difeso, come se gli animali non avessero diritto neanche alla legittima difesa. La vita è un diritto di tutti, e anche difenderla è un diritto.
Dicono che i cinghiali sono troppi ma invece di sterilizzarli e risolvere definitivamente il problema, continuano a farli riprodurre per poi ucciderli. Chiediamo la sterilizzazione dei cinghiali e l’abolizione della caccia, siamo nel 2023 non nella preistoria.”