L’Italia invecchia, ma una ricerca di AppLavoro.it rivela che c’è ancora spazio per vecchie e nuove professioni
L’Italia invecchia, ma una ricerca di AppLavoro.it rivela che c’è ancora spazio per vecchie e nuove professioni
AppLavoro.it, il portale per la ricerca e l’offerta occupazionale in Italia, conducendo una ricerca tra i propri iscritti per l’anno in corso, conferma l’andamento generale evidenziando che, da gennaio a ottobre, i lavoratori in cerca d’occupazione appartenenti alla fascia d’età compresa tra i 35 e i 54 anni aumentano del 9% rispetto al 2020, mentre, i giovani tra i 18 e i 24 anni, diminuiscono, passando dal 17% di tre anni fa al 10% di quest’anno.
«Sicuramente un dato allarmante che non va sottovalutato – spiega Marco Contemi, fondatore del portale AppLavoro.it –, la sensazione è che i giovani abbiano meno motivazione, forse perché nella fascia di età 18-24 sono ancora supportati economicamente dai genitori. Caratteristica tipica delle famiglie italiane».
C’è comunque una buona notizia
Nonostante lo scenario generale attuale richieda ai lavoratori specifiche competenze nel settore digitale, secondo i dati di AppLavoro.it, sono molte le aziende che quotidianamente ricercano lavoratori nel settore commerciale, nella ristorazione, operai generici e metalmeccanici, personale di segreteria, chef, contabili, estetisti e parrucchieri.
Roma, Milano e Napoli sono le città con una maggiore richiesta di sviluppatori, tecnici informatici, Software Developer.
Su tutto il territorio nazionale è ancora forte la richiesta di lavoratori tradizionali, come: addetti alle vendite, alla logistica, facchini, magazzinieri e muratori.
A proposito di quelli che saranno gli scenari futuri nel mercato del lavoro italiano, in vista del progressivo invecchiamento della popolazione, l’imprenditore Contemi conclude: «Se non si inverte la tendenza, credo che si dovrà iniziare a formare forza lavoro straniera, così come già in passato è accaduto per il lavoro nell’agricoltura. E sicuramente dovremmo cercare di migliorare la condizione lavorativa dei giovani, così da disincentivare la fuga all’estero, dove trovano senza dubbio condizioni di lavoro più vantaggiose».
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