Appuntamento presso la Fondazione Matalon di Milano (Foro Buonaparte, 67) dal 17 Novembre al 1° Dicembre. L’esposizione è visitabile da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso gratuito
La resilienza, la determinazione e la solidarietà femminile sono protagoniste del nuovo progetto artistico di Fabio Imperiale. In occasione del mese dedicato alle donne, la Fondazione Luciana Matalon di Milano ospita Marginalia, mostra dell’artista romano classe ’81 curata da Sandra Sanson (con testo critico di Vera Agosti).Venti donne, una per ogni regione italiana. Venti ritratti femminili per un inedito affresco del nostro Paese che tocca ambiti diversi, dalla natura alla famiglia, dal lavoro al sociale, sino alla sensibilizzazione del pubblico su tematiche come l’autodeterminazione della donna, la parità di genere e l’empowerment femminile, strumenti fondamentali per promuovere il cambiamento.
Artiste, sportive, imprenditrici, portuali, attiviste, single, fidanzate, mogli, madri, donne portatrici di una straordinaria normalità. Un racconto che attraversa l’Italia varcandone i confini con il ritratto di Princess, una donna nigeriana vittima della tratta, che ha saputo riscattarsi e aiutare altre ragazze.
Convinto che l’arte debba leggere la realtà circostante e restituirne una visione capace di stimolare emozioni e riflessioni, Fabio Imperiale ha trascorso alcuni giorni nelle case delle protagoniste, parlando con loro e approfondendo la loro storia.
Da ogni residenza è nato un ritratto dipinto con caffè, inchiostro e bitume su un collage di cartoline antiche composto dall’artista insieme alla sua ospite e successivamente montato su tavola. Ad accompagnare il dipinto anche le parole dell’artista, raccolte in un diario di viaggio.
Il corpo della donna, da sempre centrale nella ricerca dell’artista, viene restituito attraverso una figurazione intima, delicata ma estremamente potente. Ogni opera racchiude, infatti, un intreccio di vite: il mondo della protagonista, il sentire dell’artista, i frammenti di memoria che affiorano dalle cartoline antiche, favorendo una riflessione più ampia sulla società, sull’arte e sulla connessione umana.
Il titolo della mostra – Marginalia – fa riferimento all’insieme delle annotazioni che prima dell’invenzione della stampa venivano riportate ai margini del manoscritto. Una scelta che sottolinea il desiderio di Fabio Imperiale di muoversi con garbo nelle vite delle persone, sfogliandole con cura e annotando le sue riflessioni a margine, per scrivere la sua storia della storia.
«Tante donne – scrive Vera Agosti – sono colte di spalle o di tre quarti con il volto nascosto. Ritratti non ritratti. Immagini meditative e contemplative. Sono figure che ci appaiono misteriose: il loro segreto lo svela l’artista attraverso il suo scritto. I colori sono quelli della terra e della polvere, la tinta per eccellenza della memoria».
«L’uso del caffè e del bitume va oltre la mera scelta di pigmenti», evidenzia Sandra Sanson. «Il caffè, con il suo tono caldo e le sue sfumature terrose, può essere visto come un richiamo alla terra e alla natura. Il bitume, una sostanza che emerge dal sottosuolo, rappresenta una sorta di connessione tra la superficie e le profondità, un simbolo dell’essenza stessa della vita.
Parte fondamentale del progetto sono anche i testi di Fabio Imperiale: brevi racconti che compongono il suo diario di viaggio. Ogni testo è diventato un podcast. Il volume, disponibile in mostra, contiene i testi critici di Sandra Sanson, Vera Agosti e Pasquale Lettieri, le opere e la loro contestualizzazione.
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