Il romanzo d’esordio di Gardel vince con una storia appassionante e commovente sul potere emancipatore della parola.
CON LA SUA TENEREZZA DISARMANTE E TRISTEZZA FRENETICA, LA STORIA D’AMORE DI GARDEL È UN ROMANZO EMOZIONANTE CHE RICORDA AI LETTORI UNA VERITÀ SCOMODA: CHE ANCHE UNA VITA DI RIMPIANTI PUÒ ESSERE BELLA.
“La parola che resta” di Stênio Gardel premiato ai National Book Awards
21 novembre 2023, Cagliari – Stênio Gardel, edito in Italia da Ischìre, è stato premiato ai National Book Awards nella sezione Translated Literature per il suo romanzo La parola che resta.
Il romanzo, tradotto magistralmente da Ilia Pessoa, ha conquistato la giuria grazie alla sua profonda esplorazione del potere emancipatore della parola e della sua capacità di resistere alle sfide del tempo. La trama avvincente e la ricca prosa dell’autore rendono questo libro un capolavoro letterario capace di valicare i confini nazionali.
La parola che resta narra la storia di Raimundo, cresciuto povero e analfabeta in una comunità bigotta, incapace di accettare il suo amore per Cìcero, andato via lasciando dietro di sé solo una lettera. Cinquant’anni dopo, Raimundo trova il tempo e il coraggio per imparare a leggere, riuscendo finalmente a dare forma a decenni di soprusi, riappropriandosi della sua storia. La narrazione di Stênio Gardel ci parla di un tempo che cura, che perdona, e che guarisce senza mai dimenticare.
Una croce, solo questa croce.
Spalle stanche, testa inclinata sotto al peso del sole.Con gli occhi fissi sulla strada, non osava immaginare più di un passo alla volta. Uno alla volta. Sembrava quasi che fosse la strada a camminare su di lui, il mondo che girava lentamente. Lento, ma il destino trova sempre il modo di avvicinarsi. Sa tornare lì dove non si desidera trovarlo.
Non ora, lascia che si compiano questi giri intorno al sole. Per lui non è tornato. È rimasto indietro, è rimasto al fiume. Il fiume invece, lui sì che ha continuato a muoversi. E chissà dove ha portato il suo corpo. Chissà se lo ha trascinato da qualche parte o lo ha lasciato là vicino, impigliato a un ramo, sott’acqua. Ma non c’era, non c’era.
«Ti ho cercato, cercato e cercato, fratello mio. La gente dice che annegare è il modo più doloroso di morire».
Stênio Gardel, nato nel 1980 a Lomoeiro Do Norte, nello stato di Cearà in Brasile, si dedica alla scrittura dal 2017. La parola che resta è il suo romanzo d’esordio, preceduto da diverse raccolte di racconti fra cui A marca, Santìssima Trinidade e O trabalho de Madame Mercedes.